Davvero, sto riflettendo molto in questo periodo, perchè vorrei sapere dove sto andando, dove sta andando il mio rapporto col cibo. Guardo le foto di quando pesavo 80 kg e mi chiedo perchè, ora che ne peso 59 non riesco ad essere più serena e in pace con me stessa. Perchè ho questo senso di oppressione, un'idea di dover stare a dieta tutta la vita. Insomma, stavo meglio quando stavo peggio?!
Marika,
forse sembra strano, ma è normale che il peso NON incida sul livello di accettazione del proprio corpo e su come ci vediamo, perché la nostra immagine corporea è un'immagine MENTALE, legata al nostro stato psicologico e alla nostra serenità interiore molto più che alla realtà (oddìo, immagino che ci sarà una percentuale di realtà pure in quest'immagine, ma sicuramente è una percentuale piccola).
Se ripenso al passato, ci sono stati momenti in cui pesavo X e mi vedevo orrenda e momenti in cui pesavo X (o anche X+20) e mi vedevo bella (e credo che sia un'esperienza comune)
La differenza stava nel MODO in cui mi guardavo, non in quel che vedevo.
Tra corpo e mente ci deve essere armonia, ed è quando questa armonia viene disturbata che iniziamo a vederci "sbagliate" (troppo grasse, troppo magre, con un naso troppo così, con dei denti troppo cosà, ecc...).
Nei periodi di stress, o in presenza di problemi, è meccanismo diffuso spostare l'attenzione sul corpo o sulla alimentazione come "diversivo" per concentrarsi su una cosa immediata, per avere una valvola di sfogo concreta che permetta un agire immediato con risultati visibili (sono grassa? ok, mi metto a dieta e risolvo il problema. Ho delle gambre "brutte"? ok, faccio massaggi/dieta/ecc. e risolvo il problema. Ho un naso troppo grande/storto/xy? Ok, ricorro alla chirurgia estetica e risolvo il problema, ecc. )
Concentrarsi su queste cose è un meccanismo inconscio che serve per mettere in secondo piano altri problemi, che magari sono più gravi, o più nebulosi, indefiniti, o che semplicemente non si ha voglia di affrontare in questo momento.
Un esempio semplicissimo e banale, che però mi ha aperto gli occhi su quanto sia forte e resistente il collegamento diretto mente-immagine corporea:
una sera dovevo uscire con un'amica: non ci vedevamo da tempo, mi pregustavo una cena tranquilla di chiacchiere solo noi due; esco di casa con un'occhiata allo specchio, soddisfatta del mio aspetto e di come mi stavano i vestiti che avevo scelto, mi piacevo davvero un sacco!
La mattina dopo avevo un appuntamento burocratico che mi preoccupava parecchio: metto gli stessi vestiti della sera prima, e -sorpresa! - mi stavano malissimo, mi facevano grassissima, evidenziavano tutti i miei difetti, un orrore!
Il fatto che una situazione oggettiva identica (stesso vestito, stessa persona, a 12 ore di distanza) suscitasse due immagini entrambe molto forti ma diametralmente opposte mi ha aperto definitivamente gli occhi su questa cosa.
E il fatto che fosse successo quando pensavo di avere spezzato certe associazioni e di essermi lasciata alle spalle da anni certi condizionamenti lo ha reso ancora più forte per me.
Ora quando mi guardo allo specchio e non mi piaccio prima di cercare una causa fisica del mio non piacermi (sono i capelli? la giacca? quel brufolo che è spuntato stanotte?) mi concentro un attimo su come mi sento in quel momento, su come sto *io*, davvero...
Un libro che ho trovato interessante sull'immagine corporea e sulle influenze "esterne" è
"When Women Stop Hating Their Bodies" di Jane R. Hirschmann
Azur, sono schiattata su quel "pizza e carote pari sono" perchè il mio cuore ha fatto un balzo di protesta ahahah!!!
È normale il balzo di protesta, perché tutti i messaggi che vengono dall'esterno ci dicono il contrario e anni di dieta e di controllo del regime alimentare hanno radicato questo concetto parecchio in profondità.
Ci sono cibi "buoni" e cibi "cattivi", questo ci è stato insegnato.
Ma è proprio questo (l'idea che la pizza è meglio della carota) che ti porta ad avere quel moto di "fastidio interiore" all'idea di "stare a dieta tutta la vita".
Uno degli strumenti usati nella cura dei disturbi dell'alimentazione è quello di "legalizzare" i cibi "cattivi" e portare tutti i cibi ad essere neutri.
Non è facile, perché bisogna smantellare riserve radicate, ma è fattibile, e una volta che si è fatta questa strada davvero pizza e carote non sono tanto diversi,
e la fame emotiva non ha più cibi particolari da usare come leva per il senso di colpa (mi sono strafogata mezzo vasetto di nutella, orrore!) o come premio (se mi comporto "bene" allora domenica potrò mangiare xy) e perde molto della sua forza/intensità...