LE DIFFICOLTA' DI UNA MADRE NEL MONDO DEL LAVORO

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Lella
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LE DIFFICOLTA' DI UNA MADRE NEL MONDO DEL LAVORO

Messaggio da Lella » gio mag 15, 2008 11:36 am

Diventare madre per una donna che lavora implica tutta una serie di preoccupazioni e interrogativi che forse prima ancora di decidere di avere un figlio iniziano ad affacciarsi nella mente.
Nella nostra realtà italiana il mondo del lavoro non si è ancora evoluto al punto di garantire alla madre una certa tranquillità nello svolgere il doppio ruolo.
A parte i problemi pratici voi che difficoltà avete incontrato nel conciliare il ruolo di donna lavoratrice con quello di madre?
Io durante la prima gravidanza ho subito pressioni psicologiche, un certo atteggiamento stizzoso nei miei confronti quasi per farmi sentire in colpa della decisione presa.
Rientrata al lavoro dopo l'anno in cui si ha diritto alla riduzione per allattamento mi sentivo in colpa nei confronti di mio figlio, lo andavo a prendere al nido verso le 18,00 e lui era l'ultimo dei piccolini che restava ad aspettare la sua mamma.
Mi sono armata di coraggio per chiedere la riduzione d'orario di due ore, disposta anche a cambiare posto di lavoro.
Sono arrivata con l'azienda a un compromesso di riduzione di un'ora.
Nei primi anni in cui i bambini si ammalavano spesso vivevo il disagio di doverli lasciare alle cure di qualcun'altro, anche se persone amorevoli e di fiducia, spesso mi sono sentita egoista nel mettere davanti il mio senso del dovere o meglio la paura di venir in qualche modo penalizzata sul posto di lavoro per assenze ripetute.
Ho anche pensato che dovrebbe essere normale e comunemente accettato che la mamma, se lo desidera, almeno nei primi tre anni di vita del bambino, potesse scegliere senza paure o senza il bisogno di certificati particolari di restare a casa con il proprio bambino.
Ora i miei sono più grandicelli ma già penso che riproverò un certo disagio quando inizieranno le medie e usciranno presto da scuola e io non sarò presente, non sarò li con loro ad aiutarli a fare i compiti o a preparare il pranzo e a vedere con chi escono e cosa fanno.


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MANU_
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Messaggio da MANU_ » gio mag 15, 2008 11:46 am

Io vivo una realtà lavorativa in un'azienda di piccole dimensioni,
diciamo che siamo "in famiglia" sebbene non ci leghi alcun rapporto
di parentela.

Quando ho comunicato di esser incinta di Giulia
il mio capo era al mare, l'ho chiamato al cell per
dirglielo (eravamo a casa in ferie perchè stiamo chiusi tutto
agosto).
Lì per lì si è dimostrato felice, sapeva che lo cercavamo
e un pò se lo aspettava.
C'è da dire che a me è andato tutto bene e a parte qualche permesso per esami del sangue e/o visite, non sono stata mai assente.
Ho fatto i miei 5 mesi e sono rientrata, a 6 ore, e poi a 8.

Idem per Simone, solo che è apparso evidente che
non fosse molto contento, ma chissenefrega!

Ecco, lavorativamente parlando non avrei molti sbocchi qui,
indi mi accontento di fare il mio e di potermi permettere
qualche uscita per riunioni/malattie/ecc senza troppe
menate.
Ho la fortuna di avere l'appoggio completo di mia suocera,
quindi se i bimbi sono malati (febbre alta o qualcosa di "complicato")
sto a casa, altrimenti per cose di poco rilievo li tiene
sempre mia suocera.

Diciamo che quando Simone andrà alla materna mi piacerebbe
poter fare il continuato (che qui gli operai fanno) e uscire alle 16,30 anzichè le 17,30, ma vedremo.
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Messaggio da laste » gio mag 15, 2008 11:46 am

ho discusso piu' che animatamente con altre colleghe quello che dici alla fine del post Lella:io non credo che dare la possibilita' alle donne di stare a casa con i propri figli i primi 3 anni di vita sarebbe una buona idea,perche' penalizzerebbe di molto le aziende (che dovrebbero conservare alcuni posti di lavoro per anni) e alla lunga di conseguenza ridurrebbe le assunzioni di donne.
Io,se avessi una piccola azienda orafa con delle operaie che da quando rimangono incinte a quando il bambino ha 3 anni mi mancano,cioe' quasi 4 anni con un posto di lavoro vacante,quasi quasi assumo solo maschi...oppure assumo chi la sostituisce a progetto,ma diventa un lavoratore (o lavoratrice) precario e di conseguenza spostiamo il peso "sociale" da un'altra parte
insomma bisogna parlarne assai della cosa :D
per quanto riguarda l'essere una mamma che lavora si,concordo con te sui sensi di colpa e le difficolta' pratiche.
Io sono convinta che l'aiuto e la presenza di nonni agevoli moltissimo la mamma che lavora,soprattutto nel caso di malattie
attenua ,ma non elimina,il senso di colpa di non seguire il figlio
penso che il part time(almeno quello orrizzontale a 6 ore) dovrebbe diventare un diritto e non che sia a discrezione dell'azienda
In caso di turniste il diritto a non lavorare di notte dovrebbe essere esteso ai 6 anni del bimbo
le assenze per le malattie del bimbo dovrebbero essere pagate almeno i primi 8 anni,e non 3 (ma qui mi viene rabbia perche' se non si fa e' anche perche' troppi ne approfitterebbero per allungarsi le ferie)
queste le prime mcose che mi vengono in mente :D

aggiungo la mia personale esperienza:una multinazionale con mentalita' abbastanza moderna,dove in genere non si discrimina ne' per la maternita' ne' per il part time
Sicuramente ho avuto pressioni per non mancare eccessivamente per le malattie dei bimbi (ho un capo single e maschio e non si rende conto)ma dal punto di vista di mansioni e riconoscimenti sto da papa,e se mi fanno firmare mi concedono pure il part time(aspetto di firmare in settimana)
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Messaggio da Lella » gio mag 15, 2008 11:57 am

lavinia ha scritto: le assenze per le malattie del bimbo dovrebbero essere pagate almeno i primi 8 anni,e non 3
Non sono pagate, sono solo giustificate, assenze di giorni illimitati fino ai 3 anni e 5 giorni fino agli otto anni.

Io però non sposterei il punto di vista da parte dell'impresa perchè il punto di vista deve rimanere nostro come madri, come madri in difficoltà di conciliare il doppio ruolo, soprattutto nei primi anni di vita, e non vorrei soffermarmi sui problemi pratici ma proprio le difficoltà legate al nostro stato d'animo che è fondamentale anche per la buona crescita dei nostri figli.

Non è una questione prettamente economica, è una mentalità che deve cambiare e non deve essere pretesa verso le imprese ma verso la società in generale, cioè un'attenzione, una cura, un rispetto particolare che non và solo alla mamma lavoratrice ma anche a suo figlio.
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Messaggio da laste » gio mag 15, 2008 12:01 pm

si ma non volevo difendere l'azienda,volevo proprio dire che secondo me una simile scelta ridurrebbe l'assunzione femminile,e aumenterebbe la discriminazione e il danno
e si,mi sono espressa male,intendevo pagate come non sono (io sto a casa non retribuita )e IN PIU' fino agli 8 anni almeno :D
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Messaggio da Michela » gio mag 15, 2008 12:04 pm

Sicuramente i momenti in cui sono ammalati sono i
più diffcili per me.
Si consumano giorni di ferie e non lo trovo giusto.
Per assurdo vi dirò che io inizio ad avere più diffcoltà ora
che i bimbi stanno crescendo rispetto a quando erano piccolissimi.
Ne parlavo ieri in un post, c'è il problema delle vacanze estive che con
la scuola durano 3 mesi e il problema del pomeriggio in quanto non tutte
le scuole fanno la settimana corta.
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Messaggio da laste » gio mag 15, 2008 12:08 pm

difatti e' assurdo michela che non ci sia un centro estivo
cosi' come non ci siano asili nido in tutti i comuni
questo e' proprio disincentivare le nascite
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kia
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Messaggio da kia » gio mag 15, 2008 12:10 pm

io sono fortunata perché devo rispondere solo a me stessa e non ho colleghe o colleghi, capi o cape a controllare, con cui dovermi organizzare.
Allo studio entro ed esco quando voglio ovviamente e quindi da questo punto di vista lavorare in proprio è una manna dal cielo.

La difficoltà del mio essere madre e professionista è data dalla spietatezza del mondo del mercato. Io sono avvocato,sono donna, sono giovane, sono madre e queste sono tutte caratteristiche che, nella mia categoria, ti tagliano le gambe!! Perché il cliente diffida sempre dell'avvocato con la pancia o che nella borsetta porta i pannolini del bimbo, perché se ti chiama l'asilo e sei con un cliente devi inventare che era un tuo cliente che è stato appena arrestato e devi scappare anche se su di me sarebbe poco credibile perché non sono una penalista! Perché se ti vedono un minimo ingrassata ti dicono subito "non sarà mica incinta, vero? Eh sennò a me chi mi tutela?" Perché se tuo figlio ha la febbre a 40 ma alle 9 devi essere in udienza non puoi mica prendere ferie o rimandare o mandarci qualcun altro!!!
Ecco per me la difficoltà è tenere i clienti che ho acquisito perché si perdono con una facilità impressionante mentre si fatica tantissimo a costruirsi il giusto giro che ti permetta di portare avanti la professione.

Per il resto non posso che è considerarmi fortunata perché gestisco il mio tempo come voglio, anche se a volte è davvero poco e devo portarmi il lavoro anche a casa!
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