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33 MESI (ode alla mia bambina)

Inviato: ven mar 23, 2007 3:09 pm
da Rossana
Si offende in maniera stratosferica. Non hai speranza, ti butterà nel viso quegli occhi seri mimando uno sshht con le dita piccole sulla bocca. Rotonda.
Questo per farti capire che per lei è finita lì.
Il più delle volte mi tocca ribattere, e allora un po’ ci gioco. La imito, la ridicolizzo appena.
Questo fa uscire dal suo mini corpo una rabbia primordiale, altissima. In quel momento, ah, mi metto comoda e la osservo.
Diventa un fiero soldato, lei che non misura neppure un metro.
E sa suonartele, come un pugile che non ha fatto altro nella vita.
Si abbarbica tutta dentro un digrignare di denti, si stringe in pochi centimetri. E’ lì, il suo vero volto, in un mercato di espressioni da killer, mitigato solo dalla bellezza azzurra dei suoi occhi.
Non ha che tre anni, e non ancora. Eppure come sia entrata così a fondo nella mia vita, è difficile dirlo. Si è fatta largo con le mani, squarciando tessuti resistenti di ragazza acerba.
E poi si è seduta, con la sua verve e le sue gambe ferme, piene di una pienezza perfetta.
A quel punto, non c’è stato verso. Si è installata nella mia vita, con tutti i suoi componenti.
Non ha che tre anni e fa cabaret.
Prende il cappello per le falde e se lo calca in testa, come se fosse una naturale propaggine del suo corpo. E lo interpreta, gli dà vita. Mette in circolo, in pochi metri di stanza, un’animazione rutilante.
Improvvisa spettacoli di magia. Tu osservi quella miniatura volteggiare, con fare incredulo.
Il più delle volte mi domando se mi sta –già- prendendo in giro.
Raccoglie consensi a tutto andare e non le costa fatica [del resto con quella faccia].
Chissà che farà nella vita, questo uccellino focoso.
Immagino grandi discussioni. Lei non passa nella fase del “perché?”. La salta a piè pari, fiondandosi con grinta in quella del “Ma perché!” , con le mani sui fianchi, grugno ferino, aria agguerrita di chi cerca risposte veloci, e soprattutto chiare.
Mai andare sul vago con una come lei.
Ti sconquassa con la sua determinazione, devi mettere per forza da parte la stanchezza.
Qui è sempre una guerra fresca. Punta i piedi come se avessero radici.
Di notte, taglia la pace con ordini imperiosi. Vuole l’acqua. Succede che per non turbare il sonno condiviso le passi il biberon con una fretta baldanzosa, e che invece a volte io mi svegli con la voglia di farle le pulci. Così le chiedo di riformulare la richiesta, molto pacatamente.
A quel punto, ecco l’attrice che va in scena.
Imbocca la consapevolezza di ottenere ciò che vuole, con la sola imposizione delle labbra. Infila la parola cortesia nella frase con una accondiscendenza adulatoria che mi fa fremere.
Peggio di giorno, nel pieno delle sue facoltà mentali. Non ottenebrata dalla voglia di riprendere un sogno, si concentra con precisione nella mirabile arte di blandire chicchessia.
Il teatro prende piede con smorfie svenevoli, frammentate a richieste sorridenti, punzecchianti.
Intervalla balletti a strepiti, carezze a insistenze querule.
Mi piacerebbe che questo suo carattere prendesse in corsa una piega morbida, ma è una presunzione così genitoriale, dopotutto.
Soccombe naturalmente quando ha sonno, e lì la mia parata militare ha fine.
Tolgo le stellette, e apro un sipario di latte, di mantelli di velluto su corone lucide, di pelle nuda.
Mi inchino devotamente alla sua elegiaca bellezza, fatta principalmente di luce e di odori.
Quando è prossima ad addormentarsi, perde le sue fattezze di carne, diventa poesia.
Arrendevole quanto basta per infilarsi testa e piedi nel suo sguardo quieto, ti dà la bizzarra sensazione di possederla. Piccoli schizzi di secondi, non di più.
Saresti già pronta a solleticarti la gola di orgoglio, sfiorando le sue guance gonfie, ma senti gli ultimi scoppiettii della sua indipendenza sfrigolare.
Non fa storie neppure per il buio, non chiede nenie, né fiabe. Lei dorme, semplicemente.
Incollavo l’orecchio alla porta, tempo fa, solo per sentirla cantare o mimare telefonate a gatti, dal covo del suo letto. Minuti e minuti di sorrisi da far male alla mandibola, poi il silenzio.
Lei è lì che accarezza il cuscino con i suoi capelli scomposti.
Un rivolo piccolo a bordo labbra ti fa desiderare visceralmente di diventare lenzuolo.

Inviato: ven mar 23, 2007 3:15 pm
da Ospite
:cry:
qualcosa mi dice che verrà pubblicato da qui a un nano secondo. Stupendo Rossana!

Inviato: ven mar 23, 2007 3:19 pm
da Fede
:bacio:

Inviato: ven mar 23, 2007 3:34 pm
da Lella
Corro a proporlo subito per il sito!
fantasatico!

Inviato: ven mar 23, 2007 3:40 pm
da Bibi
Mi son venuti i brividi.. E quante somiglianze con la sua collega nata il giorno prima :eek:

rosss

Inviato: ven mar 23, 2007 3:47 pm
da prometheus
SEI MITICA..

E POI INCREDIBILE MA VERO

MIGLIORI CON GLI ANNI!!!!!!

Inviato: ven mar 23, 2007 3:50 pm
da alemia
:bacio:

Inviato: ven mar 23, 2007 4:08 pm
da Paola
ahhha io ho riso come una matta su te che la provochi e poi la guardi, lo faccio anch'io, li trovo strepitosi quando capricciano, urlano e si fanno valere!!!