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da tati » mer gen 31, 2007 11:01 am
“ti saluto, o piena di grazia. Il signore è con te. Concepirai un figlio, la darai alla luce,e il suo nome è Gesù.” Allora maria disse “eccomi, solo la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.”
l’indice dell’angelo alzato verso il cielo!la mano di maria, che con gesto aggraziato ma deciso pare voler allontanare la volontà divina. Il suo volto piegato. Come ho fatto a non accorgermene prima? In lei non c’è traccia di gioia ne di rassegnazione, solo l’accenno silenzioso a un tentativo di ribellione inutile. La osservo meglio e la immagino percorsa dallo stesso brivido di disubbidienza che attraverso i millenni è giunto fino a me…
il brivido di disubbidienza, io l h sentito. ho cercato ely, ho cercato il piccolo paolo, ma in quel momento, quando ho fatto di entrambi in test, una domanda mi è venuta spontanea " in ceh avventura mi sto addentrando?" e la paura, si la paura, si è fatta sentire. di non farcela, di non essere la madre che desidero essere.... io non ho mai pensato a questa immagine, ma sicneramente leggerla nel libro mi ha fatto riflettere... ioa vevo un disegno, fatto da un amico, raffigurante una donna e la sua pancia,e lei che la guardava... ho sempre cercato d capire cosa pensasse quella donna... lui mi disse che era lo sguardo che lvide nei miei occhi quando scoprii di essere incinta... paura, emozione, felicità, incomprensione... uno sguardo che solo inq uel momento s può avere....
…e ora mi trovo da sola a un passo dal verdetto, cosa vedo? Niente. Sento di essere davanti a un bivio, è vero, ma sui cartelli che dovrebbero indicarmi la direzione da prendere non c’è scritto niente……..
io dubbi sulla direzione da prendere non li ho mai avuti, gli altri per me, si. a paret io e mio marito, quando sono rimasta incinta di ely nessuno sapeva che era cercato, che l avevamo voluta con tutta noi setssi. poi questo è stato detto a qualcuno, ma non a tutti, perchè è una cosa nostro. e noi sappiamo quanto abbiamo desideratoa vere la nostra piccola vita. quando ho detto alle miei amiche che ero incinta, sono rimasta male. addirittura qualcuno ha parlato di aborto. e io le ho fucilaete con lo sguardo, e spiegato loro che non era capitato, che era quanto io volevo. che non ero più la dany di un anno rpima, ma che ora era quello il mio desiderio. il cambiamento è stato grande dentro di me,e loro se ne sonoaccorte bruscamente. e prima di sapere che era quanto io voelvo, loro mi hanno detto che solo io dovevo sceglaire, solo io. hanno pensato a me con le due pportunità, ma io vedevo solo i cartello della vita, creata e voluta da me.
so benissimo che alla base dei miei cambiamenti c’è una rivoluzione ormonale, ma non è quello che mi interessa. L’importante è salvare i pensieri, trasformarli in frasi, dare voce al disorientamento. E cercare ancora….
ho avuto un quaderno, per segnare quanto riuscivo a vivere, per ricordarmi le emozioni che provavo. poi quando è nata ely l ho regalato ad un amico, il mio migliore amico, che gentilmente ne ha fatta una copia, almeno resta mia, e resta sua.senza che entrambi ce ne separiamo. ora queste pagien scritte da me hanno poco senso forse, ma sono i sentimenti che sentivo quando ero incinta. e spero di farli leggere presto alla mia migliero amica, quando anceh lei diventerà mamma....
Probabilmente il figlio rappresenta l’apertura verso un futuro che non conosceremo e che invece con lui ci appartiene. È comunque un buon antidoto contro l’angoscia di sentirsi perduti dentro un disegno esistenziale privo di senso…
io ho sempre pensato che il mio futuro era questo, fare la mamma. sinceramente, senza di loro, la mia vita sarebbe vuota. avrei altre mille cose da fare, ma nessuna importante ed emozionante come crescere e cullare i miei bambini. è un disegno esistenziale che adoro, e anche se con la mente ne potrei disegnare altri mille, nessuno è così peino e così fondamentale dentro di me....
Eccomi: sto per entrare nella caverna della maternità con una torcia accesa. Lentamente comincio a esplorare cunicoli e affranti che non avevo mai visto prima. Per prima cosa devo scoprire se quella caverna si trova fuori o dentro di me.
in effetti anche io mi sono trovata un pò persa, in entrmabe le gravidanze, in un mondo che non conoscevo affatto. ci si ritrova catapultati in un altra dimensione, dove esistiamo noi,e basta. ma è un noi strano, perchè rappresenta la vita, la famiglia, l essere donna, l essere o divantare mamma. scoprire tutto è impossibile, capire fino in fondo il cambiamento è uan cosa che nessuno riesce a fare....
C’è nell’aria qualcosa che mi fa pensare ai mattini di una vita che non ho avuto, che non ho mai conosciuto, e per la quale stranamente provo una nostalgia profonda. E mi chiedo, cosa manca a questo mattino,la finestra aperta sul giardino, il caffè sul fuoco, uno sguardo al cielo, affinché sia veramente MIO?
io in gravidanza, nella prima sopratutto, ma anche nella seconda è capitato,mi perdevo a fissare le montagne a casa dei miei. c'è il bosco vicinissimo,e fissavo le caprette per ore. stupendo.... però inq uei giorni, in tutti quei giorni, sentivo che erano miei, e di quello che mi stava succedendo. sentivo che stavo vivendo completamente il momento che stavo per vivere... certo che, se mentre fissavo il bosco non dovevo correre ogni 5 minuti a sboccare, forse sarebeb stato ancora più bello no?!?!
“la vedi la differenza? Non è solo un fatto di età, di look o di tempo libero. La grande differenza sta nella risata. Loro ridono in continuazione e dappertutto; sull’autobus, davanti alla scuola, al cinema, per strada, e non sempre meno. È questo intervallo più o meno lungo tra una risata e l altra che forma lo spartiacque tra chi è ancora giovane e chi non lo è più.”
questa frase la dice un amica alla giovane mamma.... io sono giovane, non di età, quello è relativo... credo che anche uan eprsona di 40 anni può sentirsi come i liceali a scuola, dipende da come prendiamo la vita. io so di ivere cento volte meglio delle mie amiche, io so di esser felice. lo sento qaundo stiamo insieme, sono loro a ringraziare me per la giornata trascorsa con me, sono loro che dicono che gli do la carica necessaria a vedere il mondo diversamente. perchè dalla mia paret ho la voglia di ridere, sempre, di sorridere al mondo. per or anon sono mai stata presa da attimi talmente devastanti che non reisco a sorridere, anche nelle peggiori occasioni, riesco a vedere il alto posivito e sorridere. perchè ci sono loro, e loro, i meii piccoli, mi danno una carica incredibile. e perchè si, sono ancora tremendamente bambina. e adoro esserlo.....
L’ostetrica si avvicina con la piccola ancora tutta sporca e vischiosa, gli occhi abbottonati. Me la mette sulla pancia. Ecco la ricompensa dopo lo strazio. Il dolore che poco fa minacciava di uccidermi è già passato. Ce l’abbiamo fatta!!!
i sentimenti qui cambiano, perchè per la prima volta scopre cosa significa avere in braccio la bambina, e non sentirla dentro di se. io ricordo ely tutta sporca, dopo aver avuto 3 g di travaglio, esausta... guardo leie dico ne è valsa la pena eprò eh?!?! unas ensazione incredibile, un rilassamento assoluto...e vedere che grazie a noi, un miracolo è avvenuto... qualcosa di inspiegabile....
L’accarezzo sfiorandola con le punta delle dita come fosse una farfalla… una piccola farfalla dalla pelle morbida e grinzosa. Riscaldami bambina mia, soltanto tu puoi farlo.
paolo è nato in giorno dopo aver person un amico, che in fin dei cotni non si è comprotato come tale. non ho potuto giorire con lui della nascita del mio fagiolino, eprchè la distanza tra noi era grandissima inq uel momento. questo mi è dispuiaciuto, perchè sapevo quanto mi avrebbe fatto bene parlarne con lui.... quando è nato, ricordo di averlo stretto a me,e di avergli dett tu aiuti la mamam a non icnazzarsi per quello che è successo sai? tu, con il tuo minuscolo corpicino... 4 chili, tanto minuscolo non era ehehh.... e anche ora, anche ora che sono grandi. basta un loro abbraccio, per sentire un calore incredibile dentro di me, e per farmi dimenticare tutto.... sempre e comunque...
Il mio tempo è diverso dal tuo. Il tuo è ancora lento, palpabile, puoi fermarlo quando vuoi. Il mio è in fuga, corre cieco davanti a me e mi trascina. Vedi? Già non sono più io. Sono tua madre.
quando non siamo più semplici esseri umani? io del cambiamento non me ne sono resa conto, cioè, hovisto che sono cambiata, ma non quando precisamente,e perchè. ancora non era nata, ma già desideravo averla... e non ero più una ragazzina che pensava solo a se stessa, ma una persona capace di voler bene, di desiderare un esserino piccolo da accarezzare.... improvvisamente la voglia di avere qualcuno a cui voelr bene per sempre è nato dentro di me....
Arriviamo alla macchina e a quel punto, incerta se piangere o ridere, se sedermi davanti accanto a Carlo o dietro accanto a lei, impacciata dai pantaloni che non si abbottonano più, decido di essere felice,e incautamente pronuncio una frase della quale non mi sarei mai ritenuta capace: “telefona subito a tua madre, e dille di venire da noi per qualche giorno”.
io creod che il parto ci travolga, la nasciata di un esserino tanto innocenti ci entra dentro in una maniera assurda, e la voglia che per lui sia tutto perfetto, sia un mondo sereno, è grande, talmente grande e reale che sentiamo dentro di noi una sensazioend i pace e beatitudine che non semrba vera.... il nostro bambino deve vivere in un mondo perfetto,e la felicità di mamma è la prima cosa importante per rendere il mondo del bimbi incantato....
Appena fuori dall’ospedale ho gettato una sguardo nuovo sul mondo. Possibile che tutta questa gente che cammina tranquilla per strada sia sgusciata fuori dalle gambe di una donna, trasfigurata dai nove mesi di gravidanza e lacerata dal dolori del parto?
mentre partorivo mi son detta, anche io sono uscita da li, ce la farò sicurament... solo che poi, quando mia mamma mi ha dettoche ei non ha sofferto tanto, mi sono resa conto die ssere sfigata ahah.... è una cosa strana, tutti siamo venuti al mondo così, grazie a persone che hanno sofferto per metterci al mondo.... il mondo è fatto di parti, di bambini che nascono e urlano per la rpiam volta con tutto il loro fiato...
Ascolto il mondo con le orecchie di un neonato e ogni rumore mi sembra di troppo, perfino la mia voce. Osservo i misteri di una vita agli inizi. Il volto non ancora segnato dalle pieghe dei ricordi ne attraversato da pensieri coscienti. Incontro uno sguardo limpido e attento, aperto alla scoperta e alla dolcezza.
i primi giorni a casa vivevo in silenzio per paura di disturbare il sonn della mia piccola. sono stati 3 giorni, in cui non respiravo quasi, per nond isturbarla. poi mi sono resa conto che anche con la musica lei rstava beata, e sono tornata a vivere....
Prima d’ora ho camminato anche io nel mondo, ho percorso molte strade, alcune mi hanno portato lontano. Ma questa è l unica che porta dentro di me.
ho finito, ho finito non preoccupatevi. anche se dubito che leggerete tutto ehehe,però io sono stata brava, ho letto!!!! ahahah
l ultima frase è forse una delel più vere, reale. credo che la stessa sensazioe che ho io l ha una donna di 50 se ha un bimbo in casa... la sensazioen di avere una vita piena, completa. la sensazione che questa è l unica cosa che ci riemp il cuor,e che ci fa volare lontano., che ci fa vivere....