Mamma Senza Paracadute

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Rie
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Mamma Senza Paracadute

Messaggio da Rie » mar gen 30, 2007 7:33 am

Pigroni! Dove siete!
Siamo il peggior club di lettura della storia ahahahaha!
(dico siamo perché nemmeno io brillo per solerzia, eh!).

Allora.. almeno due pensierini li metto, poi, vi prego, continuate voi!
Ripeto le parole di tutti e non mi bastano. Ne cerco di nuove e non ne trovo
Ecco cosa scrive l'autrice a proposito dell'esperienza della maternità.
Devo dire che qualche volta, soltanto qualche volta, mi è parso di trovarle da me, le parole giuste. Parole che descrivevano meglio di quelle in questo libro ciò che sentivo. Parole che qui ho letto solo marginalmente, come se nel marasma della mammitudine si fossero raccolte solo le acque di superficie, senza mai sfiorare le acque profonde. Nel senso che l'aneddotica è davvero carina, le esperienze comuni alle mamme e raramente considerate in letteratura fanno sorridere, ma A ME (sottolineo a me, perchè i modi di essere mamma, e di rapportarsi a chi vi riflette, sono molti) mancava sempre qualcosa, per l'appunto come se il vero cuore della maternità fosse in ombra, sfuggito a queste righe.
Inoltre, mi è sembrato che dell'avere un bimbo si accentuassero le difficoltà e si sorvolasse un po' sulle cose belle. O magari è un'impressione sbagliata, dovuta al fatto che nelle parti più "liriche" del libro (lei a spasso per Firenze, lei alle prese con la meraviglia della bimba) io non l'abbia trovata proprio una narratrice eccelsa. L'aneddotica delle donne (in carriera e non) sull'orlo della crisi di nervi le riesce probabilmente più naturale.

Insomma: il perfetto libro della mammitudine non è questo, a mio modo di vedere.
Ha però il merito di essere UN LIBRO, non uno sprazzo, un post, un brano di diario, qualcosa che anche in questo forum ho visto creare.
Dunque un applauso a Lidia Castellani, per un progetto organico portato a termine, divertente, e, mannaggia a lei, così richiesto a non trovarlo in libreria!
E dico anche le cose belle.

Mi sono goduta con lei, davvero goduta, il tempo lento della pancia tonda, che con sorpresa mi sono accorta di aver assaporato così poco rispetto alla protagonista.
Ho fatto un tifo sfegatato per i suoi dilemmi di madre lavoratrice, circondata da una costellazione di amiche sempre sul treno in corsa, a volte quello sbagliato. Ho provato a pensare ad una società in cui quei dilemmi non abbiano senso, perché già risolti alla radice. Per ora l'immaginazione non mi soccorre...
L'ho invidiata mortalmente per il papà della bimba, Carlo, così partecipe e disponibile alla condivisione.

Giunta all'ultima pagina, ho fatto ciao alla protagonista e alla piccola Eva con la manina.
Mi hanno fatto compagnia, ed è stata una compagnia piacevole, come da promessa di bibi che ha proposto il libro.
Le acque profonde, che d'altronde non erano previste, possono attendere, o forse voi ce le avete trovate e sono io che non sono brava nelle immersioni. ;)

Con questo vi saluto, e spero di aver rotto il ghiaccio per altre/i pigrone/i! :tongue:



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tati
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Messaggio da tati » mer gen 31, 2007 11:01 am

“ti saluto, o piena di grazia. Il signore è con te. Concepirai un figlio, la darai alla luce,e il suo nome è Gesù.” Allora maria disse “eccomi, solo la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.”
l’indice dell’angelo alzato verso il cielo!la mano di maria, che con gesto aggraziato ma deciso pare voler allontanare la volontà divina. Il suo volto piegato. Come ho fatto a non accorgermene prima? In lei non c’è traccia di gioia ne di rassegnazione, solo l’accenno silenzioso a un tentativo di ribellione inutile. La osservo meglio e la immagino percorsa dallo stesso brivido di disubbidienza che attraverso i millenni è giunto fino a me…


il brivido di disubbidienza, io l h sentito. ho cercato ely, ho cercato il piccolo paolo, ma in quel momento, quando ho fatto di entrambi in test, una domanda mi è venuta spontanea " in ceh avventura mi sto addentrando?" e la paura, si la paura, si è fatta sentire. di non farcela, di non essere la madre che desidero essere.... io non ho mai pensato a questa immagine, ma sicneramente leggerla nel libro mi ha fatto riflettere... ioa vevo un disegno, fatto da un amico, raffigurante una donna e la sua pancia,e lei che la guardava... ho sempre cercato d capire cosa pensasse quella donna... lui mi disse che era lo sguardo che lvide nei miei occhi quando scoprii di essere incinta... paura, emozione, felicità, incomprensione... uno sguardo che solo inq uel momento s può avere....


…e ora mi trovo da sola a un passo dal verdetto, cosa vedo? Niente. Sento di essere davanti a un bivio, è vero, ma sui cartelli che dovrebbero indicarmi la direzione da prendere non c’è scritto niente……..

io dubbi sulla direzione da prendere non li ho mai avuti, gli altri per me, si. a paret io e mio marito, quando sono rimasta incinta di ely nessuno sapeva che era cercato, che l avevamo voluta con tutta noi setssi. poi questo è stato detto a qualcuno, ma non a tutti, perchè è una cosa nostro. e noi sappiamo quanto abbiamo desideratoa vere la nostra piccola vita. quando ho detto alle miei amiche che ero incinta, sono rimasta male. addirittura qualcuno ha parlato di aborto. e io le ho fucilaete con lo sguardo, e spiegato loro che non era capitato, che era quanto io volevo. che non ero più la dany di un anno rpima, ma che ora era quello il mio desiderio. il cambiamento è stato grande dentro di me,e loro se ne sonoaccorte bruscamente. e prima di sapere che era quanto io voelvo, loro mi hanno detto che solo io dovevo sceglaire, solo io. hanno pensato a me con le due pportunità, ma io vedevo solo i cartello della vita, creata e voluta da me.

so benissimo che alla base dei miei cambiamenti c’è una rivoluzione ormonale, ma non è quello che mi interessa. L’importante è salvare i pensieri, trasformarli in frasi, dare voce al disorientamento. E cercare ancora….

ho avuto un quaderno, per segnare quanto riuscivo a vivere, per ricordarmi le emozioni che provavo. poi quando è nata ely l ho regalato ad un amico, il mio migliore amico, che gentilmente ne ha fatta una copia, almeno resta mia, e resta sua.senza che entrambi ce ne separiamo. ora queste pagien scritte da me hanno poco senso forse, ma sono i sentimenti che sentivo quando ero incinta. e spero di farli leggere presto alla mia migliero amica, quando anceh lei diventerà mamma....


Probabilmente il figlio rappresenta l’apertura verso un futuro che non conosceremo e che invece con lui ci appartiene. È comunque un buon antidoto contro l’angoscia di sentirsi perduti dentro un disegno esistenziale privo di senso…

io ho sempre pensato che il mio futuro era questo, fare la mamma. sinceramente, senza di loro, la mia vita sarebbe vuota. avrei altre mille cose da fare, ma nessuna importante ed emozionante come crescere e cullare i miei bambini. è un disegno esistenziale che adoro, e anche se con la mente ne potrei disegnare altri mille, nessuno è così peino e così fondamentale dentro di me....


Eccomi: sto per entrare nella caverna della maternità con una torcia accesa. Lentamente comincio a esplorare cunicoli e affranti che non avevo mai visto prima. Per prima cosa devo scoprire se quella caverna si trova fuori o dentro di me.


in effetti anche io mi sono trovata un pò persa, in entrmabe le gravidanze, in un mondo che non conoscevo affatto. ci si ritrova catapultati in un altra dimensione, dove esistiamo noi,e basta. ma è un noi strano, perchè rappresenta la vita, la famiglia, l essere donna, l essere o divantare mamma. scoprire tutto è impossibile, capire fino in fondo il cambiamento è uan cosa che nessuno riesce a fare....

C’è nell’aria qualcosa che mi fa pensare ai mattini di una vita che non ho avuto, che non ho mai conosciuto, e per la quale stranamente provo una nostalgia profonda. E mi chiedo, cosa manca a questo mattino,la finestra aperta sul giardino, il caffè sul fuoco, uno sguardo al cielo, affinché sia veramente MIO?

io in gravidanza, nella prima sopratutto, ma anche nella seconda è capitato,mi perdevo a fissare le montagne a casa dei miei. c'è il bosco vicinissimo,e fissavo le caprette per ore. stupendo.... però inq uei giorni, in tutti quei giorni, sentivo che erano miei, e di quello che mi stava succedendo. sentivo che stavo vivendo completamente il momento che stavo per vivere... certo che, se mentre fissavo il bosco non dovevo correre ogni 5 minuti a sboccare, forse sarebeb stato ancora più bello no?!?!

“la vedi la differenza? Non è solo un fatto di età, di look o di tempo libero. La grande differenza sta nella risata. Loro ridono in continuazione e dappertutto; sull’autobus, davanti alla scuola, al cinema, per strada, e non sempre meno. È questo intervallo più o meno lungo tra una risata e l altra che forma lo spartiacque tra chi è ancora giovane e chi non lo è più.”

questa frase la dice un amica alla giovane mamma.... io sono giovane, non di età, quello è relativo... credo che anche uan eprsona di 40 anni può sentirsi come i liceali a scuola, dipende da come prendiamo la vita. io so di ivere cento volte meglio delle mie amiche, io so di esser felice. lo sento qaundo stiamo insieme, sono loro a ringraziare me per la giornata trascorsa con me, sono loro che dicono che gli do la carica necessaria a vedere il mondo diversamente. perchè dalla mia paret ho la voglia di ridere, sempre, di sorridere al mondo. per or anon sono mai stata presa da attimi talmente devastanti che non reisco a sorridere, anche nelle peggiori occasioni, riesco a vedere il alto posivito e sorridere. perchè ci sono loro, e loro, i meii piccoli, mi danno una carica incredibile. e perchè si, sono ancora tremendamente bambina. e adoro esserlo.....


L’ostetrica si avvicina con la piccola ancora tutta sporca e vischiosa, gli occhi abbottonati. Me la mette sulla pancia. Ecco la ricompensa dopo lo strazio. Il dolore che poco fa minacciava di uccidermi è già passato. Ce l’abbiamo fatta!!!

i sentimenti qui cambiano, perchè per la prima volta scopre cosa significa avere in braccio la bambina, e non sentirla dentro di se. io ricordo ely tutta sporca, dopo aver avuto 3 g di travaglio, esausta... guardo leie dico ne è valsa la pena eprò eh?!?! unas ensazione incredibile, un rilassamento assoluto...e vedere che grazie a noi, un miracolo è avvenuto... qualcosa di inspiegabile....

L’accarezzo sfiorandola con le punta delle dita come fosse una farfalla… una piccola farfalla dalla pelle morbida e grinzosa. Riscaldami bambina mia, soltanto tu puoi farlo.

paolo è nato in giorno dopo aver person un amico, che in fin dei cotni non si è comprotato come tale. non ho potuto giorire con lui della nascita del mio fagiolino, eprchè la distanza tra noi era grandissima inq uel momento. questo mi è dispuiaciuto, perchè sapevo quanto mi avrebbe fatto bene parlarne con lui.... quando è nato, ricordo di averlo stretto a me,e di avergli dett tu aiuti la mamam a non icnazzarsi per quello che è successo sai? tu, con il tuo minuscolo corpicino... 4 chili, tanto minuscolo non era ehehh.... e anche ora, anche ora che sono grandi. basta un loro abbraccio, per sentire un calore incredibile dentro di me, e per farmi dimenticare tutto.... sempre e comunque...

Il mio tempo è diverso dal tuo. Il tuo è ancora lento, palpabile, puoi fermarlo quando vuoi. Il mio è in fuga, corre cieco davanti a me e mi trascina. Vedi? Già non sono più io. Sono tua madre.

quando non siamo più semplici esseri umani? io del cambiamento non me ne sono resa conto, cioè, hovisto che sono cambiata, ma non quando precisamente,e perchè. ancora non era nata, ma già desideravo averla... e non ero più una ragazzina che pensava solo a se stessa, ma una persona capace di voler bene, di desiderare un esserino piccolo da accarezzare.... improvvisamente la voglia di avere qualcuno a cui voelr bene per sempre è nato dentro di me....

Arriviamo alla macchina e a quel punto, incerta se piangere o ridere, se sedermi davanti accanto a Carlo o dietro accanto a lei, impacciata dai pantaloni che non si abbottonano più, decido di essere felice,e incautamente pronuncio una frase della quale non mi sarei mai ritenuta capace: “telefona subito a tua madre, e dille di venire da noi per qualche giorno”.

io creod che il parto ci travolga, la nasciata di un esserino tanto innocenti ci entra dentro in una maniera assurda, e la voglia che per lui sia tutto perfetto, sia un mondo sereno, è grande, talmente grande e reale che sentiamo dentro di noi una sensazioend i pace e beatitudine che non semrba vera.... il nostro bambino deve vivere in un mondo perfetto,e la felicità di mamma è la prima cosa importante per rendere il mondo del bimbi incantato....

Appena fuori dall’ospedale ho gettato una sguardo nuovo sul mondo. Possibile che tutta questa gente che cammina tranquilla per strada sia sgusciata fuori dalle gambe di una donna, trasfigurata dai nove mesi di gravidanza e lacerata dal dolori del parto?

mentre partorivo mi son detta, anche io sono uscita da li, ce la farò sicurament... solo che poi, quando mia mamma mi ha dettoche ei non ha sofferto tanto, mi sono resa conto die ssere sfigata ahah.... è una cosa strana, tutti siamo venuti al mondo così, grazie a persone che hanno sofferto per metterci al mondo.... il mondo è fatto di parti, di bambini che nascono e urlano per la rpiam volta con tutto il loro fiato...

Ascolto il mondo con le orecchie di un neonato e ogni rumore mi sembra di troppo, perfino la mia voce. Osservo i misteri di una vita agli inizi. Il volto non ancora segnato dalle pieghe dei ricordi ne attraversato da pensieri coscienti. Incontro uno sguardo limpido e attento, aperto alla scoperta e alla dolcezza.

i primi giorni a casa vivevo in silenzio per paura di disturbare il sonn della mia piccola. sono stati 3 giorni, in cui non respiravo quasi, per nond isturbarla. poi mi sono resa conto che anche con la musica lei rstava beata, e sono tornata a vivere....

Prima d’ora ho camminato anche io nel mondo, ho percorso molte strade, alcune mi hanno portato lontano. Ma questa è l unica che porta dentro di me.

ho finito, ho finito non preoccupatevi. anche se dubito che leggerete tutto ehehe,però io sono stata brava, ho letto!!!! ahahah

l ultima frase è forse una delel più vere, reale. credo che la stessa sensazioe che ho io l ha una donna di 50 se ha un bimbo in casa... la sensazioen di avere una vita piena, completa. la sensazione che questa è l unica cosa che ci riemp il cuor,e che ci fa volare lontano., che ci fa vivere....
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Messaggio da tati » mer gen 31, 2007 11:07 am

adesso ho letto il tuo...e ti dico, a me il lirbo è piaciuto. una dolce lettura, tranquilla. non mi sarei affacciata a questo genere di libro se non era per voi, e mi ha fatto bene. perchè qualcosa di reale ongi tanto serve leggerlo. calro, il marito, è una figura ambigua secondo me. perchè in fin deti conti anche se molto presente come padre, loro si allontanano tanto,e questo, non credo sia giusto nememno dopo una gravidanza. alla fine si ritrovano, ma io, dico io, non ce l avrei fatta,ad allontanarmi tanto, ad ormire sola, a non ricevare una coccola. perchè si, siamo ammme, ma oltre a questo siamo donne. siamo amiche, siamo essere uman. e abbiamo bisogno sempre di loro. sempre....

il titolo è bello, mamma senza paracadute... ci si butta in quest avventura, senza protezione... ma non ci si fa male, mai... è la caduta più bella in tutta la vita...
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Messaggio da paciulfa » mer gen 31, 2007 11:51 am

mmm

un po' la sensazione che hai avuto tu, di scarsa profondita' l'ho avuta anche io. e stonava perche' l'autrice ribadisce + volte di come la maternita' l'abbia indotta a smettere di correre e guardarsi intorno x cominciare a guardarsi dentro... ma poi?
certo, il resto lo abbiamo vissuto tutte chi + chi meno, e se da un lato fa piacere leggere questa comunanza di espereinze mammose, dall'altro lascia un non so che di... nulla! cioe', forse sarebbe + utile a chi mamma non e'.
e poi... non so, mi e' parso molto centrato sul tema mamma-donna che lavora, incompatibilita' frra le 2 cose, cosa ti impone la societa' al riguardo... ma poi alla fin fine ripensandoci mi sembra che non ci abbia detto mica nulla...
cioe' e' cosi', come se tutto fosse estremamente interessante, leggi x vedere come evolve il pensiero, e poi scopri che alla fine e' solo come accennato.
ah ah lo sto distruggendo! in realta' mi sono purer chiesta se non sia stata voluta la cosa, a sottolineare che insomma + di tanto non puoi scavare, che le cose non possono essere molto diverse... lei sembrava tenere molto al suo lavoro, invece ha scoperto quanto un figlio sia +... + tutto, ma non riesce a PRENDERE lo stesso una decisione, sta li' in bilico dall'inizio alla fine... non so, se puo' appunto voler dire che e' proprio questa la condizione a cui sono destinate le mamme, o almeno quelle che lavoravano o lavorano... non so, ma in questo caso non sono del tutto d'accordo.

tati, ma quanto hai scritto???!!!
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Messaggio da Rie » mer gen 31, 2007 11:55 am

Su Carlo probabilmente il mio giudizio è viziato dal fatto che, invece, appartengo ad una coppia complice, amante, dove però le (poche) risorse maschili a disposizione sono state usate per mantenere il ruolo di compagno a scapito di quello di padre. Soprattutto nei primi mesi, mio marito è stato un genitore solo in subordine, con delega quasi totale alla madre, e totale fiducia. Al più, protettore e non mammO.
Ero affascinata da Carlo perchè ha dato ad Eva quello che mio marito non ha dato ai miei figli. Pure troppo? Forse. In assenza di equilibrio, che invece c'è nella vostra famiglia, tati, l'altro esteremo mi intrigava...


Comunque grazie del punto di vista che mi ha fatta ripensare alla cosa e... va beh. Accontentiamoci delle cose belle che abbiamo ;)
E grazie delle tue altre riflessioni! Ci torno di nuovo con pià calma...
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Messaggio da Rie » mer gen 31, 2007 12:04 pm

paciulfa ha scritto:e poi... non so, mi e' parso molto centrato sul tema mamma-donna che lavora, incompatibilita' frra le 2 cose, cosa ti impone la societa' al riguardo... ma poi alla fin fine ripensandoci mi sembra che non ci abbia detto mica nulla...
cioe' e' cosi', come se tutto fosse estremamente interessante, leggi x vedere come evolve il pensiero, e poi scopri che alla fine e' solo come accennato.
ah ah lo sto distruggendo! in realta' mi sono purer chiesta se non sia stata voluta la cosa, a sottolineare che insomma + di tanto non puoi scavare
Visto l'abbassamento del mio QI da quando sono mamma, causa mancanza di tempo ed energie, potrei anche simpatizzare ahahahah!

Paciu, io la voglio vedere DOPO. Quando DEVE uscire dalla pausa del congedo di maternità & co.
Lì per me la protagonista la decisione la deve prendere per forza, anche... scegliendo di non scegliere. Ci vorrebbe il seguito del libro per scoprirlo :lol:

Certo, l'autrice pone il problema delle mamme lavoratrici.
La soluzione... ai posteri.
Secondo me in quest'epoca non esiste: ciascuno si adatta e inventa la sua, purtroppo non sempre appagante.
L'impressione che per lei il solo-Eva sia un po' castrante però io ce l'ho avuta, nonostante l'insistenza a dire di no...
paciulfa

Messaggio da paciulfa » mer gen 31, 2007 12:18 pm

appunto:
L'impressione che per lei il solo-Eva sia un po' castrante però io ce l'ho avuta, nonostante l'insistenza a dire di no...
e' un po' ambigua la cosa.

sono d'accordo che forse la risposta ora non ci sia, ma comunque sembra un libro non concluso. che sia appunto voluto x dimostrarlo o no, mi lascia un po' cosi'.
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