
... dicevo, Ginevra è sempre stata schiva e timorosa, come si conviene a una gatta abituata a uscire e confrontarsi con i pericoli del mondo esterno.
Con gli anni, e soprattutto negli ultimi due anni, è peggiorata parecchio; soprattutto è letteralmente terrorizzata da quell'ingresso in comune con i nostri vicini (ricordate, quello conteso per gli odori di cibo e deodorante?). Tanto spaventata da rifiutarsi di entrare o uscire se solo sente le loro voci dentro casa.
Attribuivo questa paura al fatto che il bimbo dei vicini, di 5 anni, ha sempre un tono di voce alto e stridulo.
Invece no.
Ieri ho aperto la porta di casa per far uscire Ginevra. Ho sentito che il bimbo e il papà stavano salendo le scale e sono rimasta a guardare.
La gatta ha esitato, poi ha deciso di uscire. Mette la testa fuori dalla gattaiola. Arriva il bambino e le sferra un calcio in direzione della sua testa. Fortunatamente la gatta è rapida e riesce facendo dietrofront a riscappare in casa.
Io sono rimasta malissimo. Vedere un bambino che tenta di prendere a calci un gatto mi ha letteralmente disgustata. La sua reazione è stata tanto istintiva che ho anche pensato che lo abbia già fatto altre volte. Magari anche con Leone, che pure lui ultimamente ha paura del corridoio.
Non sono stata capace di dire nulla se non, ad alta voce, che capivo perché i gatti fossero tanto spaventati. E ho chiuso la porta.
Ma non voglio che finisca così. Due parole al paparino vorrei proprio dirle. Perché se è vero che i gatti non piacciono a tutti, ci sono da considerare alcune cosette.
La prima, che la gatta c'era già quando questi signori hanno deciso di comprare casa qui. Odi i gatti? Vai altrove.
La seconda, che i maltrattamenti agli animali sono un reato. E io temo che un bambino cui non si spiega che un gatto non si può utilizzare come pallone da football, crescendo, potrebbe fare di peggio.
Ora però sono arrabbiata e disgustata e non saprei che parole usare.
Mi aiutate a ragionarci con freddezza?
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