cake nocciola e cioccolato con sciroppo di malvasia (alessandra
http://menuturistico.blogspot.com/)
per 4 persone
4 uova
150 g di zucchero di canna
150 g di farina integrale
50 g di farina 00
50 g di nocciole del Piemonte, già sgusciate (se poi sono di quelle a km 13 della Licia, ancora meglio)
50 g di cioccolato fondente (70%) oppure 50 g di gocce di cioccolato
10 g di cacao in polvere
20 g di biscotti sbriciolati
sale
burro per lo stampo
(io ho aggiunto un cucchaino di lievito per dolci)
per lo sciroppo
2 dl di Malvasia
80 g di zucchero semolato
per la glassa
100 g di zucchero a velo
2 cucchiai di Malvasia
Procedimento
Tritate molto finemente le nocciole nel mixer e spezzettate il cioccolato (potete anche usare delle gocce, se preferite). Lavorate i tuorli con metà dello zucchero, fino ad ottenere una crema soffice; da parte montate gli albumi, aggiungete lo zucchero rimasto e amalgamateli al composto dei tuorli; in ultimo, unite le farine setacciate col cacao e, alla fine, i pezzettetti di cioccolato. Mescolate bene e versate il tutto in uno stampo da plum cake precedentemente imburrato e cosparso di briciole di biscotti.
In forno statico a 190 gradi per 20 minuti; poi incidete con un coltello la superficie del dolce nel senso della lunghezza, così da permettergli di aprirsi e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Sfornate e lasciate intiepidire su una gratella.
Preparate lo sciroppo
Portare ad ebollizione il vino con lo zucchero, quindi spennellare tutto il dolce con lo sciroppo ottenuto. Lasciar raffreddare completamente il dolce
Per la glassa
Amalgamare lo zucchero a velo con il vino e stendere la glassa sul dolce. Lasciar raffreddare per alcune ore.
Miei cambiamenti
- la farina: la prima volta che ho preparato questo dolce, era perchè dovevo far fuori mezzo kg di farina integrale. Che, naturalmente, si è persa nei meandri della dispensa. E così, ho usato solo farina 00. L'ho poi rifatto con gli ingredienti originali e, in effetti, son due cose diverse. Però, sono ugualmente buone. Intendo dire che se non avete la farina integrale, potete anche provare con quella bianca e il risultato è comunque soddisfacente.
- i biscotti sbriciolati: ho usato le gocciole che mangiamo a colazione. Ma anche una galletta potrebbe andar bene o, meglio ancora, i pezzettini dei frollini che rimangono sul fondo della biscottiera: così, ricicliamo anche gli avanzi e ci mettiamo la coscienza in pace
- il Malvasia: questa è una ricetta di territorio (Langhe) e quindi il Malvasia è quello di Casorzo. Stavolta, ci sono andata vicino, perchè la cantina della famiglia del marito è più o meno in zona e quindi il loro Malvasia parla comunque piemontese, e pure langarolo: ma se avete altri passiti, vanno bene ugualmente
procedimento
- il nome: a battesimo, è "torta" ed in effetti non è propriamente un "cake". Se l'ho ribattezzato così è solo per la forma, che è anche quella dell'originale, ma del cake non ha nè gli ingredienti (manca il burro) nè la lavorazione.
- gli ingredienti originali non prevedono il lievito, il che è proprio di certi cake: io, però, un cucchiaino lo metto sempre e così ho fatto anche questa volta: lievito per dolci, setacciato insieme al cacao e ale farine
- anche se dalla ricetta sembrerebbe il contrario, non montate troppo gli albumi: è un consiglio dato da Santin, tempo fa, a cui mi sono sempre scrupolosamente attenuta (ogni tanto, dò retta a qualcuno) constatando ogni volta che il Maestro aveva ragione. Più monti, prima, più devi smontare dopo, per cercare di amalgamare l'albume al composto- e addio sofficità. Fate così: appena gli albumi non scivolano lungo i bordi del contenitore usato per montarli, aggiungete lo zucchero, a cucchiaiate, sempre montando. Appena lo zucchero è bene amalgamato, unite due cucchiai di albume al vostro composto, mescolando bene, per ammorbidire il tutto: e poi, un cucchiaio per volta, aggiungetelo al resto, incorporandolo dal basso verso l'alto, perchè non smonti.
- cottura: a 190 gradi, forno statico, un cake impiega 40 minuti a cuocere, nel mio forno. A volte, è necessario che copra la superficie con un foglio di alluminio, per evitare che scurisca. Non condivido - e difatti, ho saltato il passaggio- il taglio longitudinale del cake, per due motivi: in primis, perchè di solito il cake si "spacca" da solo. Di sicuro c'è una spiegazione, che ha a che fare con il rapporto fra la forza della spinta e quella della massa etc etc, ma come sapete, la scienza in cucina e cosa buona e giusta- e se sta fuori dalla mia, ancora di più. Ma soprattutto mi è stato insegnato che quando si cuociono dei lievitati guai ad aprire il forno, specie nella prima fase di cottura. Secondo me, 20 minuti son troppo pochi per un simile azzardo- e così ho lasciato perdere. Anche perchè non ho ancora capito l'utilità del procedimento...
- sciroppo: la ricetta non lo dice, ma voi dovere fare uno sciroppo: quindi, non basta portare il vino ad ebollizione, ma bisogna anche farlo bollire per un po, fino a quando si addensa e prende un colore traslucido: casseruolino dal fondo normale (non spesso, che sennò non la finite più), fornello più piccolo, fiamma media, occhi puntato sullo sciroppo e qualche minuto di cottura, dal bollore. Appena vedete che si è ridotto di volume e si è addensato, è pronto
- glassa: non l'ho messa. Quello che vedete nella foto è l'effetto dello sciroppo, e a me piaceva così. Anche perchè le dosi indicate dalla ricetta sono per una glassa "lenta", se mi passate il termine, non bella densa come quelle solite- e alora mi sembrava di fare un doppione. Se siete particolarmente amanti dello zucchero, nulla vi vieta il doppio strato.
Personalmente, questo è il classico dolce da dopocena, dopo teatro, dopo cinema, dopo tutto, insomma: d'obbligo è un bicchiere di vino liquoroso o di Porto, visto che il cioccolato c'è e si sente e un po' di freddo fuori, perchè un propriamente estivo non è. Però, fidatevi, è uno spettacolo..