Sono seduta in bagno quando sento un colpo e un frastuono fortissimi sulla scala esterna. Agghiacciata corro alla finestra.
La scena è spaventosa: mio marito giace lungo disteso a metà scala. Rivoli di sangue gli scorrono lungo il viso e la nuca, fino a formare una pozza su di un gradino.
Corro fuori in pigiama con le lacrime agli occhi, e capisco il perché della caduta: un sottile strato di ghiaccio ricopre i gradini. Lui è sveglio ma giallo in viso e stordito, fatica a muoversi, ha freddo. Riesce a mettersi seduto ma si accascia, entro a prendere dei panni per asciugare il sangue ma lui in qualche modo entra in casa. Deve risedersi, la vista gli si annebbia, ha maglietta, maglione e giubbotto intrisi di sangue.
Faccio vestire Alice in tutta fretta, asciugo la scala - Dio mio, quanto sangue! - mi cacciò addosso qualcosa, butto due cose in una borsa e via in ospedale.
Codice giallo, per fortuna: in un PS affollatissimo di persone, virus e batteri lui attende solo pochi minuti, ma entra solo, essendo vigile e collaborante.
Iniziano lunghe ore di attesa. Alice non vuole andare dai nonni, è in pensiero per il padre. C'è anche l'altra figlia (avvertita subito perché avrebbe dovuto venire a teatro con noi) che continua a messaggiarmi richieste di novità che non arrivano.
Fortunatamente incontro una signora che conosco, con la bimba, e chiacchierando inganniamo l'attesa.
Alle due finalmente compare a una porta laterale. Sospiro di sollievo: dopo TAC, radiografie multiple ed ecografia addominale escludono lesioni interne. Ha diversi punti in testa, e deve restare in PS in osservazione fino a sera.
Ora dorme sul divano, ma devo svegliarlo ogni due ore. Ha mangiato, sembra star meglio anche se ha dolori ovunque: testa, collo, schiena, braccia.
Sul referto ho trovato scritto "Paziente GIOVANE, in ottime condizioni generali di salute"... Ha 56 anni

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