Celiachia e situazioni sgradevoli
Inviato: gio dic 17, 2015 8:05 pm
Copio, dietro autorizzazione, un post pubblicato dalla mia musa cuoca celiaca. Una cosa che è successa a suo figlio per me assolutamente inconcepibile. So che qui ci sono molte insegnanti, quindi vorrei che commentassero loro perché io divento una belva feroce di fronte a queste situazioni.
E' una continua lotta per non essere discriminati, ma sembra una lotta senza possibilità di vittoria.
L'autrice del post è Stefania Oliveri, mia cara amica, che ho invitato a venire nel forum.
"Sono incavolata nera. No, sono incazzatissima e anche di più. Ditemi voi cosa fareste al posto mio.
In questo periodo una nota azienda di panettoni artigianali gira tutte le scuole per vendere i panettoni e una parte del ricavato va in beneficenza. Ovviamente chi si è occupato di beneficenza sa quanto è la parte che va in beneficenza, ma va bene, non è questo il problema.
Così in classe da mio figlio hanno deciso di comprarne uno e di mangiarlo tutti insieme l'ultimo giorno di scuola, per festeggiare. Spesa a ragazzino 70 centesimi.
Per la prima volta mio figlio, ha deciso di far presente che lui non potrà mangiarlo essendo celiaco e non voleva contribuire alla spesa.
Ovviamente i ragazzini hanno cercato di fargli pagare i 70 centesimi, ma essendo ragazzini ci sta che non si rendano conto della situazione.
Così hanno interpellato la professoressa che ha detto a mio figlio di pagare i 70 centesimi, che tanto vanno in beneficenza e che il giorno della festa si assenti così non vede gli altri mangiare...
Ma sono solo io che vedo in questa situazione una cosa gravissima???
Cioè ha mortificato mio figlio di fronte a tutta la classe per una cosa che lui non può fare, non ha visto il suo gesto come un atto coraggioso di ammettere la propria condizione di malato (migliaia di celiaci si vergogna del fatto di essere celiaci e lo sentono e lo vivono come una colpa) e l'ho umiliato costringendolo non solo a pagare, ma presentandolo come pidocchioso e capriccioso di fronte a tutti.
Non dico che la soluzione fosse di non far mangiare a tutti il panettone, ma poteva essere una lezione per tutti dire a mio figlio di pagare e interessarsi comunque a trovare una soluzione per far mangiare anche lui.
Cosa avrebbero pensato 20 ragazzi di pagare 70 centesimi e regalare il panettone a qualcuno bisognoso ( e a Palermo ne abbiamo a bizzeffe) e fare vera beneficenza e restare a bocca asciutta? E comunque cosa erano 70 centesimi divisi per 20 ragazzi, accogliendo la richiesta, non un capriccio, di non condivisione del panettone che non può mangiare??? Quanti occasioni mio figlio ha per fare beneficenza senza che questo lo costringa a sentirsi escluso???
Ora lo so che ci saranno un sacco di persone che mi diranno che il problema di mio figlio non è grave come avere una di quelle malattie per cui si muore, ma vi assicuro che ringrazio Dio ogni giorno per questo, ma non per questo tutto è facile e ogni santo giorno essere costretti a subire l'esclusione non è facile per nessuno e men che mai per un adolescente!!!"
A voi la risposta.
E' una continua lotta per non essere discriminati, ma sembra una lotta senza possibilità di vittoria.
L'autrice del post è Stefania Oliveri, mia cara amica, che ho invitato a venire nel forum.
"Sono incavolata nera. No, sono incazzatissima e anche di più. Ditemi voi cosa fareste al posto mio.
In questo periodo una nota azienda di panettoni artigianali gira tutte le scuole per vendere i panettoni e una parte del ricavato va in beneficenza. Ovviamente chi si è occupato di beneficenza sa quanto è la parte che va in beneficenza, ma va bene, non è questo il problema.
Così in classe da mio figlio hanno deciso di comprarne uno e di mangiarlo tutti insieme l'ultimo giorno di scuola, per festeggiare. Spesa a ragazzino 70 centesimi.
Per la prima volta mio figlio, ha deciso di far presente che lui non potrà mangiarlo essendo celiaco e non voleva contribuire alla spesa.
Ovviamente i ragazzini hanno cercato di fargli pagare i 70 centesimi, ma essendo ragazzini ci sta che non si rendano conto della situazione.
Così hanno interpellato la professoressa che ha detto a mio figlio di pagare i 70 centesimi, che tanto vanno in beneficenza e che il giorno della festa si assenti così non vede gli altri mangiare...
Ma sono solo io che vedo in questa situazione una cosa gravissima???
Cioè ha mortificato mio figlio di fronte a tutta la classe per una cosa che lui non può fare, non ha visto il suo gesto come un atto coraggioso di ammettere la propria condizione di malato (migliaia di celiaci si vergogna del fatto di essere celiaci e lo sentono e lo vivono come una colpa) e l'ho umiliato costringendolo non solo a pagare, ma presentandolo come pidocchioso e capriccioso di fronte a tutti.
Non dico che la soluzione fosse di non far mangiare a tutti il panettone, ma poteva essere una lezione per tutti dire a mio figlio di pagare e interessarsi comunque a trovare una soluzione per far mangiare anche lui.
Cosa avrebbero pensato 20 ragazzi di pagare 70 centesimi e regalare il panettone a qualcuno bisognoso ( e a Palermo ne abbiamo a bizzeffe) e fare vera beneficenza e restare a bocca asciutta? E comunque cosa erano 70 centesimi divisi per 20 ragazzi, accogliendo la richiesta, non un capriccio, di non condivisione del panettone che non può mangiare??? Quanti occasioni mio figlio ha per fare beneficenza senza che questo lo costringa a sentirsi escluso???
Ora lo so che ci saranno un sacco di persone che mi diranno che il problema di mio figlio non è grave come avere una di quelle malattie per cui si muore, ma vi assicuro che ringrazio Dio ogni giorno per questo, ma non per questo tutto è facile e ogni santo giorno essere costretti a subire l'esclusione non è facile per nessuno e men che mai per un adolescente!!!"
A voi la risposta.