Giornata "tranquilla"!

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tati
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Re: Giornata

Post by tati »

Forse pretendono troppo da loro stessi, o non hanno le armi giuste per affrontare i problemi.
In classe di Eli ce ne è uno solo, ma anche la sorella di una mia grande amica è così. gocce da mattina a sera, e crisi ogni volta che la situazione cambia anche leggermente.

Sembra non siano capaci di affrontare anche le minimi difficoltà, e secondo me questa paura di fondo di ogni cambiamento è anche colpa dei genitori effettivamente. Non diamo loro le carte giusto per saper gestire le minime cose.
Io ci provo, faccio capire loro cosa è importante e cosa no, come reagire. Sono tutti e tre molto diversi, e spero che diventino forti e capaci di affrontare tutto.


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Trilli
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Re: RE: Re: Giornata

Post by Trilli »

Seem83 wrote:
Trilli wrote:Abbiamo più alunni che assumono psicofarmaci fin dai 10-11 anni (Ritalin, Laroxyl...) senza contare quelli che sono costretti per via dell'epilessia.
C'è poi tutta la vasta gamma dei mal di pancia, mal di testa, ecc in occasione di verifiche o interrogazioni. Lì è difficile capire qual è il confine fra dolore psicosomatico e furberia.
Io non ricordo davvero nessun compagno, alle medie, che avvertisse sintomi simili.
Forse dobbiamo ripensare all'educazione dei nostri figli...

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Non capisco cosa intendi per ripensare all'educazione dei nostri figli...
L'epilessia non è condizionata dall'educazione.
Io ho scritto che diversi alunni, oltre a quelli epilettici, prendono già psicofarmaci a 11 anni. Per stati ansiosi o iperattività.
E che ce ne sono molti altri che hanno sintomi di tipo psicosomatico di fronte alle difficoltà. Non sanno affrontarle. Né sanno accettare il passo falso, la frustrazione, l'imprevisto.


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Trilli
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Re: RE: Re: R: Giornata "tranquilla"!

Post by Trilli »

Lucia76 wrote:Per un paio di casi che hai descritto, io avrei chiamato famiglia e/o ambulanza senza neanche pensarci.
È vero che fanno le medie, è vero che sono aumentati i casi di "disturbi di ansia", ma purtroppo aumenta anche l'uso di sostanze ed è sempre più precoce. E a parte questo potrebbero essere reazioni allergiche o chissà quali problemi che magari non si sanno gestire, quindi per tutto ciò che và al di fuori di un "semplice" attacco di panico io chiamerei senza esitare la famiglia e/o il 118.

Il perchè poi l'ansia sia sempre più diffusa... è un discorso molto vasto e profondo secondo me, di sicuro la competizione e l'ansia da prestazione che si respira in troppi ambienti e famiglie nuoce parecchio.
No, no, le ragazze che sono state male non avevano assunto nulla e non hanno avuto un attacco allergico. Non è la prima volta che hanno un attacco di questo tipo, lo scorso anno sono venuti quelli del 118 più volte. Per poi andar via infuriati per la perdita di tempo (e soprattutto di chiamate da parte di gente che stava male davvero).
Quella con la tachicardia prende Ritalin e la famiglia è perfettamente al corrente degli effetti collaterali.

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Azur
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Re: Giornata

Post by Azur »

tati wrote:Sembra non siano capaci di affrontare anche le minimi difficoltà, e secondo me questa paura di fondo di ogni cambiamento è anche colpa dei genitori effettivamente. Non diamo loro le carte giusto per saper gestire le minime cose.
Quoto.
Sicuramente la nostra generazione di genitori è iperprotettiva, e le conseguenze sono innegabili.
Da una parte i ragazzini non sono più abituati a cavarsela da soli in nulla (le cartelle o le borse per lo sport preparate ancora dalla mamma a 10 anni, ragazzini di 9 anni seguiti dalle madri negli spogliatoi dello sport del momento...)
dall'altra sono spesso cresciuti con un'idea di onnipotenza mai contrastata (il bambino spesso figlio/nipote unico al centro di mille attenzioni di mille adulti).

Metti insieme queste due cose, e ci vuole poco ad arrivare al crollo al primo imprevisto...
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Lella
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Re: RE: Re: Giornata

Post by Lella »

Azur wrote:
tati wrote:Sembra non siano capaci di affrontare anche le minimi difficoltà, e secondo me questa paura di fondo di ogni cambiamento è anche colpa dei genitori effettivamente. Non diamo loro le carte giusto per saper gestire le minime cose.
Quoto.
Sicuramente la nostra generazione di genitori è iperprotettiva, e le conseguenze sono innegabili.
Da una parte i ragazzini non sono più abituati a cavarsela da soli in nulla (le cartelle o le borse per lo sport preparate ancora dalla mamma a 10 anni, ragazzini di 9 anni seguiti dalle madri negli spogliatoi dello sport del momento...)
dall'altra sono spesso cresciuti con un'idea di onnipotenza mai contrastata (il bambino spesso figlio/nipote unico al centro di mille attenzioni di mille adulti).

Metti insieme queste due cose, e ci vuole poco ad arrivare al crollo al primo imprevisto...
Sono d'accordo e aggiungo l'eccessiva "ingerenza" nel lavoro svolto dagli educatori (insegnanti, allenatori ) spesso pronti a contestare metodi, voti, note.

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Re: RE: Re: RE: Re: Giornata

Post by Trilli »

Lella wrote:
Azur wrote:
tati wrote:Sembra non siano capaci di affrontare anche le minimi difficoltà, e secondo me questa paura di fondo di ogni cambiamento è anche colpa dei genitori effettivamente. Non diamo loro le carte giusto per saper gestire le minime cose.
Quoto.
Sicuramente la nostra generazione di genitori è iperprotettiva, e le conseguenze sono innegabili.
Da una parte i ragazzini non sono più abituati a cavarsela da soli in nulla (le cartelle o le borse per lo sport preparate ancora dalla mamma a 10 anni, ragazzini di 9 anni seguiti dalle madri negli spogliatoi dello sport del momento...)
dall'altra sono spesso cresciuti con un'idea di onnipotenza mai contrastata (il bambino spesso figlio/nipote unico al centro di mille attenzioni di mille adulti).

Metti insieme queste due cose, e ci vuole poco ad arrivare al crollo al primo imprevisto...
Sono d'accordo e aggiungo l'eccessiva "ingerenza" nel lavoro svolto dagli educatori (insegnanti, allenatori ) spesso pronti a contestare metodi, voti, note.

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Giusto un paio di esempi.
Competizione di karate interna alla società locale. I genitori hanno contestato le valutazioni attribuite dai maestri, con una veemenza tale da costringerli al cazziatone.
Squadra di pallavolo allenata dalla mia vicina (ragazzine di 12 anni). La mamma non manda più la figlia alle partite perché una volta ha giocato solo 5 minuti
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Rie
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Re: Giornata

Post by Rie »

Tutta la mia solidarietà per quella giornata allucinante!

Sul resto... mi hai fatta riflettere. E' tutto un universo di cui non ho consapevolezza perché, anzi, mio figlio Alex ha TROPPA autostima e TROPPO POCA angoscia per le verifiche/la competizione. E a dirla tutta, pensando agli esempi sulle società sportive che avete fatto, per il basket dei ragazzi ne ho scelta una poco competitiva apposta, che punta sulla partecipazione di tutti e non sulla vittoria.

Siamo iperprotettivi? Forse. Su questo faccio mea culpa. Alex al momento è in gita con l'oratorio, non risponde al cellulare e sono nervosa. Ai nostri tempi si spariva tranquillamente per giorni e ogni tanto si chiamava dal telefono a gettoni.
Eppure non vedo il nesso tra l'essere iperprotettivi e l'avere questi fenomeni di ansia nelle nuove generazioni. Chi è sempre protetto non si sente, piuttosto, impunito?
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Trilli
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Re: RE: Re: Giornata

Post by Trilli »

Rie wrote:Tutta la mia solidarietà per quella giornata allucinante!

Sul resto... mi hai fatta riflettere. E' tutto un universo di cui non ho consapevolezza perché, anzi, mio figlio Alex ha TROPPA autostima e TROPPO POCA angoscia per le verifiche/la competizione. E a dirla tutta, pensando agli esempi sulle società sportive che avete fatto, per il basket dei ragazzi ne ho scelta una poco competitiva apposta, che punta sulla partecipazione di tutti e non sulla vittoria.

Siamo iperprotettivi? Forse. Su questo faccio mea culpa. Alex al momento è in gita con l'oratorio, non risponde al cellulare e sono nervosa. Ai nostri tempi si spariva tranquillamente per giorni e ogni tanto si chiamava dal telefono a gettoni.
Eppure non vedo il nesso tra l'essere iperprotettivi e l'avere questi fenomeni di ansia nelle nuove generazioni. Chi è sempre protetto non si sente, piuttosto, impunito?
Si è iperprotetti a casa.
A scuola, chi più chi meno, gli insegnanti hanno delle "pretese". Delle regole, con relative sanzioni. E, per quanto noi (genitori) auspichiamo sempre la condivisione dei metodi educativi, c'è sempre qualche insegnante che la pensa diversamente.
Ciò genera una frustrazione (in termini di voti o altri tipi di gratificazione e quindi di aspettative frustrate) che molti non riescono a gestire.

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