Nat ha scritto:Azur ha scritto:Paola ha scritto:Ma se non sono riusciti in Francia, dove il percorso è iniziato 30 anni fa, dove per tanti non v'è stato nemmeno il problema della lingua, dove il welfare è forte, come pensiamo di riuscirci?
E infatti io non sono ottimista.
Sono convinta che l'unica strada sia quella, istruzione E integrazione
(e non l'inglobamento/annullamento delle altre culture, che quello genera solo rabbia a lungo termine).
Ma non sono ottimista sul fatto che sia raggiungibile in questo momento storico.
Ci vorrebbero grandi risorse, un lavoro enorme e una forte volontà politica, che per certo non abbiamo.
Smantellare i quartieri ghetto, che come dice Nat non portano nulla di buono,
finanziare mille progetti per la scuola e i ragazzi,
e un'atmosfera certo diversa da quella generata dagli amici di Salvini...
Come d'altronde sono convinta che la strada per fermare l'immigrazione indiscriminata sia la stessa: istruzione e creazione di possibilità in loco.
Ma anche a fare questo non c'è nessun interesse.
ma Lela i quatieri ghetto non si possono smantellare
sono loro a voler stare tutti insieme (comprensibile)
io ti parlo di ciò che vedo ma, viste anche le esperienze di Julia, non è così ovunque.
Sicuramente all'inizio si approda nel quartiere ghetto, ma in un secondo momento chi può andare va altrove.
in quel tipo di periferie non si vive bene e chi ha un'alternativa se ne va, ma gli affitti sono alti altissimi e molti agli stranieri non affittano e allora ti fermi, sperando per te e peri tuoi figli che con l'andare del tempo le cose cambino.
Nel frattempo i bimbi crescono, mantenendo uno stile di vita schizofrenico (avete presente il film della ragazzina angloindiana che voleva fare la calciatrice?), e ciò che c'è nei cortili è degrado e microcriminalità.
i padri, spesso unica figura autorevole della famiglia, lavorano dalla mattina alla sera, e i ragazzotti sono allo sbando (il tasso di abbandono scolastico tra gli stranieri è più alto) e fanno cazzate, spesso grosse.
La scuola fa quello che può (le scuole di frontiera come quella frequentata da Tommaso fanno un lavoro ECCEZIONALE) ma se poi fuori non ci sono risorse per allontanare i ragazzi (tutti eh italiani e non) dal marciapiede la via è segnata.
Crescendo spesso si ricompattano le etnie e quindi l'amico italiano/straniero con cui spacciavi, diventa tuo concorrente, tuo nemico e qui si infilano i Salvini.
Capite che un casino simile non si può risolvere solo con la repressione? Se non si inizerà a pensare a una strada sensata che conduca all'integrazione di tutti (italiani compresi9 e che passi attraverso agenzie educative pubbliche (scuola per prima) e non attraverso, spesso facinorose, associazioni di terzo settore che assumono come educatori passanti, che pagano meno di una donna delle pulizie, le cose non possono che peggiorare.