L'addio a un luogo del cuore
Inviato: dom ott 25, 2015 8:34 am
Vi è capitato, nella vita, di avere ricordi, sentimenti, immagini preziose legati a un luogo?
A noi sì. Ci è capitato con il Tipperary, la casa che vedete nell'immagine. Sperduta nei boschi piemontesi, aperti da una parte su uno scorcio del Monte Rosa, dall'altra sull'azzurro lontano del Lago Maggiore.
Un posto che è stato un sogno.
In più di un senso.
Negli anni 70, quando io ero piccolissima, i miei genitori lo acquistarono e ristrutturarono un po' per volta. Le loro risorse non erano molte, ma l'entusiasmo sì.
Era bellissimo e quieto, lassù.
Ho impastato zuppe di terra e trifogli alla fontana quando ero bambina, letto libri per pomeriggi interi sotto al carpino da adolescente, giocato rotolandomi sull'aia con i miei figli da donna adulta.
E c'è una storia, da raccontare. Lo sapete perché si chiamava Tipperary? Perché era il suo nome in codice di base partigiana durante la resistenza, in quelle zone molto presente e spesso sanguinosamente repressa.
Prima di allora, nell'800 è stato la casa di un prete (le rovine che vedete sulla sinistra, nella foto, sono quelle di una piccola cappella), poi di una famiglia di pastori, poi un ristorante. I proprietari lo abbandonarono. Di qui l'uso come base partigiana, e trent'anni dopo toccò a noi.
Ecco... è venuto il tempo di passare il testimone.
Settimana scorsa il nostro Tipperary è stato venduto.
Lo abbiamo salutato con un pizzico di malinconia.
Ma anche con un sorriso.
Perché la sua storia continua! I nuovi acquirenti sono giovani e pieni di entusiasmo come lo erano un tempo i miei genitori. Si occupano di accoglienza ai disabili e vogliono farne una struttura attrezzata anche per loro.
Credo che sia in ottime mani. E che ci saranno altre persone ad avere bei ricordi di questa casetta nel bosco che ci è stata così cara.
E voi? Avete mai detto addio a un vostro luogo del cuore?
A noi sì. Ci è capitato con il Tipperary, la casa che vedete nell'immagine. Sperduta nei boschi piemontesi, aperti da una parte su uno scorcio del Monte Rosa, dall'altra sull'azzurro lontano del Lago Maggiore.
Un posto che è stato un sogno.
In più di un senso.
Negli anni 70, quando io ero piccolissima, i miei genitori lo acquistarono e ristrutturarono un po' per volta. Le loro risorse non erano molte, ma l'entusiasmo sì.
Era bellissimo e quieto, lassù.
Ho impastato zuppe di terra e trifogli alla fontana quando ero bambina, letto libri per pomeriggi interi sotto al carpino da adolescente, giocato rotolandomi sull'aia con i miei figli da donna adulta.
E c'è una storia, da raccontare. Lo sapete perché si chiamava Tipperary? Perché era il suo nome in codice di base partigiana durante la resistenza, in quelle zone molto presente e spesso sanguinosamente repressa.
Prima di allora, nell'800 è stato la casa di un prete (le rovine che vedete sulla sinistra, nella foto, sono quelle di una piccola cappella), poi di una famiglia di pastori, poi un ristorante. I proprietari lo abbandonarono. Di qui l'uso come base partigiana, e trent'anni dopo toccò a noi.
Ecco... è venuto il tempo di passare il testimone.
Settimana scorsa il nostro Tipperary è stato venduto.
Lo abbiamo salutato con un pizzico di malinconia.
Ma anche con un sorriso.
Perché la sua storia continua! I nuovi acquirenti sono giovani e pieni di entusiasmo come lo erano un tempo i miei genitori. Si occupano di accoglienza ai disabili e vogliono farne una struttura attrezzata anche per loro.
Credo che sia in ottime mani. E che ci saranno altre persone ad avere bei ricordi di questa casetta nel bosco che ci è stata così cara.
E voi? Avete mai detto addio a un vostro luogo del cuore?