La verità sul caso Harry Quebert

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Scilla
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La verità sul caso Harry Quebert

Messaggio da Scilla » gio ago 28, 2014 2:54 pm

Ho ordinato su librincasa un libro di Vitali mi pare galeotto fu il collier una cosa simile
Mi attirava il titolo, vi saprò dire


Scilla's iPhone!!!!


Trilli
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Re: R: La verità sul caso Harry Quebert

Messaggio da Trilli » gio ago 28, 2014 3:19 pm

scilla ha scritto:Ho ordinato su librincasa un libro di Vitali mi pare galeotto fu il collier una cosa simile
Mi attirava il titolo, vi saprò dire


Scilla's iPhone!!!!
Letto.
A me Vitali come lettura di evasione piace molto. Anche per motivi sentimentali (ho bei ricordi nei luoghi dove ambienta i suoi romanzi)
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caterina
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Re: La verità sul caso Harry Quebert

Messaggio da caterina » lun ott 27, 2014 1:31 pm

Lo avete già letto tutti, vero?
Lo so, lo so... sono in colpevolissimo ritardo. Cosa posso dire per giustificarmi? Che non mi fidavo di chi mi diceva leggilo Kate, ti piacerà. Che non mi fidavo quando mi dicevano non è proprio un giallo-giallo Kate, leggilo e vedrai.
Non mi sono fidata vedendo tutte quelle pagine una sopra all'altra sapendo che difficilmente posso lasciare un libro a metà (a parte la Pancol e la Sanchez ovviamente).
Poi mi sono decisa, mi sono detta che non potevo rimanere l'unica a non aver letto quel mattonazzo lì.
Ed ora, a lettura finita, posso dire la mia (anche se dubito che interessi davvero a qualcuno di voi. Ma la dico ugualmente!).
Ebbene, ho apprezzato due cose:
La prima è un dettaglio prettamente letterario, e mi riferisco agli incipit di capitolo nei quali Harry regala a Marcus consigli per diventare un bravo scrittore.
Alcuni sono davvero molto belli, commoventi a loro modo.
La seconda invece si riferisce alla struttura dal romanzo stesso. Credo che Dicker abbia fatto un lavoro incredibilmente abile di scrittura. Un romanzo che alla fine, per quello che mi compete, risulta per lo più un fantastico esercizio stilistico.
Tanti personaggi, tanti (troppi) colpi di teatro, tante diverse scene, tanti livelli narrativi, tanti periodi storici differenti (dagli anni 50 agli anni 60 agli anni 70 al 2008) e tanti modi diversi (e punti di vista diversi) per raccontare al lettore i fatti avvenuti. Per raccontarci chi era Harry, chi è Harry, chi era Marcus, chi è Marcus, chi era Nola (chi era, Nola?).
Il punto quindi non è la storia raccontata, non credo. O almeno... non è quello ciò che mi ha colpito.
La differenza a questo punto sta nel COME è raccontata quella storia.
Ciò che fa la differenza in una storia, io penso, è chi la racconta.
Un po' come con le barzellette, no?
Il 90% di una barzelletta è fatto da chi la racconta. Il tono, la gestualità, la mimica.
Credo sia la stessa cosa.
La trama di questo romanzo non aggiunge niente di nuovo al panorama internazionale, non ha idee innovative o colpi di scena mai visti. Non ha inventato niente, Dicker.
Certamente ha trovato il MODO giusto per raccontarci la sua storia, e lo ha fatto in maniera davvero ammirabile.
Un vero giocoliere.
Un lavoro molto lungo e minuzioso.
Una fantasia incredibile.
Invidia!
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Re: R: La verità sul caso Harry Quebert

Messaggio da Trilli » lun ott 27, 2014 2:35 pm

Caterina ha scritto:Lo avete già letto tutti, vero?
Lo so, lo so... sono in colpevolissimo ritardo. Cosa posso dire per giustificarmi? Che non mi fidavo di chi mi diceva leggilo Kate, ti piacerà. Che non mi fidavo quando mi dicevano non è proprio un giallo-giallo Kate, leggilo e vedrai.
Non mi sono fidata vedendo tutte quelle pagine una sopra all'altra sapendo che difficilmente posso lasciare un libro a metà (a parte la Pancol e la Sanchez ovviamente).
Poi mi sono decisa, mi sono detta che non potevo rimanere l'unica a non aver letto quel mattonazzo lì.
Ed ora, a lettura finita, posso dire la mia (anche se dubito che interessi davvero a qualcuno di voi. Ma la dico ugualmente!).
Ebbene, ho apprezzato due cose:
La prima è un dettaglio prettamente letterario, e mi riferisco agli incipit di capitolo nei quali Harry regala a Marcus consigli per diventare un bravo scrittore.
Alcuni sono davvero molto belli, commoventi a loro modo.
La seconda invece si riferisce alla struttura dal romanzo stesso. Credo che Dicker abbia fatto un lavoro incredibilmente abile di scrittura. Un romanzo che alla fine, per quello che mi compete, risulta per lo più un fantastico esercizio stilistico.
Tanti personaggi, tanti (troppi) colpi di teatro, tante diverse scene, tanti livelli narrativi, tanti periodi storici differenti (dagli anni 50 agli anni 60 agli anni 70 al 2008) e tanti modi diversi (e punti di vista diversi) per raccontare al lettore i fatti avvenuti. Per raccontarci chi era Harry, chi è Harry, chi era Marcus, chi è Marcus, chi era Nola (chi era, Nola?).
Il punto quindi non è la storia raccontata, non credo. O almeno... non è quello ciò che mi ha colpito.
La differenza a questo punto sta nel COME è raccontata quella storia.
Ciò che fa la differenza in una storia, io penso, è chi la racconta.
Un po' come con le barzellette, no?
Il 90% di una barzelletta è fatto da chi la racconta. Il tono, la gestualità, la mimica.
Credo sia la stessa cosa.
La trama di questo romanzo non aggiunge niente di nuovo al panorama internazionale, non ha idee innovative o colpi di scena mai visti. Non ha inventato niente, Dicker.
Certamente ha trovato il MODO giusto per raccontarci la sua storia, e lo ha fatto in maniera davvero ammirabile.
Un vero giocoliere.
Un lavoro molto lungo e minuzioso.
Una fantasia incredibile.
Invidia!
A me interessa e come, il tuo parere.
Dicker ne esce un po' come il Manzoni dei Promessi Sposi, insomma ;-)
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