Bambini: risorsa o problema?
- la Martina
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- Iscritto il: mer set 30, 2009 11:05 am
ho letto fino a qui.lenina ha scritto:quindi è giusto che la mamma abbia il diritto di stare a casa se il bimbo è malato?
E come la mettiamo con il fatto che i datori di lavoro se viene riconosciuto alle donne questo diritto le pagano meno?
Perchè sarebbe la cosa migliore, ma mi è stato fatto notare che non è attuabile perchè il lavoro viene prima (se no non lamentiamoci che non vogliono le donne nel mondo del lavoro)
Che poi potrebbe starci anche il papà (a quel punto non assumerebbero più neppure gli uomini?)
Appunto, anche questo tipo di incombenza dovrebbe essere ripartita indifferentemente fra padre e madre (e qui è più un discorso culturale che legislativo) e a quel punto non ci sarebbe più lo svantaggio delle donne nell'essere assunte, soprattutto se il congedo parentale obbligatorio esistesse anche per i padri. E non avrebbe più senso che le retribuzioni fossero inferiori.
Però queste sono cose che in parte dovrebbero essere previste da una politica all'avanguardia, ma in parte possono anche venire da noi, dalle famiglie. Perché gli uomini hanno diritto a quei giorni per malattia dei figli come le donne, e gli uomini possono già adesso usufruire del congedo parentale.
Quanti qui (presenti o mariti) ne hanno usufruito?
I cambiamenti non devono necessariamente venir imposti dall'alto, ma possono anche nascere dal basso.
dai 12 mesi ai 18 di giovanni mio marito è stato a casa due giorni a settimana in paternità impazzendo letteralmente perche ovviamente il carico di lavoro era lo stesso.. Però gli è anche piaciuta tanto questa esperienza. Poi però a lungo andare è diventata impraticabile proprio per riuscire a stare' ' sul mercato..
noi lo facciamo, stabiliamo, di volta in volta, chi dei due possa assentarsi dal lavoro in quel momento.Cos73 ha scritto:ho letto fino a qui.
Appunto, anche questo tipo di incombenza dovrebbe essere ripartita indifferentemente fra padre e madre (e qui è più un discorso culturale che legislativo) e a quel punto non ci sarebbe più lo svantaggio delle donne nell'essere assunte, soprattutto se il congedo parentale obbligatorio esistesse anche per i padri. E non avrebbe più senso che le retribuzioni fossero inferiori.
Però queste sono cose che in parte dovrebbero essere previste da una politica all'avanguardia, ma in parte possono anche venire da noi, dalle famiglie. Perché gli uomini hanno diritto a quei giorni per malattia dei figli come le donne, e gli uomini possono già adesso usufruire del congedo parentale.
Quanti qui (presenti o mariti) ne hanno usufruito?
I cambiamenti non devono necessariamente venir imposti dall'alto, ma possono anche nascere dal basso.
daniele ha un part-tima verticale e si occupa di tommaso , e si occuperà di erica, esattamente quanto me.
però veniamo guardati come mosche bianche e nella famiglia di daniele la nostra scelta non è mai stata vista di buon occhjo
è vero anche questo, spesso la donna ha un posto precario e/o di minore responsabilità... però non significa che sia impossibile. Senza abusarne, certo. E sono piccoli gesti che possono produrre cambiamenti "a cascata", perché adesso sono guardati come mosche bianche, ma pian piano anche gli altri si farebbero coraggio. Spesso serve solo qualcuno che faccia da apripista.LauraDani ha scritto:noi lo facciamo
secondo me però non è solo un discorso di cultura
è che se la donna prende unos tipendio più basso e fa generalmente meno carriera per via delle gravidanze, credo sia normale che una coppia decida che almeno l'altro posto di lavoro sia salvaguardato
Quoto.emamè ha scritto:Il punto è che io potrei desiderare di mantenere la mia professionalità e ciò che ho ottenuto in anni di sacrifici pur volendomi occupare in prima persona di crescere la mia bambina, o quantomento rifiutandomi di delegarne la cura in toto.
Questo non è possbile, se molli, sei fuori dai giochi, vieni vista come debole, inaffidabile, ed è sfortunatamente un sentire comune, spesso condiviso da altre donne convinte che per aver pari diritti di un uomo sia necessario "uomizzarsi" e quindi soffocare anche il lato emotivo e materno tipicamente femminile.
Sembra impossibile volere entrambe le cose.
A volte mi domando se sono schizofrenica io a volerle.
Per avere il part-time ho rischiato di perdere la mia professionalità.
Rientrare nel mio campo dopo una pausa, anche con un'alta professionalità, oggi è difficilissimo. Almeno in Italia.