se non prende bravo ci resto male

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alemia
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Messaggio da alemia » ven gen 20, 2012 9:33 pm

zizzia ha scritto:davanti allo stacco anch'io inorridisco! ahahahahah
anche colorare in maniera circolare, e con poca pressione aiuta!

se si colora senza marcare troppo le matite si fa in un attimo

infatti spesso le bellissime bamboline di annalisa hanno dei bellisismi colori pastello, che incantano

io sola so il perchè di quelle tinte delicate ahahahah :cisssss:
(mamma docet ahahah)


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frittelle
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Messaggio da frittelle » sab gen 21, 2012 8:18 am

Ho studiato Scienze della Formazione ma ho mollato a metà strada, e la mia testa è sulle nuvole, le nozioni sono tutte evaporate, però ricordo che i metodi didattici stanno cambiando e che le nuove generazioni di insegnanti (ehm… utopicamente certo) dovrebbero essere in grado non tanto di giudicare, dare voti, fare graduatorie, somministrare punizioni, ma di stimolare la curiosità, la voglia di imparare anche giocando a volte. E’ vero che la scuola è un dovere, certo, ma è anche un grande privilegio e può essere divertente! Non dimentichiamo che per i bimbi il primo mezzo per imparare è proprio quello ludico, perciò perché non approfittarne per cercare di fargli “digerire” alcune materie per loro meno gradevoli? Un’altra cosa sulla quale ricordo che si puntava molto era il lavoro di gruppo, la collaborazione: imparare che ognuno ci mette del suo e si può lavorare meglio tutti insieme e ottenere migliori risultati aiutandosi. Scusate, forse sono stata poco chiara, confusa … e come ho detto uno dei miei peggiori limiti è la memoria, ma è un argomento che mi tocca molto profondamente. Mi viene in mente Don Milani, Lettera a una professoressa, certo altri tempi e tematiche complesse, ma che quello è studiare, quella è Scuola!
Poi naturalmente abbiamo aspettative nei confronti dei figli, ma l’aspettativa “buona” non può essere letta come fiducia? Cioè: ti amo e so che ce la puoi fare. Questa è una forza. Quello che fa molto male invece è l’aspettativa “cattiva”: ti amo e ti accetto sì, ma a condizione che….
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Robbina
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Messaggio da Robbina » sab gen 21, 2012 1:50 pm

frittelle ha scritto:Ho studiato Scienze della Formazione ma ho mollato a metà strada, e la mia testa è sulle nuvole, le nozioni sono tutte evaporate, però ricordo che i metodi didattici stanno cambiando e che le nuove generazioni di insegnanti (ehm… utopicamente certo) dovrebbero essere in grado non tanto di giudicare, dare voti, fare graduatorie, somministrare punizioni, ma di stimolare la curiosità, la voglia di imparare anche giocando a volte. E’ vero che la scuola è un dovere, certo, ma è anche un grande privilegio e può essere divertente! Non dimentichiamo che per i bimbi il primo mezzo per imparare è proprio quello ludico, perciò perché non approfittarne per cercare di fargli “digerire” alcune materie per loro meno gradevoli? Un’altra cosa sulla quale ricordo che si puntava molto era il lavoro di gruppo, la collaborazione: imparare che ognuno ci mette del suo e si può lavorare meglio tutti insieme e ottenere migliori risultati aiutandosi. Scusate, forse sono stata poco chiara, confusa … e come ho detto uno dei miei peggiori limiti è la memoria, ma è un argomento che mi tocca molto profondamente. Mi viene in mente Don Milani, Lettera a una professoressa, certo altri tempi e tematiche complesse, ma che quello è studiare, quella è Scuola!
Poi naturalmente abbiamo aspettative nei confronti dei figli, ma l’aspettativa “buona” non può essere letta come fiducia? Cioè: ti amo e so che ce la puoi fare. Questa è una forza. Quello che fa molto male invece è l’aspettativa “cattiva”: ti amo e ti accetto sì, ma a condizione che….
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Messaggio da nene70 » sab gen 21, 2012 2:55 pm

LauraDani ha scritto:ecco, questo volevo dire
penso che soprattutto le elementari vadano un pò viste come anni di formazione del bambino ad affrontare prove difficili e, dunque, ci sta che non riescano, non subito, non con i tempi che vogliamo noi, o che inevitabilmente ha la scuola.
il che non significa sempre e comunque che ci sia un problema nel bambino
insomma, il risultato (imparare le tabelline) deve essere raggiunto, come pure deve essere assimilato il concetto che certe cose vanno imparate anche se ti viene difficile e fai fatica
è il clima di estrema preoccupazione che, a me, sembra "stonato"
a meno di reali problemi di apprendimento, un clima più rilassato, che tenga conto che, alla fine, tutti imparano le tabelline, a colorare stando nei bordi, a scrivere scrivendo nelle righe ecc., a ripetere le poesie a memoria ecc., secondo me giova al bambino e alla sua mamma
quoto.
l'anno scorso, prima di francesco, per noi è stato un incubo..
probabilmente l'immaturità di mio figlio ci ha portati dopo i primi mesi, ad un baratro e a trovarci di fronte a una richiesta di una visita neuropsichiatrica per lui, perchè rifiutava di fare, scriveva male, tanti problemi e tantissimo stress per lui, in primis che andava a scuola ogni santo giorno piangendo e per noi,che partendo da una figlia che a scuola ci andava saltellando, non pareva vero di trovarci in una simile condizione.

mi sono fatta aiutare a capire quale era il problema, l'ho aiutato lavorando sull'autostima ma anche andando da una logopedista e a fare psicomotricità e il tempo ha fatto il resto.

adesso è un bambino che va a scuola anche se non gli piace :D ma sereno...
e che ha imparato a scrivere in corsivo come gli altri, anche se ci ha messo un po' di più..
che legge come un bimbo di terza ma che detesta colorare ancora oggi..

affrontare il percorso scolastico con meno stress e meno pretese, aiuta davvero..
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Messaggio da kida » lun gen 23, 2012 9:00 am

ho letto con molto interesse l'intervento di azur e di nene70 perchè sabato quando sono andata a prendere Andrea a scuola la maestra mi ha fermato e mi ha detto che ha notato un cambiamento in Andrea e questa settimana mi vuole vedere, io ovviamente le ho detto che anche io volevo parlarle e adesso aspetto con ansia il giorno del colloquio, penso che oggi me lo farà sapere e poi vi aggiornerò, intanto ho parlato con Andrea e mi ha detto che a lui non piace italiano perchè devono fare tante cose e scrivono sempre preferisce matematica perchè parte della lezione non scrivono ma usano la linea del 20, adesso vediamo cosa ne pensa la maestra e poi aggiusteremoil tiro
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Messaggio da Teresa » lun gen 23, 2012 11:47 am

kida ha scritto:ho letto con molto interesse l'intervento di azur e di nene70 perchè sabato quando sono andata a prendere Andrea a scuola la maestra mi ha fermato e mi ha detto che ha notato un cambiamento in Andrea e questa settimana mi vuole vedere, io ovviamente le ho detto che anche io volevo parlarle e adesso aspetto con ansia il giorno del colloquio, penso che oggi me lo farà sapere e poi vi aggiornerò, intanto ho parlato con Andrea e mi ha detto che a lui non piace italiano perchè devono fare tante cose e scrivono sempre preferisce matematica perchè parte della lezione non scrivono ma usano la linea del 20, adesso vediamo cosa ne pensa la maestra e poi aggiusteremoil tiro

intanto in bocca al lupo.

Tienici aggiornate.
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Messaggio da kida » mar gen 24, 2012 8:06 am

questa mattina alle 9.00 ho il colloquio sono un pò in ansia sinceramente no so cosa aspettarmi se riesco vi aggiorno in mattinata altrimenti penso stasera
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Messaggio da Pandina » mar gen 24, 2012 8:17 am

Azur ha scritto: Il suo obiettivo primario in prima elementare non è stato imparare a leggere e scrivere, ma acquisire una maggior fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, e imparare a rapportarsi con figure autorevoli esterne alla famiglia senza eccessivi timori.
Anche questo per me è la scuola.
Il tuo intervento è molto bello Lela, e se posso permettermi di aggiungere qualcosa, da maestra, trovo che la frase qui sopra citata abbia centrato il punto. In prima elementare si gettano le basi del loro futuro scolastico, che può essere roseo solo se sapranno calarsi con serenità in questo nuovo ambiente. Quindi concordo con te, l'obiettivo primario, in prima, è proprio l'acquisire fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, adattarsi al nuovo ambiente, ai nuovi ritmi, alle nuove figure di riferimento e via dicendo.

Tant'è che generalmente gli obiettivi puramente didattici vengono valutati globalmente alla fine del primo ciclo, cioè a fine seconda.
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