religione a scuola se i bimbi non sono battezzati

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Elly70
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Messaggio da Elly70 » ven ott 21, 2011 4:23 pm

Ho letto solo le prime battute e mi sono venuti i fumi! Ma come???Cosa c'entrano i genitori per il battesimo e i sacramenti??? Uffi...certi parroci non sanno fare il loro mestiere. Se chiedo a mio marito lui sa anche citarmi quali leggi vaticane o normative o altro, ma di certo i sacramenti possono essere dati al bimbo anche se i genitori non sono sposati in chiesa o divorziati o che altro...roba da segnalare al vescovo questa...


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Elly70
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Messaggio da Elly70 » ven ott 21, 2011 4:37 pm

Ohhh...ecco, mi sono andata a spulciare le leggi vaticane, cioè il DIRITTO CANONICO... e come si può leggere tra i vari articoli non c'è scritto da nessuna parte che i genitori devono essere sposati in chiesa, ma si parla solo di "aiuto dei genitori" come nel comma evidenziato. A casa mia, aiuto può anche solo voler dire portarli a catechismo e fornire al bimbo gli strumenti per conoscere e crescere nella fede. ok un non credente magari fa più fatica, ma per questo sono invece FONDAMENTALI il padrino e la madrina. Senza poi contare la comunità. Inutile dirlo quel parroco è tremendamente rigido e pedissequo.

Fede e Battesimo

1253 Il Battesimo è il sacramento della fede.49 La fede però ha bisogno della comunità dei credenti. È soltanto nella fede della Chiesa che ogni fedele può credere. La fede richiesta per il Battesimo non è una fede perfetta e matura, ma un inizio, che deve svilupparsi. Al catecumeno o al suo padrino viene domandato: « Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio? ». Ed egli risponde: « La fede! ».

1254 In tutti i battezzati, bambini o adulti, la fede deve crescere dopo il Battesimo. Per questo ogni anno, nella Veglia pasquale, la Chiesa celebra la rinnovazione delle promesse battesimali. La preparazione al Battesimo conduce soltanto alla soglia della vita nuova. Il Battesimo è la sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l'intera vita cristiana.

1255 Perché la grazia battesimale possa svilupparsi è importante l'aiuto dei genitori. Questo è pure il ruolo del padrino o della madrina, che devono essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto.50 Il loro compito è una vera funzione ecclesiale (« officium »).51 L'intera comunità ecclesiale ha una parte di responsabilità nello sviluppo e nella conservazione della grazia ricevuta nel Battesimo.
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nove
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Messaggio da nove » ven ott 21, 2011 5:19 pm

Cambia parrocchia.

Io son praticante, ho diretto una parrocchia insieme ad altri laici e ad un sacerdote, quindi me ne intendo; e non ho mai sentito una boiata più grossa.

Se due genitori chiedono il battesimo, non lo si può non dare se non per gravissimi motivi. Si possono invitare a fare un percorso di fede, ma che c'entra negare il battesimo al bimbo?
Il sacerdote è troppo integralista. Io cambierei parrocchia.

A scuola non avrete problemi, e non dovreste averne nemmeno a catechismo. Ho un cugino che non era stato battezzato (i genitori erano entrambi atei) e che poi ha scelto di battezzarsi a 9 anni e di fare la comunione, ha seguito il catechismo come tutti.

Se la chiesa si chiude all'altro, non ha più un senso. Ciò non vuol certo dire che può accettare tutto, ma dovrebbe porsi in ascolto e in accoglienza prima di tutto.
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polpit
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Messaggio da polpit » ven ott 21, 2011 7:41 pm

MatifraSo ha scritto:A quanto ne so io, ha sbagliato il parroco a non lasciarti battezzare i bimbi perchè voi non eravate sposati. Non c'entra niente una cosa con l'altra.
Infatti, è lo stesso per noi.
Ci siamo sposati in Comune (noi proveniamo da famiglie cattoliche ed abbiamo ricevuto sia il battesimo che la cresima) e ci siamo posti la domanda sul fatto se fosse corretto battezzare nostro figlio per consentirgli di entrare a far parte di quella comunità che noi non vivevamo in prima persona.
I diversi sacerdoti con cui abbiamo parlato ci hanno sempre detto per prima cosa di farlo battezzare e poi eventualmente avremmo potuto fare un percorso per "riavvinarci" a Dio e sposarci in chiesa.
Vittorio è battezzato.
Noi non ci risposeremo in chiesa.
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Messaggio da Diennea » ven ott 21, 2011 9:27 pm

Elly70 ha scritto:Ohhh...ecco, mi sono andata a spulciare le leggi vaticane, cioè il DIRITTO CANONICO... e come si può leggere tra i vari articoli non c'è scritto da nessuna parte che i genitori devono essere sposati in chiesa, ma si parla solo di "aiuto dei genitori" come nel comma evidenziato. A casa mia, aiuto può anche solo voler dire portarli a catechismo e fornire al bimbo gli strumenti per conoscere e crescere nella fede. ok un non credente magari fa più fatica, ma per questo sono invece FONDAMENTALI il padrino e la madrina. Senza poi contare la comunità. Inutile dirlo quel parroco è tremendamente rigido e pedissequo.

Fede e Battesimo

1253 Il Battesimo è il sacramento della fede.49 La fede però ha bisogno della comunità dei credenti. È soltanto nella fede della Chiesa che ogni fedele può credere. La fede richiesta per il Battesimo non è una fede perfetta e matura, ma un inizio, che deve svilupparsi. Al catecumeno o al suo padrino viene domandato: « Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio? ». Ed egli risponde: « La fede! ».

1254 In tutti i battezzati, bambini o adulti, la fede deve crescere dopo il Battesimo. Per questo ogni anno, nella Veglia pasquale, la Chiesa celebra la rinnovazione delle promesse battesimali. La preparazione al Battesimo conduce soltanto alla soglia della vita nuova. Il Battesimo è la sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l'intera vita cristiana.

1255 Perché la grazia battesimale possa svilupparsi è importante l'aiuto dei genitori. Questo è pure il ruolo del padrino o della madrina, che devono essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto.50 Il loro compito è una vera funzione ecclesiale (« officium »).51 L'intera comunità ecclesiale ha una parte di responsabilità nello sviluppo e nella conservazione della grazia ricevuta nel Battesimo.
GRAZIE!!!
Leggendo i vostri interventi forse potrò pensare di cambiare idea su una cosa: non chiedere MAI ad altri parroci (e comunque in realtà ne ho beccati due su due così). Non per orgoglio o altro, ma perché volevo credere che effettivamente ci fosse una regola che loro la stavano rispettando. Davvero, fare il giro delle parrocchie mi sembrava chiedere una raccomandazione, una cosa che assolutamente è al di là dei miei principi. E poi avevo accettato l'idea che è così, c'è una regola, posso non essere d'accordo ma c'è e va rispettata.
Sapere che non è così in realtà non mi solleva. O meglio dal punto di vista pratico forse sì, ma di certo non dal punto di vista razionale.
Però come sempre le regole le interpretano le persone, magari incontrerò nel mio cammino qualcuno più aperto e accogliente. Me lo auguro per i bambini perchè alla fine saranno loro a dover "scegliere" pur non avendo gli strumenti per farlo.
Tra l'altro, per la cronaca, il secondo parroco l'avevo pure convinto a patto che provassi a rivedere la mia posizione spirituale, ma non apparteniamo a quella parrocchia e quando gli ho detto qual era quella di apparteneza, ha alzato e le mani e ... beh se l'è lavate, "pilatamente" parlando, perché non voleva contrastare il parroco dal quale ci eravamo rivolti all'inizio.
Sono uscita sfinita, giuro! E anche un po' disgustata a dire il vero. Tanto che mi interrogo e mi chiedo: perché ci tengo che i miei figli facciano parte della comunità cristiana, se io me ne sento così lontana? In realtà non lo so, forse perché non voglio che si sentano esclusi da un gruppo, senza avere ancora gli strumenti per capire. Perché significherebbe affrontare un discorso forse al di là della loro portata. Perché dovrei muovere delle critiche per giustificare le mie scelte e quelle critiche potrebbe essere intese male, come se fossero rivolte anche a chi quel percorso lo segue. Perché un fondo di spiritualità io ce l'ho e perché ricordo con piacere i racconti su Gesù letti e ascoltati durante l'infanzia e l'adolescenza. Perché mi sembra di privarli di qualcosa a cui io ho rinunciato.
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Messaggio da val3nt1na » ven ott 21, 2011 9:28 pm

Diennea ha scritto:Perché un fondo di spiritualità io ce l'ho e perché ricordo con piacere i racconti su Gesù letti e ascoltati durante l'infanzia e l'adolescenza. Perché mi sembra di privarli di qualcosa a cui io ho rinunciato.
......questi pensieri li faccio spesso anche io, proprio uguali............
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Messaggio da Linda Eva » ven ott 21, 2011 9:49 pm

MatifraSo ha scritto:A quanto ne so io, ha sbagliato il parroco a non lasciarti battezzare i bimbi perchè voi non eravate sposati. Non c'entra niente una cosa con l'altra.
Tanto più che il padrino e la madrina erano due credenti praticanti quindi avrebbero potuto sopperire nell'educazione religiosa alle vostre carenze.

Per quanto riguarda religione a scuola, a Matilde non hanno mai chiesto se va a Messa, se è battezzata o cose del genere, quindi vai tranquilla.

Per il catechismo, dovresti parlare col parroco, spiegare le tue (vostre) ragioni e fargli fare il catechismo. Se poi il bimbo sarà convinto di ciò che fa e vorrà fare la comunione, si farà doppia cerimonia, prima battesimo e poi comunione. Ricordo quando ero alle elementari due gemelline avevano fatto così.

E se ti dovesse dire qualcosa, dovresti rammentargli la parabola della pecorella smarrita...
non ho letto tutto ma questo lo quoto.

Inoltre considera che se i genitori volessero potrebbero partecipare alla lezione di religione persino bimbi di religioni diverse.
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Messaggio da Rie » ven ott 21, 2011 10:21 pm

Purtroppo hai trovato un parroco poco comprensivo.
Se ben ricordo, al di là della lettera del catechismo che non vieta i battesimi a quelle condizioni , ci sono state raccomandazioni dall'alto ai parroci per essere meno di manica larga a riguardo, nell'ottica dei "pochi ma buoni" più che della pecorella smarrita.
Vero è che molti non le hanno applicate.

Con noi sono stati pronti a chiudere un occhio, non so se per caso o perché mio marito viene da una famiglia cattolicissima, addirittura impegnata in parrocchia.
Anche noi siamo sposati solo civilmente e per libera scelta, e il peggio che mi è capitato è il parroco che mi ha chiesto di valutare l'opportunità di fare il matrimonio misto, con me, "la meno agnostica dei due", come cristiana.
Poi non me la sono sentita.
Non ero convinta.
Ma il bambino (a 2 anni per altro, dopo sofferta riflessione) l'ho battezzato lo stesso. Ovviamente con padrini molto credenti (di una fede gioiosa e tollerante... i cristiani che mi piacerebbe i miei figli diventassero...)

Non ti è stato possibile farla, ma devo ammettere che anche la scelta del battesimo con situazione non lineare nella fede dei genitori presenta le sue difficoltà.
Soprattutto ora che il maggiore dei miei figli ha 8 anni e sta andando a catechismo e devo portarlo a messa tutte le domeniche.
E' evidente che il sostegno della famiglia è richiesto, ed è a tratti "imbarazzante" accompagnare in un cammino, sia pure con rispetto e premura, senza condividerlo.
Tuttavia, a mio modo di vedere (per nulla universale!), almeno quel cammino l'ho mostrato. Era ciò che volevo e sono felice di averlo fatto.

Per quanto riguarda l'ora di religione di un bimbo non battezzato, invece, il problema non dovrebbe sussistere.
Nella nostra scuola, statale, l'ora di religione è accessibile a tutti, con grande sensibilità da parte della maestre che sottolieano sempre che la loro materia non è catechesi. Sul sito della scuola è rimarcato il concetto, con accenni anche agli aspetti culturali del fenomeno religioso e all'apertura a bimbi non battezzati o di altre religioni.
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