La legge del desiderio, ovvero non rubiamo lÂ’infanzia ai nostri figli
La legge del desiderio, ovvero non rubiamo l’infanzia ai nostri figli
Escono dall’asilo che sanno già leggere. A sette anni maneggiano Pc, telecomandi e I-Pad come (anzi, molto meglio) dei Lego. Non raggiungono il metro e venti, e dormono fuori casa – dall’amichetto/a come nei centri estivi dove soggiornano per settimane – senza apparentemente sentire la mancanza di mamma e papà. Hanno in tasca le carte Pokemon, ma girano senza protestare tra le sale della galleria Borghese, per la decima mostra d’arte visitata nell’anno solare. Non fanno ancora le medie e già hanno praticato più sport di quanti noi adulti abbiamo sperimentato in tutta la vita.
E anche per questo ci chiedono, sgranando gli occhioni e scostandosi la frangetta, in perfetto italiano senza accento perché la tivù rimbambisce ma uniforma e amplia il linguaggio, a quanti anni <potrò andare al cinema da sola con la mia amica Zoe, e poi magari a ballare>. E lo fanno nel giorno in cui stanno spegnendo sei-dicasi-sei candeline sulla loro torta di compleanno.
Dio ci scampi e liberi dalla rievocazione dei bei tempi andati: non ho mai pensato che si stava meglio quando si stava peggio, che avere pochi soldi è preferibile al potersi permettere qualche capriccio, che la tecnologia uccide (meglio la macchina del cavallo, meglio le medicine delle pozioni, meglio il cellulare del telegrafo).
Al contrario, credo che il mondo oggi appaia più piccolo ai bambini di come appariva a noi alla loro età, ma anche più a portata di mano. Per tutti, non solo per chi ha la fortuna di nascere nella casa giusta, nella famiglia giusta, dalla parte giusta del mondo.
E però, da mamma che pure si ritiene liberale, perfino libertaria, da genitrice a cui pesa molto imporre divieti e coercizioni (in un post di qualche mese fa mi sono definta “mamma Pecora” scatenando un dibattito acceso), mi sto chiedendo se permettendo – o addirittura incentivando – i nostri figli a crescere così in fretta, non stiamo rubando loro qualcosa. Magari proprio il desiderio di diventare grandi per fare cose che – quando non sono ancora possibili – sembrano meravigliose.
E’ molto difficile opporsi a quello che oggi sembra scontato e normale ottenere o perlomeno rivendicare. Non parlo del Game-boy o degli stivali di Barbie: su mode, giochi, gadget, giocattoli ogni genitore ha le proprie regole, e da che mondo è mondo c’è chi concede di più e chi meno, chi lesina e chi abbonda, chi demonizza e chi pensa che tanto se non dai l’okay alla borsa delle Winxx oggi, dovrai fare i conti con un look da velina domani. Parlo invece dell’atteggiamento, quasi della necessità, che molti genitori hanno oggi nel considerare già grandi i propri bambini.
Non c’è niente di male nel dormire da un amichetto, ma quando diventa un evento normale già in tenera età, mi chiedo se ai nostri bambini stiamo togliendo il gusto della conquista dell’indipendenza. E’ bello studiare una lingua all’estero, ma vivere un intero mese a 11-12 anni da soli in un paese straniero non rischia di responsabilizzare troppo un bambino, o al contrario di fargli perdere il senso del limite di quello che è consono alla sua età? Farne delle personcine autonome e responsabili ancora negli anni in cui frequentano la scuola elementare, non è un piccolo furto di infanzia?
Insomma, non staremo perdendo energie in una corsa controvento che toglie pesi dalle nostre spalle di genitori (ti ho fornito tutti gli strumenti per farcela, ora non dare la colpa a me se arranchi) ma che li scarica su quelle ancora fragili dei nostri figli?
Ps Ho chiesto per gioco ai miei due bambini se sarebbero felici di corerre all’aeroporto, salire su un aereo e volare a New York. Mi hanno risposto seri che preferirebbero andare prima ai gonfiabili… So che è stupido, ma per una frazione di secondo mi sono sentita felice
Paola Di Caro, Corriere 14/09
E anche per questo ci chiedono, sgranando gli occhioni e scostandosi la frangetta, in perfetto italiano senza accento perché la tivù rimbambisce ma uniforma e amplia il linguaggio, a quanti anni <potrò andare al cinema da sola con la mia amica Zoe, e poi magari a ballare>. E lo fanno nel giorno in cui stanno spegnendo sei-dicasi-sei candeline sulla loro torta di compleanno.
Dio ci scampi e liberi dalla rievocazione dei bei tempi andati: non ho mai pensato che si stava meglio quando si stava peggio, che avere pochi soldi è preferibile al potersi permettere qualche capriccio, che la tecnologia uccide (meglio la macchina del cavallo, meglio le medicine delle pozioni, meglio il cellulare del telegrafo).
Al contrario, credo che il mondo oggi appaia più piccolo ai bambini di come appariva a noi alla loro età, ma anche più a portata di mano. Per tutti, non solo per chi ha la fortuna di nascere nella casa giusta, nella famiglia giusta, dalla parte giusta del mondo.
E però, da mamma che pure si ritiene liberale, perfino libertaria, da genitrice a cui pesa molto imporre divieti e coercizioni (in un post di qualche mese fa mi sono definta “mamma Pecora” scatenando un dibattito acceso), mi sto chiedendo se permettendo – o addirittura incentivando – i nostri figli a crescere così in fretta, non stiamo rubando loro qualcosa. Magari proprio il desiderio di diventare grandi per fare cose che – quando non sono ancora possibili – sembrano meravigliose.
E’ molto difficile opporsi a quello che oggi sembra scontato e normale ottenere o perlomeno rivendicare. Non parlo del Game-boy o degli stivali di Barbie: su mode, giochi, gadget, giocattoli ogni genitore ha le proprie regole, e da che mondo è mondo c’è chi concede di più e chi meno, chi lesina e chi abbonda, chi demonizza e chi pensa che tanto se non dai l’okay alla borsa delle Winxx oggi, dovrai fare i conti con un look da velina domani. Parlo invece dell’atteggiamento, quasi della necessità, che molti genitori hanno oggi nel considerare già grandi i propri bambini.
Non c’è niente di male nel dormire da un amichetto, ma quando diventa un evento normale già in tenera età, mi chiedo se ai nostri bambini stiamo togliendo il gusto della conquista dell’indipendenza. E’ bello studiare una lingua all’estero, ma vivere un intero mese a 11-12 anni da soli in un paese straniero non rischia di responsabilizzare troppo un bambino, o al contrario di fargli perdere il senso del limite di quello che è consono alla sua età? Farne delle personcine autonome e responsabili ancora negli anni in cui frequentano la scuola elementare, non è un piccolo furto di infanzia?
Insomma, non staremo perdendo energie in una corsa controvento che toglie pesi dalle nostre spalle di genitori (ti ho fornito tutti gli strumenti per farcela, ora non dare la colpa a me se arranchi) ma che li scarica su quelle ancora fragili dei nostri figli?
Ps Ho chiesto per gioco ai miei due bambini se sarebbero felici di corerre all’aeroporto, salire su un aereo e volare a New York. Mi hanno risposto seri che preferirebbero andare prima ai gonfiabili… So che è stupido, ma per una frazione di secondo mi sono sentita felice
Paola Di Caro, Corriere 14/09
devo dire marte che sono daccordo con questo articolo che hai postato, ogni giorno vedo mamme, genitori e purtroppo anche nonni che spingono i bambini ad essere dei piccoli adulti, e questo mi rammarica molto, proprio stamattina ho avuto un piccolo dibattito con la mia titolare che mi diceva che i miei figli sono troppo casinisti e che non ascoltano, io mi domandavo proprio questa cosa, sono io incapace di insegnare ai miei figli, o sono gli altri che vogliono un bambino che si comporta da adulto che non gioca, che non urla che deve obbedire sempre?????? io mie sono un continuo no dalla mattina alla sera , sono una richiesta dietro l'altra sono a volte svilenti come ogni bambini di quell'età non sono piccoli adulti ma la società si aspetta molto di più è tristissimo
Io invece penso che siano paure immotivate, i bambini restano bambini anche tra la tecnologia e il parlare bene l'italiano, tra la notte a casa con l'amichetto e la visita di un museo. Tutto sta nel modo in cui si vivono queste cose e loro lo fanno, appunto, da bambini, noi adulti dobbiamo rispettare questo modo.
Io credo che un adulto neanche impegnandosi possa interpretare correttamente il pensiero di un bambino, ed e' per questo che i nostri figli ci stupiscono sempre.
Ed e' per questo che questo articolo mi sembra un bel tentativo di fare un ragionamento che pero' si ferma a livello superficiale, quasi da bar.
E allora, non ci sono piu' le mezze stagioni, signora mia.
Io credo che un adulto neanche impegnandosi possa interpretare correttamente il pensiero di un bambino, ed e' per questo che i nostri figli ci stupiscono sempre.
Ed e' per questo che questo articolo mi sembra un bel tentativo di fare un ragionamento che pero' si ferma a livello superficiale, quasi da bar.
E allora, non ci sono piu' le mezze stagioni, signora mia.
Cresco i miei figli come se fossero stati bambini 10 anni fa.
Il computer sanno cos'è ma non lo guardano, se non una volta al mese.
La tv c'è ma i cartoni si guardano solo poco al giorno, non arrivano ad un ora al giorno totale.
I musei sono adatti a loro, raramente andiamo a visitare qualcosa di non adatto a loro,perchè non ne trovo il senso.
Il cinema è con mamma e papà e cuginetti, solitamente, ed è festa; capita una volta l' anno ed è veramente un momento di festa.
A dormire dagli amichetti? mai chiesto, per questo ci sono gli zii, i cugini, ed i nonni.
sono piccoli esempi, ma io i miei figli li cresco in giardino, giocando con la palla fino a che non è ora di cena. Correndo sulla pista ciclabile, facendo in giro in bici, leggendo libri da bambini, facendo disegni buffi.
Tanto dipende anche da come li si vuoi far crescere,eh.
una bimba in classe di ely, 9 anni, ha il cellulare di ultima generazione.
Ely non la guarda sognante, ma la guarda e si dice BAH, SONO PIU' CONTENTA IO SENZA.
Il computer sanno cos'è ma non lo guardano, se non una volta al mese.
La tv c'è ma i cartoni si guardano solo poco al giorno, non arrivano ad un ora al giorno totale.
I musei sono adatti a loro, raramente andiamo a visitare qualcosa di non adatto a loro,perchè non ne trovo il senso.
Il cinema è con mamma e papà e cuginetti, solitamente, ed è festa; capita una volta l' anno ed è veramente un momento di festa.
A dormire dagli amichetti? mai chiesto, per questo ci sono gli zii, i cugini, ed i nonni.
sono piccoli esempi, ma io i miei figli li cresco in giardino, giocando con la palla fino a che non è ora di cena. Correndo sulla pista ciclabile, facendo in giro in bici, leggendo libri da bambini, facendo disegni buffi.
Tanto dipende anche da come li si vuoi far crescere,eh.
una bimba in classe di ely, 9 anni, ha il cellulare di ultima generazione.
Ely non la guarda sognante, ma la guarda e si dice BAH, SONO PIU' CONTENTA IO SENZA.
dimmi perchè sonjalosbanos ha scritto:IO ovviamente non sono d'accordo ahahahahhhhh
il mio dubbio in realtà riguarda il fatto di averla sempre trattata alla pari.
forse ha fatto si che diventasse perfettina e grande prima del tempo in alcune cose...
l'articolo in realtà è solo uno spunto, perchè tutte ste pippe sulla tecnologia ecc, anche a me son sembrate più chiacchiere da bar vavi
no ecco il cellulare a 9 anni mi pare proprio fuori luogo.tati ha scritto:Cresco i miei figli come se fossero stati bambini 10 anni fa.
Il computer sanno cos'è ma non lo guardano, se non una volta al mese.
La tv c'è ma i cartoni si guardano solo poco al giorno, non arrivano ad un ora al giorno totale.
I musei sono adatti a loro, raramente andiamo a visitare qualcosa di non adatto a loro,perchè non ne trovo il senso.
Il cinema è con mamma e papà e cuginetti, solitamente, ed è festa; capita una volta l' anno ed è veramente un momento di festa.
A dormire dagli amichetti? mai chiesto, per questo ci sono gli zii, i cugini, ed i nonni.
sono piccoli esempi, ma io i miei figli li cresco in giardino, giocando con la palla fino a che non è ora di cena. Correndo sulla pista ciclabile, facendo in giro in bici, leggendo libri da bambini, facendo disegni buffi.
Tanto dipende anche da come li si vuoi far crescere,eh.
una bimba in classe di ely, 9 anni, ha il cellulare di ultima generazione.
Ely non la guarda sognante, ma la guarda e si dice BAH, SONO PIU' CONTENTA IO SENZA.
però in generale per me si deve crescere nel tempo in cui si vive, quindi non capisco le limitazioni a certi oggetti tecnologici. certo non devono essere gli unici passatempi, e il tempo a loro dedicato va dosato, ma non capisco il tenere fuori dalla propria vita ciò che fa parte di questo tempo.