dove mi porterÃ
[quote="Alessia"]
grazie siete molto carine
però io con mia figlia ho un rapporto molto stretto. fin troppo. non la soffoco, o almeno cerco di non farlo, ma la voglio proteggere forse eccessivamente, come se quella bambina fossi io. da qui la mia confusione. confondo il mio essere figlia con il mio essere mamma, nel bene e nel male e trovare un equilibrio è una fatica costante.
grazie siete molto carine
però io con mia figlia ho un rapporto molto stretto. fin troppo. non la soffoco, o almeno cerco di non farlo, ma la voglio proteggere forse eccessivamente, come se quella bambina fossi io. da qui la mia confusione. confondo il mio essere figlia con il mio essere mamma, nel bene e nel male e trovare un equilibrio è una fatica costante.
marte71 ha scritto:si lo so sonja
è un'altra reazione. o fai uguale o fai l'esatto contrario no?
sì perchè anche nel cercare di fare essattamente il contrario di come sono stati i nostri ggenitori con noi è un modo di continuare a far ruotare il perno intorno a loro e non a noi, nuovi genitori con figli diversi!Floradora ha scritto:Credo che diventare mamma, passare da essere figlia ad essere madre, scateni tutte le varie problematiche che ci portiamo dentro magari da anni. Perchè il senso di responsabilità e voglia di far bene per le nostre creature sono forti, ed ecco che le insicurezze sbucano...in tanti modi, tra questi anche attacchi di panico.
Quando si diventa mamme si tende, se abbiamo avuto noi una buona mamma ad imitarla, se invece non abbiamo avuto un buon esempio a cercare in tutti i modi di essere diverse.
La chiave credo sia creare un nostro "stile personale" di essere mamma perchè i nostri figli non siamo noi, sono persone nuove e diverse da noi, che meritano una mamma di nuovo stampo.
Detto questo penso che troverai la tua grinta con il percorso che stai facendo, ti abbraccio.
a volte mi chiedo se sia davvero possibile. E penso comunque che il peggio sia non averlo quel riferimento, che venga vissuto come positivo o negativo
- acqualimpida
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- Iscritto il: mar set 21, 2010 5:59 pm
è quello che sto provando a fare. e razionalmente la mia mente lo sa che io non sono quella bambina, che mia figlia è un essere unico e irripetibile, diverso da me e che devo trovare il mio modo. ma faccio fatica, perchè alla fine prediligo sempre lei, a scapito mio. prediligo difendere il mio io bambina...Floradora ha scritto: La chiave credo sia creare un nostro "stile personale" di essere mamma perchè i nostri figli non siamo noi, sono persone nuove e diverse da noi, che meritano una mamma di nuovo stampo.
esattamente. e come te mi chiedo se sia davvero possibile non farlo.veruz ha scritto:sì perchè anche nel cercare di fare essattamente il contrario di come sono stati i nostri ggenitori con noi è un modo di continuare a far ruotare il perno intorno a loro e non a noi, nuovi genitori con figli diversi!
a volte mi chiedo se sia davvero possibile. E penso comunque che il peggio sia non averlo quel riferimento, che venga vissuto come positivo o negativo
e comunque è vero, vivaiddio se il riferimento c'è...
A me ha colpito quel che dicevi a proposito dell'averla messa nel suo letto, e aver insisitito nonstante i mille mila risvegli, perché ti sentivi soffocare.marte71 ha scritto:è quello che sto provando a fare. e razionalmente la mia mente lo sa che io non sono quella bambina, che mia figlia è un essere unico e irripetibile, diverso da me e che devo trovare il mio modo. ma faccio fatica, perchè alla fine prediligo sempre lei, a scapito mio. prediligo difendere il mio io bambina...
Poi dici questo, che privilegi sempre lei perché rappresenta il tuo "io bambina".
E mi viene da pensare, ti credo che ogni tanto metti un muro tra te e lei, ti credo che ti senti (sentivi?) soffocare!
A me è successo la stessa cosa con i gemelli, mi davano proprio claustrofobia, c'erano momenti nella giornata in cui avevo bisogno di lasciarli ad altri e scappare. Non ho mai indagato questa cosa, ma posso dirti che su questo fronte ti capisco...
uh si mi sentivo proprio soffocare. io che ho sempre lavorato 10 ore fuori casa, all'improvviso mi sentivo prigioniera di questo esserino completamente dipendente da me. ricordo che ai primi mesi di gio ad un certo punto ho sbottato con mio marito dicendo questa frase: qui non c'è sabato e non c'è domenica. è per la vita e non c'è mai pace.beatrix ha scritto:A me ha colpito quel che dicevi a proposito dell'averla messa nel suo letto, e aver insisitito nonstante i mille mila risvegli, perché ti sentivi soffocare.
Poi dici questo, che privilegi sempre lei perché rappresenta il tuo "io bambina".
E mi viene da pensare, ti credo che ogni tanto metti un muro tra te e lei, ti credo che ti senti (sentivi?) soffocare!
A me è successo la stessa cosa con i gemelli, mi davano proprio claustrofobia, c'erano momenti nella giornata in cui avevo bisogno di lasciarli ad altri e scappare. Non ho mai indagato questa cosa, ma posso dirti che su questo fronte ti capisco...
era come se lei dovesse rimanere così per sempre. se non dovesse crescere. mi sembrava di essermi cacciata in un qualcosa di irrisolvibile ed eterno.
poi è cresciuta, io sono uscita probabilmente dalla depressione post-partum (che non sapevo nemmeno di avere al tempo) e tutto ha preso una dimensione più umana. ma forse il senso di colpa, forse la mia storia, hanno fatto in modo che comunque io mettessi sempre prima lei, cacciandomi nell'angolino. e a furia di farlo, ho cominciato a star male. poi i problemi con mio marito, e tante altre cose hanno fatto si che arrivassero gli attacchi di panico. ora ci sto lavorando, ma è dura trovare sto benedetto equilibrio.