marte71 ha scritto:ce l'ha infatti la connotazione negativa. loro non sono al mondo per soddisfare un tuo bisogno, per assomigliarti o per fare esattamente il contrario di ciò che hai fatto o non hai potuto fare tu. loro sono al mondo per vivere la loro vita. fatta anche di sfanculamenti, quando sarà il caso (come per altro è stato per tutti noi), fatta di mode assurde (che nemmeno i nostri genitori comprendevano o faceva finta di non comprendere), fatta di errori e allo stesso tempo di risultati migliori dei nostri anche.
noi li accompagniamo, non siamo i detentori della loro libertà o delle loro scelte.
Ma ce l’avrà per te, la connotazione negativa.
Sicuramente non ce l’ha per me.
La ragione per cui siamo al mondo la sto ancora indagando e senza successo, ma sono contenta di leggere le tue certezze.
Per quanto non le condivida, le trovo confortanti. E sono sincera.
Per il resto la loro libertà, dal mio punto di vista, finisce dove comincia la mia.
E viceversa.
Le scelte di tutti sono libere fin tanto che non sono condizionanti.
Come io non saro’ libera, fra vent’anni, di girare con i capelli blu per non farle sentire a disagio (viviamo e godiamo e soffriamo le croci e le delizie della collettività che e’ ANCHE comunità) cosi’ loro non saranno libere, fra dieci anni, di girare con i capelli fuxia (se non a carnevale!) per non fare sentire a disagio me.
Poi, gioco d’anticipo, lo so che si solleverà il coro meraviglioso e affascinante dell’anticonformismo e che qualcuno farà (tenterà) di fare leva sul lato bacchino della natura umana a ricordarmi che non importa il colore dei capelli, ma importa quello che c’e’ sotto la testa.
Tuttavia resto dell’idea che le regole di convivenza valgano anche in famiglia.
Io pongo le mie regole e loro porranno le altre e troveremo (ne sono certa) il compromesso che forse non accontenterà nessuno totalmente, ma un po’ tutti in buona parte.