Speranza ha scritto:Veronica non sei inopportuna affatto, tranquilla. Il mio dolore, come ho scritto, non arriva dal non giungere dalla gravidanza, ma proprio dal non sentire la mia roccia accanto a me, è questo il mio grande dolore, la solitudine che sento nel cuore!
Anch'io sono riuscita a leggerti tutto, e per prima cosa ti lascio il mio abbraccio :abbraccio:
da quello che scrivi traspare ilo grande amore che ti unisce al tuo compagno, e se proprio la profondità di questo sentimento ora è causa di buo0na parte del tuo dolore, col tempo sarà anche la forza che, in un modo o nell'altro, vi farà trovare la strada per uscirne, mano nella mano.
Purtroppo, quando si affrontano questo genere di difficoltà, prima di sentirsi "squadra" e trovare la complcità, il sostegno e la comprensione necessari per percorrere la via all'unisono, ognuno deve "elaborare" la situazione nella propria individualità, secondo i propri tempi ed in base al proprio carattere.
Anche io, per diversi mesi, ho vissuto quello che tu descrivi. A me nno era arrivata alcuna diagnosi, ma fatto stà che dopo quasi un anno di tentativi sto figlio non si decideva ad arrivare.
Convinta che quache problema ci fosse, convinsi mio marito a rivolgerci a deglòi esperti, che ci fecero iniziare una trafila di esami (poi interrotti nel loro itinere perché Cristian si decise ad arrivare il mese prima che io dovessi sottormi ad una isterosalpingografia).
Come già ti ha detto qualcuno, gli uomini e le donne affrontano situazioni del genere in modo assai diverso e, soprattutto, con tempi diversi.
Noi donne, quando decidiamo che vogliamo un figlio, e quel desiderio cresce in noi in modo ogni giorno più viscerale, siamo diventate "già mamme", anche se la nostra pancia è ancora vuota.
E quanto possa diventare assordante il dolore silenzioso di quel vuoto lo possiamo capire solo noi donne (e, permettetemi, solo quelle che si sono realmente imbattute con quel lutto che si rinnova ogni mese all'immancabile arrivo delle rosse).
Gli uomini, per quanto ci amino, e per quanto possano desiderare renderci madri (e diventare padri) non lo vivono con la nostra stessa accecante bramosia, e noi lo avvertiamo, e ne soffriamo.
Il mio calendario mensile era scandito dalla mia ovulazione, il pensiero fisso era lì, a fare i conti dei giorni, e quando si arrivava a quelli "clou" nno avevo che un pensiero fisso.
per lui nno era esattamente così (ed anche quando era lui a prendere l'iniziativa sentivo che lo faceva per "tenermi contenta").
Avevo la sensazione che fossi solo io a "desiderare fortemente" quel figlio.
E ne sono conseguite tensioni, litigi, allontanamenti.
Il destino poi ci ha sorriso, e la strada si è appianata naturalmente.
ma in quel momento, e tutt'oggi, ed ogni giorno che mio marito è con nostro figlio, ho capito che anche lui lo ha desiderato più di ogni altra cosa al mondo, e che io non ero affatto sola in quella faticosa e pesante ricerca, ma mi sentivo così perchè pretendevo che lui la vivesse così come la vivevo io.
non so se può esserti di qualche aiuto quello che ti ho scritto, ma quello che mi sento di dirti è di non dare nulla per scontato e di "aprire" il tuo stato d'animo al tuo compagno, cercando di far fare a lui lo stesso.
In ogni caso, non potrà che avvicinarvi. :bacio: