donnamara ha scritto:guarda, mi hai fatto riflettere molto
effettivamente la nostra è a volte una specie di guerra a chi cede prima anche per le minime baggianate
lei non cede, io nemmeno e ieri si è degenerati
cercherò di seguire il tuo consiglio
stanotte ho dormito con lei perchè ieri mi girava ancora stà cosa e mi sentivo in colpa
non vorrei più sentirmi così
ma quando mi picchia urlando cattiva mi fà veramente diventare cattiva!
Dobbiamo imparare a toglierci dalla testa quello che ci hanno istintivamente inculcato: cioè che il rapporto genitori-figli è valido solo quando uno dei due vince e l'altro perde.
Una famiglia non è un luogo di guerra, è un luogo di amore. E quindi non ha senso considerarlo come un posto dove si "combatte" per avere ragione.
I figli in questo si adeguano tantissimo, anche perché loro stessi in molte età non sono capaci di trovare metodi alternativi, all'età di Ludovica perché devono ancora imparare ad esternare con modi più efficaci la frustrazione o a darle meno peso (noi adulti sappiamo "nasconderla", i bambini no, e ci si arriva per gradi), quando sono verso l'adolescenza per dire i motivi sono altri ma altrettanto legittimi.
Dopo tutta questa pappardella, ti dico che stamattina le ho URLATO che non rompesse le palle e che si mettesse a dormire perché la mamma non aveva alcuna voglia di star dietro ad una insonne alle 5 e mezza di mattina (ora in cui si è svegliata ridendo).
Mi sono sentita una cacca spiaccicata, soprattutto a vedere i suoi occhietti allegri che si sono girati a cercare qualcosa da fare per "non rompermi le palle" e se ne è stata mezzora in camera sua da sola (mentre io tornavo a letto) a giocare.
Ma ognuno di noi ha i suoi nervi scoperti (per me per esempio è il dormire, sia notturno che il riposino, se sfora dagli orari "normali" divento una belva) e dobbiamo impegnarci a conviverci e a sforzarci di migliorare, ma ogni tanto non ci si riesce e ci si sfoga. Sbagliando, per carità, ma teniamo a mente che siamo umane e che, pur puntando a dare il meglio, qualche volta crolliamo pure noi.
Io per esempio tendo ad avere un po' più pazienza nelle "contrattazioni" prima che si tramutino in un tiro alla fune come quelli che descrivi, perché poi è difficile tornare ad un punto di tranquillità senza passare dal "crollo".
Ma è una pazienza costruita con il tempo e il ragionamento, che mi IMPONGO, per il bene del nostro rapporto. Perché se mi lasciassi andare certe volte la prenderei per la collottola e la strattonerei urlando. Ma CHIARAMENTE mi rendo conto che è mio dovere, essendo IO l'adulta, a cercare di trovare una soluzione migliore. E spesso mi giro dall'altra parte (o me ne vado in un'altra stanza) per alcuni istanti, prendo fiato, cerco di vedermi dall'esterno e con gli occhi di Arianna, torno da lei, mi abbasso alla sua altezza e ricomincio da zero, con calma, a sviscerare il problema, partendo da spunti diversi.
Ci vuole TANTA pazienza, tanta empatia e tanta buona volontà. E sta a noi genitori per primi dimostrare tutto questo, perché i nostri figli imparano da noi, più con l'esempio che per le parole che diciamo loro. E se noi ci rapportiamo a loro con tranquillità e affetto, NEL TEMPO i frutti si vedono (e probabilmente non necessariamente nella discussione di oggi o di domani).