Vivere l'infertilità

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acqualimpida
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Messaggio da acqualimpida » ven nov 26, 2010 2:54 pm

Scrj ha scritto:Tesoro devi riuscire a vederlo però.
Ti senti sola, ma non è mica detto che tu lo sia davvero.
Io mi sono sentita tanto sola quando ero io che mi ero chiusa e non vedevo quante persone, invece, erano lì ad aspettare che io superassi il momento nero.
Quando è passato loro erano lì, sedute ad aspettarmi.
Non è detto che non ci siano, prova a fare mente locale, sforzati, non è che tu non le vedi?
Non è che sei troppo "chiusa" nel tuo dolore da non riuscire ad aprirti agli altri?
è capitato anche a me eh, penso sia legittimo.
E stai tranquilla che appena uscirai da questo momento, avrai la forza di vedere, non solo di guardare.
Chi ti vuole bene ci sarà, te lo assicuro.
:bacio:

E poi, alle brutte, ci siamo noi, stellina!!
grazie! non sai quanto sto male..e come dici tu..sono diventata un po' egoista..sento come il bisogno di qualcuno che si prenda cura di me in ogni momento..che mi capisca anche se io non parlo..che mi accompagni agli appuntamenti anche se io dico no perchè ho troppa paura..io mi sento come paralizzata da questa diagnosi che mi è piombata addosso e inconsciamente vorrei che anche gli altri (il mio compagno visto che lo sa solo lui) la vivessero allo stesso modo...che capissero che io in questo momento ho bisogno di pensare solo a questo..non voglio andare al cinema, uscire con gli amici o fare sesso..voglio stare con me stessa per cercare di venir fuori al meglio da questa voragine..lui invece non ne vuole sapere..non vuole neanche avere informazioni sulla malattia..dice che lo fa per paura e che vuole pensare che tutto andrà bene ma mi fa arrabbiare, arrabbiare tantissimo perchè fa delle uscite fuori senso solo perchè non ha idea di cosa sta parlando..e così lo sento lontano e mi sento sola in questo percorso e mi prende l'angoscia...
mi sento così fragile..


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Scrj
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Messaggio da Scrj » ven nov 26, 2010 3:03 pm

acqualimpida ha scritto:grazie! non sai quanto sto male..e come dici tu..sono diventata un po' egoista..sento come il bisogno di qualcuno che si prenda cura di me in ogni momento..che mi capisca anche se io non parlo..che mi accompagni agli appuntamenti anche se io dico no perchè ho troppa paura..io mi sento come paralizzata da questa diagnosi che mi è piombata addosso e inconsciamente vorrei che anche gli altri (il mio compagno visto che lo sa solo lui) la vivessero allo stesso modo...che capissero che io in questo momento ho bisogno di pensare solo a questo..non voglio andare al cinema, uscire con gli amici o fare sesso..voglio stare con me stessa per cercare di venir fuori al meglio da questa voragine..lui invece non ne vuole sapere..non vuole neanche avere informazioni sulla malattia..dice che lo fa per paura e che vuole pensare che tutto andrà bene ma mi fa arrabbiare, arrabbiare tantissimo perchè fa delle uscite fuori senso solo perchè non ha idea di cosa sta parlando..e così lo sento lontano e mi sento sola in questo percorso e mi prende l'angoscia...
mi sento così fragile..

Acqua pensi che questo momento di "depressione" sia transitorio?
Sforzati perchè sia così.
Io sono quella che dice che ogni tanto piangersi addosso fa pure un gran bene perchè permette di staccare e di riprender fiato...ma senza esagerare.
Crogiolati nella malinconia, un po'...poi reagisci acqua.
Riprendi fiato e poi torna ad andare al cinema, a leggere un bel libro, a fare sesso e stare ore al telefono con le amiche.
Prova a "prenderti in giro", sforzati di ridimensionare il problema, imparerai ad affrontarlo in un'altra maniera, a non farti travolgere dal dolore ma a morderlo, imparerai a vivere questa situazione come una sfida.
Non è impossibile per noi avere figli acqua, è solo più difficile.
E quando il gioco si fa duro...tiriamo fuori le palle.

Perchè ci sono.

Ci torno, ora devo scappare.
Un bacio.
Io sono qui.
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Messaggio da acqualimpida » ven nov 26, 2010 3:06 pm

ti ringrazio davvero tanto per le tue parole..
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la yle
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Messaggio da la yle » ven nov 26, 2010 3:20 pm

Giulia1970 ha scritto:Io l'ho letto col metodo "lettura veloce stile woody Allen" (hai presente? "ho finito di leggere "guerra e pace", parla della Russia) e mi sembra magnifico, non condivido il punto in cui consiglia di evitare le occasioni sociali con bambini altrui. A volte quando si è tristi nessuno sa consolare come un bambino! Certo, parlo io, che una volta mi son messa a piangere dopo un Battesimo.


invece per me è stato maledettamente vero non frequentare i bambini degli altri.
tra l'aborto interno e l'anno che mi ha divisa dalla nuova gravidanza. ero allergica...non a loro ma alla fortuna che avevano i loro genitori nell'averli. contorto ma era così
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Messaggio da acqualimpida » ven nov 26, 2010 3:25 pm

Elly ha scritto:invece per me è stato maledettamente vero non frequentare i bambini degli altri.
tra l'aborto interno e l'anno che mi ha divisa dalla nuova gravidanza. ero allergica...non a loro ma alla fortuna che avevano i loro genitori nell'averli. contorto ma era così
a me fanno lo stesso effetto le donne in gravidanza o che girano con la carrozzina..il vedere la loro gioia..
moon373

Messaggio da moon373 » dom nov 28, 2010 8:07 pm

Affrontare lo stress
Non poter avere figli causa il sentimento di un vuoto enorme nella propria vita. L’infertilità può creare una delle peggiori crisi esistenziali individuali o di coppia.

L’incapacità a lungo protratta di avere figli può evocare sentimenti di perdita. Una diagnosi di infertilità è spesso all’origine di depressione, ansia, sentimenti di vergogna e fallimento per non aver potuto realizzare appieno la propria identità sessuale.

Causa spesso difficoltà nelle relazioni familiari e sociali, e tendenza all’isolamento.
In particolare, tutte le occasioni sociali che propongono la presenza di bambini, rievocano il fantasma della "culla vuota", fanno riemergere di continuo l’impotenza a generare.

Per le donne, la sofferenza può essere lacerante.

Molte di esse vivono l’infertilità con un carico di ansia e depressione paragonabili a quelle di solito connesse a condizioni gravi come il cancro, la sieropositività o il dolore cronico.

Infine, decidere di affrontare l’infertilità espone all’incertezza.

Iniziare un percorso di PMA significa, in primo luogo, essere disposti a tollerare l’incertezza del risultato a fronte di un investimento emotivo, economico e organizzativo enorme. Un ciclo di speranza e di delusione che può ripetersi molte volte, e che pone la necessità continua di fare delle scelte, di prendere delle decisioni, e soprattutto, di mettersi continuamente in discussione per decidere per quanto tempo ancora andare avanti.

Le difficoltà emotive più frequenti
Esistono oramai molti studi sullo stress e le difficoltà emotive delle coppie che soffrono di infertilità.
Questo ha permesso di evidenziare alcuni nodi psicologici particolarmente diffusi e problematici, che possono essere così sintetizzati:

a)
La prima reazione in chi riceve una diagnosi di infertilità è quella della perdita di fiducia. Si tratta della fiducia primaria, infantile che fa confidare nell’esistenza di un ordine naturale universale, a cui tutti apparteniamo.

Un corpo che non risponde alle aspettative di generatività, è un corpo in qualche modo escluso dall’ordine naturale, poiché generare è una capacità biologica naturale, condivisa da tutti gli esseri viventi. Un corpo infertile è un corpo che incrina l’ identità di genere, soprattutto femminile.

b)
L’infertilità, può incrinare il significato della vita sessuale. La finalizzazione forzata dei rapporti sessuali alla procreazione rischia di impoverire la sessualità dal punto di vista affettivo e interpersonale.

D’altra parte, l’attività sessuale, spogliata della sua potenziale funzione procreativa può essere vissuta come meccanica e priva di senso. Il pensiero costante e intrusivo dell’infertilità può far sentire come se il medico fosse permanentemente presente, anche nella propria camera da letto.

In questo modo l’intimità di coppia non è di nessun conforto, e anzi diviene occasione per mettere in evidenza la reciproca ineludibile interdipendenza biologica e la "colpa" del partner infertile.



Ti ho copiato e incollato il passaggio che mi ha colpito di più perchè in qualche modo anche io ho provato le cose che elenca con gli aborti!
In un certo qual modo le due cose si sovrappongono: la poliabortività è una sorta di sterilità ritardata, è comunque un corpo che non funsiona come dovrebbe....
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