Pietro Maso, Erika Nardi & Co.

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Gwen

Pietro Maso, Erika Nardi & Co.

Messaggio da Gwen » lun ott 04, 2010 11:19 am

Guardo la nana, penso a quanto la amo, penso che anche molti altri genitori dovranno aver guardato i propri figli con quegli occhi, molti altri avranno amato e protetto e fatto di tutto per i propri figli.

Chi lo sa, magari anche i genitori di Pietro Maso, o di Erika Nardi.
E questo mi terrorizza e mi sgomenta.

E mi chiedo come possa un figlio uccidere una madre o un padre, cosa deve scattargli in testa per fare qualcosa del genere.

Malattia mentale?
Ma sempre?Voglio dire, c'è sempre una malattia mentale conclamata?

I genitori sono sempre pessimi e quindi respnsabili di questa distorsione o di quest'odio?
Per il caso di Pietro Maso si parlava puramente di questione economica, per quello di Erika si parlava...beh, non s'è mai capito di che si parlasse, se non di una sorta di riferimento alla madre come se lei fosse una rivale per la figlia :occhiodibue:

cioè fin dove è solo sfortuna?
Fin dove è colpa dei genitori?

Io non oso pensare cosa debba provare un genitore nel vedere un figlio che gli si accanisce contro.

Io non ce la faccio.
Non sapere da cosa dipende, cosa crea queste cose e cosa le evita, come al solito, mi fa star male.


martag
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Messaggio da martag » lun ott 04, 2010 12:14 pm

che argomentino!!!!
è vero è proprio terribile sapere che accadono queste cose e anch'io da quando sono diventata mamma mi sono posta domande del genere più di una volta.
Sinceramente non riesco a credere che dietro ai tanti casi di cronaca degli ultimi anni ci siano davvero delle "malattie", almeno non sempre (non parlo dei casi specifici, è un discorso generale) ma che la "scusa" della malattia venga tirata sempre fuori semplicemente per ridurre le pene previste per certi reati, benchè a mio parere siano già troppo leggere e molte volte offensive nei confronti delle famiglie delle vittime, che sempre più spesso si ritrovano l'assassino/a dei propri cari libero dopo un paio d'anni, grazie ad attenuati di questo genere.
per quanto riguarda la seconda domanda,bè, io sono una mamma come te, come tutte voi e come tutte le mamme cerco di dare il meglio di me nell'essere madre, cerco di insagnare ai miei figli i giusti valori, la differenza fra bene e male, insomma "i pesi e le misure" che credo migliori, cercando così di aiutarli nel loro percorso di vita.
Sicuramente sbaglierò su molte cose, come tutti, ma lo faccio sempre cercando di far bene.
Io non credo che "certi soggetti" siano il risultato di un'educazione sbagliata, o almeno non solo, a parere mio in questi casi sono molte le cose in ballo, benchè sicuramente la famiglia ha un ruolo fondamentale.
Credo forse che molte volte l'errore più grande che possa fare un genitore sia quello di non affrontare certe situazioni, di far finta di niente, di vergognarsi del fatto che il proprio figlio abbia dei problemi: avete presente la classica frase detta dai vicini di casa dell'assassino/a, "era una persona normale, una famiglia tranquilla.....", forse i vicini possono non accorgersi di nulla ma è possibile che una madre, che partorisce e allatta il proprio figlio, che ne conosce ogni centimetro del corpo, che riconosce ogni sfumatura della sua voce, che nota ogni espressione del suo viso non si accorga di nulla????? sarà!! ma a me pare strano!
Gwen

Messaggio da Gwen » lun ott 04, 2010 12:15 pm

ma davvero ci sono delle spie che ti fanno stare in allerta?Oppure da un giorno all'altro scoppia un bubbone in maniera improvvisa e feroce?
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Messaggio da kia » lun ott 04, 2010 1:06 pm

la domanda dovrebbe prima essere rivolta al reato generico di omicidio: perché ci sono persone che uccidono e altre che non lo fanno?

i moventi degli omicidi (gelosia, soldi, vendetta, insofferenza ecc...) possono essere vari ma non tutte le persone che provano gelosia o vendetta o insofferenza o che bramano denaro o potere arrivano ad uccidere.

quindi a monte sarebbe curioso capire quali siano le caratteristiche degli assassini, ammesso che sia possibile tracciare un profilo che accomuni tutte queste persone.

poi i delitti nell'ambito familiare pare siano ancor più frequenti che non all'esterno. A partire dai reati "minori" (come le percorsse, la violenza anche psicologica) fino a quelli peggiori (gli abusi sessuali, l'omicidio, l'infanticidio).

come al solito credo sia difficile fare delle generalizzazioni, così come credo che nessuno (forse nemmeno l'autore del reato stesso) possa davvero capire quali siano le cause scatenanti che portano a compiere certi gesti estremi.

non penso nemmeno che sia possibile individuare delle "predisposizioni" all'omicidio sotto il profilo genetico o caratteriale. Sicuramente l'ambiente può influenzare, così come molti altri fattori.

forse le noimamme psicologhe o psicoterapeutiche possono darci qualche spunto di riflessione al riguardo.
Gwen

Messaggio da Gwen » lun ott 04, 2010 1:09 pm

kia ha scritto:la domanda dovrebbe prima essere rivolta al reato generico di omicidio: perché ci sono persone che uccidono e altre che non lo fanno?

i moventi degli omicidi (gelosia, soldi, vendetta, insofferenza ecc...) possono essere vari ma non tutte le persone che provano gelosia o vendetta o insofferenza o che bramano denaro o potere arrivano ad uccidere.

quindi a monte sarebbe curioso capire quali siano le caratteristiche degli assassini, ammesso che sia possibile tracciare un profilo che accomuni tutte queste persone.

poi i delitti nell'ambito familiare pare siano ancor più frequenti che non all'esterno. A partire dai reati "minori" (come le percorsse, la violenza anche psicologica) fino a quelli peggiori (gli abusi sessuali, l'omicidio, l'infanticidio).

come al solito credo sia difficile fare delle generalizzazioni, così come credo che nessuno (forse nemmeno l'autore del reato stesso) possa davvero capire quali siano le cause scatenanti che portano a compiere certi gesti estremi.

non penso nemmeno che sia possibile individuare delle "predisposizioni" all'omicidio sotto il profilo genetico o caratteriale. Sicuramente l'ambiente può influenzare, così come molti altri fattori.

forse le noimamme psicologhe o psicoterapeutiche possono darci qualche spunto di riflessione al riguardo.
Sì sì abbiamo parlato spesso di come considerare un assassino, sotto tanti punti di vista, quello che mi sconvolge nel caso specifico è pensare ad un figlio che arriva ad uccidere chi ti ha amato e protetto. Chi ti ha dato la vita.

E sì, gli omicidi in ambito familiare sono i più frequenti ma non mi sento di accomunare l'omicidio di uno zio o di un coniuge a quello di un figlio verso la madre o viceversa, per me questi ultimi sono ancor più assurdi, ancor meno comprensibili, mi sembrano contro natura.
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Messaggio da emy » lun ott 04, 2010 1:19 pm

Pensare a questo mi fa star male anche a me.
Non so se sia così semplice catalogare il motivo di questi omicidi, eppure ci sono anche genitori che uccidono i figli, e non so se è sempre perchè si va fuori di testa.

Kia ha detto bene, bisognerebbe prima entrare nelle menti di questi assassini.
Chissà se è vero che i genitori li hanno amati, forse no e dopo una vita (breve) di sopprusi, un'adolescente o poco più può arrivare a tanto.
Gwen

Messaggio da Gwen » lun ott 04, 2010 1:23 pm

emy ha scritto:Pensare a questo mi fa star male anche a me.
Non so se sia così semplice catalogare il motivo di questi omicidi, eppure ci sono anche genitori che uccidono i figli, e non so se è sempre perchè si va fuori di testa.

Kia ha detto bene, bisognerebbe prima entrare nelle menti di questi assassini.
Chissà se è vero che i genitori li hanno amati, forse no e dopo una vita (breve) di sopprusi, un'adolescente o poco più può arrivare a tanto.
emy ma se ci fossero dei soprusi, delle famiglie disagiate queste cose poi scapperebbero fuori presumo no?
A sentire le informazioni tutto era la madre di Erika che una che ha messo in atto soprusi....
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Messaggio da emy » lun ott 04, 2010 1:28 pm

Non ho detto nello specifico la mamma di Erika.
Per esempio la zia di mio papà ha un figlio che abita altrove, ci ha chiaramente detto di chiamarlo solo nel momento che non ci sarà più.
non riesce a perdonarla del fatto che lo ha dato alla nonna perchè lei doveva lavorare.
insomma questa mia prozia è rimasta incinta dopo uno stupro, non ha colpe se ha dato il figlio alla nonna, eppure lui non la perdona, a distanza di 60anni.

questo è un caso in cui il figlio ha dei sentimenti, sbagliati, verso sua madre, perchè si è sentito abbandonato.

bisogna vedere com'è la situazione passata, come si sono comportati genitori e figli nei casi specifici.
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