Morte annunciata

Il luogo del pensiero, dell'approfondimento, della discussione; società, politica, religione e tanto altro su cui riflettere, un occhio critico sul mondo che ci circonda.
troppi_gatti

Messaggio da troppi_gatti » mer set 29, 2010 8:44 pm

France ha scritto:Lo vorrei sapere sicuramente.

E se succedesse ad una persona cara credo che glielo direi, perché penso che abbia il diritto di saperlo....
però france, vedi, si parla del "diritto di saperlo".
e invece secondo me questo diritto non esiste.

l'uomo non sa quando morirà, posso avere un cancro e dover morire tra 2 mesi e non saperlo.
o saperlo, ed essere investita da un bus domani.
o saperlo, e viverne invece 8.
o essere sana, ed essere uccisa da un pazzo mercoledì prossimo.

capisci dove voglio andare a parare?
te lo chiedo perchè mi rendo conto di essere ben confusa nell'esprimermi.

l'uomo non sa quando morirà, ed è qui che risiede la natura umana.
se sapessi la mia data di morte, fosse anche fra 100 anni, sarei la sara che sono?
mi godrei tutto mille volte più forte, o vivrei quel che mi resta con ansia e terrore?

non è naturale sapere quando si morirà, e non lo è neppure sapere quando moriranno i nostri cari.

con questo non voglio dire che i medici non dovrebbero dirlo, affatto.
solo che è strano, se mi passi il termine.


nene70
Utente NM
Utente NM
Messaggi: 7425
Iscritto il: ven dic 15, 2006 11:54 pm

Messaggio da nene70 » mer set 29, 2010 8:49 pm

se sapessi la mia data di morte, fosse anche fra 100 anni, sarei la sara che sono?
mi godrei tutto mille volte più forte, o vivrei quel che mi resta con ansia e terrore?

non è naturale sapere quando si morirà, e non lo è neppure sapere quando moriranno i nostri cari.

lo so, sara..
ma nello stesso tempo è giusto rubare del tempo a chi poi sappiamo che on ne avrà più?tempo che lui puo' decidere di utilizzare come meglio crede?
Avatar utente
Ambra
Utente NM
Utente NM
Messaggi: 3715
Iscritto il: ven dic 15, 2006 6:03 pm

Messaggio da Ambra » mer set 29, 2010 9:34 pm

vorrei saperlo.
Vorrei avere il diritto in prima persona di sapere cosa accada nel mio corpo
Vorrei poter scegliere il percorso meno doloroso fisicamente parlando.
Vorrei poter scegliere come sistemare le mie questioni burocratiche per
non lasciare nessuno nelle piste dal punto di vista economico ed organizzativo.
Vorrei poter decidere eventualmente di non curarmi e non sottopormi ad inutili
torture solo per guadagnare qualche mese in più.
Vorrei morire con dignità,scegliere di non essere comandata a bacchetta dal
professore di turno o dall´ansia dei miei cari.

Ok,il fato potrebbe,come dice Sara,giocarmi lo scherzo di farmi morire prima
o dopo,ma con la cognizione del fatto di sapere che probabilmente mi manca
poco potrei dedicare a me stessa e agli altri delle attenzioni particolari
e magari prima che mi abbandonino le forze fare qualcosa che avrei sempre
desiderato di fare.
Potrei morire guardando l´alba nel deserto,chissà,come fece una signora che conoscevo
e che sapeva di morire.

Saperlo è quasi un lusso se vogliamo.
Si vive nell´ansia di morire,questo non lo toglie nessuno,ma credo che avere
la possibilità di sapere di avere una malattia mortale sia un diritto..non amo essere
trattata da scema e non lo tollererei.
Avendo la conoscenza giusta non cerdo riuscirebbero a mentirmi e non potrei
sopportare "il gioco del non dirsi le cose quando tutti sanno"...

Poi sono scelte personalissime e tra il dire e il fare...

Diciamo che per adesso la penso così.

Un bacio
Avatar utente
la Martina
Utente Vip
Utente Vip
Messaggi: 1394
Iscritto il: mer set 30, 2009 11:05 am

Messaggio da la Martina » mer set 29, 2010 10:14 pm

Paola M. ha scritto:Se avessi una malattia incurabile non ci sarebbe la necessità di farmelo sapere, perché lo saprei da me, perché avrei chiesto, incalzato, voluto vedere l'esito degli esami, valutato altri pareri.

Questo OGGI, da giovane, con i bambini piccoli e una vita che NON è SOLO mia, per cui la MIA morte segnerebbe la morte di tante dinamiche e affetti che invece dovrebbero vivere ancora a lungo, vorrei anche sapere (e ripeto, non ci sarebbe modo di tenermelo nascosto) perché ho la supponenza di poter sconfiggere la malattia, se non la morte.

Se invece fossi vecchia, ma anche solo attempata, coi figli grandi, con la loro vita ma che in caso di malattia si dedicassero a me, probabilmente saprei anche se non me lo dicono, ma non vorrei che fossero loro a farmelo sapere se non se la sentono, se non vogliono verbalizzare l'annuncio di morte.

Li lascerei liberi di occuparsi di me come fossi una bambina, perché quando i figli sono grandi e i genitori sono vecchi c'è, per una strano destino, un ribaltamento di ruoli.

Per come sono fatta, probabilmente, fermerei un medico che mi ha in cura, chiederei a lui quanto mi resta e gli farei mille raccomandazioni affinché non dica ai miei figli che io so. E per assurdo, se loro non sapessero perché non vivono la mia quotidianità sarei io a tenerlo nascosto a loro.

Insomma Simona, io credo che se una persona volesse sapere SA, se finge di non sapere o non vuole sapere o non ne vuole parlarne apertamente (perché al giorno d'oggi una chemioterapia è sempre indice di cancro che spesso fa il paio con morte) credo sia anche suo diritto non parlarne con chi ama, perché elaborare il proprio lutto è anche più doloroso che morire, e non tutti ne hanno le capacità e non tutti ne hanno la voglia.

Mio padre fu uno di questi e io fui una di quelle figlie che si prese cura di lui come un bambino (per altro stanotte fanno 15 anni), io so che lui sapeva, forse all'inizio no, all'inizio aveva la speranza di farcela: il corpo reagiva bene alla chemioterapia, per i capelli non era un problema, la vita scorreva tranquilla.
Poi iniziò il dolore, il corpo stanco che iniziava a perdere i colpi, la mente meno lucida, fra una frase e l'altra capivo che sapeva ma non mi fece mai la domanda diretta e so che lo fece perché voleva lasciarmi con l'illusione che sì, ce l'avremmo fatta, ma intanto lui elaborava la sua morte.

La elaborò come solo i grandi uomini sanno fare, quelli che vivono e hanno vissuto tutta una vita in pace con se stessi e in pace con gli altri, con la consapevolezza di non aver mai fatto del male, non simise di fumare e non smise di bere un bicchiere di vino a tavola, non si disperò ma attese con me al suo fianco, si lasciò cullare, curare, accudire.
Attese un mio allontanamento per morire, perché con me vicino non avrebbe mai potuto spirare liberamente. Lo fece con mia madre perché sapeva che lei piuttosto di vederlo soffrire così lo avrebbe lasciato andare e così fu ed io sono ben felice di non avergli mail tolto l'illusione di avere tolto a me la speranza.

Non so e non mi interessa quali siano i diritti di un malato, perché la malattia none ra solo sua, era mia, nostra, universale e insieme ci siamo disegnati quei pochi mesi che ci rimanevano senza tanto chiederci chi sapeva cosa.

Ti voglio bene.
Paola, l'amore che traspare da queste righe, la grandezza con cui ti sei portata nei suoi confronti... Non ci sono parole
Avatar utente
veruz
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 4280
Iscritto il: mar gen 05, 2010 9:53 am

Messaggio da veruz » mer set 29, 2010 10:21 pm

troppi_gatti ha scritto:però france, vedi, si parla del "diritto di saperlo".
e invece secondo me questo diritto non esiste.

l'uomo non sa quando morirà, posso avere un cancro e dover morire tra 2 mesi e non saperlo.
o saperlo, ed essere investita da un bus domani.
o saperlo, e viverne invece 8.
o essere sana, ed essere uccisa da un pazzo mercoledì prossimo.

capisci dove voglio andare a parare?
te lo chiedo perchè mi rendo conto di essere ben confusa nell'esprimermi.

l'uomo non sa quando morirà, ed è qui che risiede la natura umana.
se sapessi la mia data di morte, fosse anche fra 100 anni, sarei la sara che sono?
mi godrei tutto mille volte più forte, o vivrei quel che mi resta con ansia e terrore?

non è naturale sapere quando si morirà, e non lo è neppure sapere quando moriranno i nostri cari.

con questo non voglio dire che i medici non dovrebbero dirlo, affatto.
solo che è strano, se mi passi il termine.
è un pò che ci penso e arrivo alla conclusione che credo sia un diritto nel momento in cui altri intorno a me sanno che sto per morire.
Anche questo forse non è naturale ma accade e allora io credo che si possa parlare di diritto alla consapevolezza di ciò che intorno a me altri sanno
Avatar utente
Polly
Ambasciatore
Ambasciatore
Messaggi: 3134
Iscritto il: ven nov 16, 2007 10:52 pm
Contatta:

Messaggio da Polly » mer set 29, 2010 10:47 pm

Il mercoledì in cui sedarono definitivamente mia madre in un attimo di lucidità con la mascherina dell'ossigeno mi ha detto - hai telefonato a tutti per dire che sto morendo? -
L'ho sentita solo io nonostante mia sorella l'infermiere, il medico e maurizio!

È poi morta il venerdì alle 15.00 (significato profondo per me che ho (poca naturalmente) fede).

Ho capito che in fondo sapeva anche se come figlie non le abbiamo mai detto niente.
Non so il motivo di questa scelta e se sia stata una scelta. È stato un modo di proteggerla diventando io e mia sorella madri di lei figlia.

Però non so cosa vorrei per me.
Dona

Messaggio da Dona » mer set 29, 2010 11:17 pm

io lo saprei.
punto.

se fossi in in una condizione simile, lo saprei.
Ma sinceramente non vorrei mai che fossero i medici a comunicarlo ai miei cari.
Glielo direi io.

Se hai una sentenza di morte sul coppino, non si può mentire.
E' lì e ti aspetta.

Ed è giusto che si giochi a carte scoperte, senza false speranze o bugie a fin di bene.

Ho una figlia, quindi rimarrebbe senza la mamma.
Bene vorrei avere la possibilità di essere sincera e dirle la verità.
La mamma non ti abbandona.
La mamma non mente.
La mamma sta morendo, ma ti lascia il suo amore.

Questo vorrei per me.
pancia

Messaggio da pancia » gio set 30, 2010 1:01 am

io lo vorrei sapere. assolutamente. così metterei a posto le cose lasciate in sospeso.
scriverei decine di lettere da lasciare, e un testamento che altrimenti data la giovae età e l'assenza di figli non mi è ancora passato per la mente di fare.

E poi con il mio inguaribile ottimismo in fondo in fondo non ci crederei veramente di dover morire di lì a poco e continuerei a pregare e sperare in un miracolo quindi non credo che mi rovinerei l'esistenza sapendolo, credo che la conoscenza sia sempre un valore aggiunto anche quando è terribile. ma temi meno ciò che conosci.

Teresa diceva che le mette malinconia baciare come se fosse l'ultima volta. Io invece da quando ho consapevolezza che ogni volta potrebbe essere l'ultima volta, da che i miei amici, parenti e conoscenti hanno cominciato a morire in incidenti stradali e simili, mi sono imposta di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo ed effettivamente aumenta la passione anchein amore, ti vuoi più bene, sei più tollerante, fai tutte le cose con maggiore entusiasmo e sbuffando meno.

a volte addirittura ce lo diciamo col mio compagno per rassicurarci: sappi che se io dovessi morire adesso morirei felice perché tu mi fai felice e sono serena, ricordatelo.

E poi come diceva Ambra non sopporterei di essere trattata da scema, gli altri sanno e io no, non fa per me.

Però poi con gli altri non sei tanto forte e dura.
Mia zia lo ha voluto sapere.
Io sapevo che lei sapeva che aveva due mesi di vita quando mi ha regalato il suo vestito a fiori e le ho detto che gliel'avrei riportato dopo l'estate e lei mi diceva che ormai era mio. Ero io che almeno formalmente non volevo ammettere che dopo l'estate non ci sarebbe stata più.
E non l'ho abbracciata come se fosse l'ultima volta la volta che fu davvero l'ultima...

però sono andata trovarla.
ma io da lei ci andavo spesso comunque perché la adoravo. non era uno di quei parenti pallosi che eviti e ti cucchi solo alle feste comandate.
ma nei miei ricordi sono più contenta di tutte le volte che ci sono andata spontaneamente prima della malattia, che di quando ci sono andata perché di lì a poco non ci sarebbe stata più.
certo quando è arrivata la telefonata non è stata la sassata in pieno petto, come quando ti dicono che uno che un'ora prima hai salutato è stato investito da una macchina e tu chiedi come sta e ti rispondono è morto e lì muori dentro anche tu, perché lo strazio si trascinava da settimane e quindi si era "preparati", si erano già versate tante lacrime, si erano già passate notti insonni pensando a chi restava.

non so, penso comunque che faccia parte della vita, non credo a chi dice è innaturale, di solito non si sa quando si muore, non è vero non lo si sa ne casi in cui cpaita per caso, ma quando c'é una malattia lo si sa... Ricordo la mia amica malata di tumore diceva "non è che io adesso sono immune... avrò sei mesi di vita ma magari domani finisco sotto una macchina" e quindi paragonava la sua vita a quella di ognuno di noi.

a un mio caro credo che lo direi, proprio perché fa parte della vita, anche la reazione che tu hai di fronte alla morte.
Rispondi