Infatti cara Solange,
con il primo parto (nonostante letture, corso, visita alla struttura ecc) ho vissuto passivamente certe cose. In primis la respirazione.
Poi ho cercato Dahlia e avvicinandomi al parto mi davo della scema dalla paura che avevo di essermi andata a cacciare in quella situazione (ma ovviamente parlava la mia parte irrazionale). Decisi di cambiare ospedale e feci nuovamente il corso (con mio marito che mi prendeva per pazza perché tanto sapevo già come sarebbero andate le cose). Al corso ero l’unica ad avere già partorito e mentre il personale parlava io ribattevo con nozioni di causa (e che cavolo!). Alla fine l’ostetrica mi prese da parte e mi pregò molto gentilmente di cercare di stare un po’ più tranquilla per non spaventare le primipare. GIURO!!!!!!
Morale, l’unica cosa che ho potuto fare, e che mi è riuscita, è stata la respirazione che serve a distogliere la mente dal dolore della contrazione. Se mentre hai la contrazione guardi il monitoraggio capisci subito quando arriva all’apice e quindi quando sta per scemare E LA ASSECONDI.
Vero è che i tempi del travaglio tra Marco e Dahlia sono stati talmente diversi che fare la respirazione per tre ore non era paragonabile al farla per quello che è stata la durata del travaglio di Marco. Quindi anche qui vai a sapere…col senno di poi…
L’importante è che Fairy si sia tranquillizzata e che se le arriverà un altro bimbo avrà la forza di farsi valere
gelosia per il parto naturale
Moderator: Paola
Ho raccontato a fairy la mia esperienza di parto insieme alla scelta dell'epidurale perchè mi sentivo vicina a lei per ciò che riguarda le critiche della gente.
Per quanto riguarda la cultura del parto con dolore mi riferivo a coloro che ritengono si debba necessariamente provarlo per capire cosa vuol dire avere un figlio. Di sicuro non volevo criticare chi sceglie liberamente di partorire senza anelgesia nè tantomeno le persone del sud. Ci mancherebbe, offenderei me stessa anzitutto da buona palermitana.
La mia espressione "ma perchè rischiare?" deriva dal fatto che al corso preparto ci hanno detto che il parto naturale dopo un cesareo è una pratica delicata. A questo punto penso: "paese che vai medico che trovi!"
Per quanto riguarda la cultura del parto con dolore mi riferivo a coloro che ritengono si debba necessariamente provarlo per capire cosa vuol dire avere un figlio. Di sicuro non volevo criticare chi sceglie liberamente di partorire senza anelgesia nè tantomeno le persone del sud. Ci mancherebbe, offenderei me stessa anzitutto da buona palermitana.
La mia espressione "ma perchè rischiare?" deriva dal fatto che al corso preparto ci hanno detto che il parto naturale dopo un cesareo è una pratica delicata. A questo punto penso: "paese che vai medico che trovi!"