La diversità

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Agnese G. Pupa
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Messaggio da Agnese G. Pupa » mar mag 31, 2011 12:31 am

mammamia che grandi NM ci sono in questo forum!!! :cazzarola: :wub:
Ho scelto di lavorare nel mondo del sociale 10 anni fa circa e non so perchè ho deciso che volevo "lavorare" con la diversabilità, scontrarmici, capire, ravanare e modificare il modificabile (sopratutto su di me).
Vi dirò che la mia ottica è ancora diversa, un po piu obiettiva per niente "pietista",anzi spesso mi trovo a trattare coi miei ragazzi (io li chiamo così e basta) come parlo coi miei amici, conoscenti, fratelli, fidanzato..etc.etc.)
Purtroppo in questo ambito spesso ti ritrovi a sostenere o a "ri_educare" più i genitori dei ragazzi perchè ovviamente ti gettano addosso molte delle loro frustrazioni/aspettative. Non l'ho mai fatta facile nemmeno per loro, ma siccome noi si deve essere "professionali" devi lavorare anche sui genitori per sostenere e far crescere i ragazzi/bambini/adulti/utenti che segui.
Detto ciò, ora che ho un bimbo, mi s'è aggiunta un ulteriore visione della cosa...e non deve essere per niente facile mantenere i nervi saldi sopratutto davanti all'ignoranza diffusa del "mondo esterno"...vergogna, poca disponibilità all'accoglienza,rifiuto della "fatica" nell'approccio...cose così con cui tutti i giorni ci si scontra...
Con tutti i bambini,ragazzi,adulti, disabili con cui ho lavorato non mi sono mai mai mai approcciata con l'atteggiamento da "poverino" (come spesso fanno i volontari, inconsapevoli che sia l'atteggiamento meno adultizzante/costruttivo del mondo) e m'incazzo come una iena quando andiamo in giro e la gente dice stronzate..e mi fa incazzare tutta questa cosa della presunta "diversità" MA E' OVVIO CHE SIAMO TUTTI DIVERSI...chi è uguale a chi?!?! ma quando mai?! sò che puo suonare retorica, ma purtroppo ci credo veramente e a volte mi capita di sopravvalutare chiunque per motivi diversi.
Detto ciò tanto per spiegare a grandi linee la mia posizione, vorrei tornare sul consiglio che chiedi per il tuo bimbo. Innanzi tutto tuo figlio se già si è posto così "protettivo" nei confronti della sorella mi pare un ottimo segnale di senso di realtà, seguirei le sue indicazioni e userei il canale della verbalizzazione dei suoi pensieri,delle sue paure, riflessioni relativi alla sorellina, sempre. non so se riesco a spiegarmi chiaramente ma a quest'ora sono un po alle cozze (soorrrryyy;) . cioè lui la situazione l'ha capita benissimo se già agisce con senso di causa, quindi deve solo sentire l'appoggio incondizionato di mamma e papà relativamente ai suoi dubbi. mantenere una relazione verbale privilegiata "super aperta" con lui potrebbe farlo sentire piu sicuro durante il cammino della crescita. e in questo angolo speciale di confidenze con mamma e papà ci si puo aspettare di dover accogliere qualsiasi pensiero, ma almeno si ha la consapevolezza di cosa pensi davvero il fratellino...
Io ammiro i miei ragazzi perchè sono dei fighi, perchè le risorse che mettono in campo sono una continua sorpresa e non c'è mai niente di scontato !!! ma poi nella relazione gli rompo le scatole al massimo perchè loro giungano al massimo della loro autonomia, solo così si troveranno il loro spazio, che è difficile per tutti anche per i "cosidetti normodotati" ma per la mia esperienza il senso di realtà è l'unica via, con il poverino non si va da nessuna parte.
Parlo da educatrice e non da mamma.
Massimo rispetto NM con la forza di 100 mamme in una!!! :inchino: :bacio:


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Paola
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Messaggio da Paola » mar mag 31, 2011 6:39 am

tessa ha scritto: C' è chi va dalla preside a chiedere di non andare in classe con quel bambino perchè darebbe disturbo all' istruzione del proprio figlio, handicapp o extracomunitario o con problemi famigliari...
Aiutatami a capire.
Io ti porto la nostra storia, poi leggo il resto.

Lapo ha frequentato una materna statale (bellissima che frequenta anche sua sorella) ed essendo statale, costa poco ed è un buon bacino per gli extracomunitari. E' un buon bacino anche per le disabilità perché le altre strutture non hanno "le capacità" per affrontare seriamente la diversità.

Fattostà che nella sua classe il primo anno ci fosse una bambina down, al secondo si aggiunse un bambino autistico (che non era stato segnalato dall madre, riconosciuto a scuola, sennò non sarebbe stato messo nella stessa classe con l'altra bimba).

Sono stati per le insegnanti due anni durissimi, fatti di grande lavoro di integrazione, di spiegazioni, di abituare gli altri bimbi ai tempi, ai modi, alle differenze di G. e P.

Ma, a fine dei tre anni, tirate le somme, i nostri bambini della verde avevano capacità di relazione e di solidarietà di gran lunga SUPERIORI ai bambini delle altre classi e con griglie di osservazione alla mano le maestre segnalavano tutto ciò in un progetto presentato ai genitori. Quando G. e P, andavano nelle altre classi per i laboratori gli altri bambini si innervosivano, non sapevano interagire, non erano in gradi di capire la diversità e non era colpa dei bambini ma del fatto che non la vivevano 8 ore al giorno come i nostri. Non accorrevano in caso di bisogno, si spazientivano per le urla di P., si scandalizzavano sull'affettività di G. Tanto che persino le loro mamme si chiedevano se era giusto o meno "sottoporli" a questi incontri sporadici.
E anche i nostri bimbi della verde a volte tornavano a casa lamentandosi dei loro compagni, perché gli avevano fatto perdere del tempo, perché G aveva pianto tanto, perché P. aveva urlato e avevano il mal di testa. Ma noi eravamo formati e preparati per accompagnarli in questa fatica.

Le diversità purtroppo (quelle legate alle malattie) e per fortuna (quelle legate al colore della pelle) ci sono, e devono essere le istituzioni per prime a integrarle nella vita quotidiana, soprattutto fra i bambini che devono imparare a gestire la diversità. Mia figlia oggi a scuola impara l'inglese ma anche il Ghanese, l'albanese, lo slavo e canticchia la ninna nanna a T. carezzandogli la testa mentre lui si estrania dal mondo e dondola sulla seggiola.
Non è una bimba fortunatissima?
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Messaggio da Paola » mar mag 31, 2011 7:34 am

tessa ha scritto: a volte si comporta come se per lui fosse un peso adattarsi alle esigenze di Lup.
Tessa, credo sia faticoso anche per voi adattarvi alle esigenze della Lup, dico faticoso dal punto di vista pratico, perché non dovrebbe esserlo per lui?

Io sono convinta che queste crisi servano a crescere e crescere con una disabilità in casa è per forza un percorso tortuoso, non minimizzare la sua fatica ma digli che è per amore che anche voi lo fate, non so se servirà perché parlare da questa parte della barricata è evidentemente più semplice, però è l'unica cosa che mi viene in mente e che probabilmente farei.
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Messaggio da Lella » mar mag 31, 2011 9:54 am

Paola M. ha scritto:Io ti porto la nostra storia, poi leggo il resto.

Lapo ha frequentato una materna statale (bellissima che frequenta anche sua sorella) ed essendo statale, costa poco ed è un buon bacino per gli extracomunitari. E' un buon bacino anche per le disabilità perché le altre strutture non hanno "le capacità" per affrontare seriamente la diversità.
Stessa esperienza alla materna sia di Andrea che di Jacopo
Abituarli sin da piccoli a interagire con la "diversità" è un gran passo avanti per tutta la società.
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Messaggio da marzia80 » mar mag 31, 2011 12:27 pm

Io penso che la diversità un pò spaventi,perchè non si sa bene come affrontarla se non la si conosce.Ma spero che sia solo una difficoltà iniziale e poi passi.
Certo la società non aiuta...
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Messaggio da nanà » mar mag 31, 2011 1:06 pm

cara tessa,
sei una mamma forte e speciale,lo sai?

la mia esperienza è molto diversa dalla tua,da quelle di tante altre...
7 anni è entrato nella mia vita una persona speciale,che oggi è mio marito.
me lo ricordo piccolo perchè frequentavamo la stessa scuola...e tutti ne eravamo spaventati.
un bimbo molto iperattivo,forse un pò aggressivo...che non aveva nessuna colpa se nonchè per un brutto destino durante il parto ebbe gravi complicanze ed ha solo tre dita su una mano.
mia suocera mi racconta sempre che non lo voleva nessuno perchè era troppo agitato,troppo movimentato e akltre mamme gli dicevano se devi venire non portarlo...
crescendo...lui ha saputo farsi amare da tutti,senza MA senza perchè...lo conoscono tutti perchè è il SOLE fatto persona,sensibile e di una grande intelligenza.
7 anni fa lui si è innamorato di me...e io non lo sapevo...ma per me èstato naturale avvicinarmi a lui,e io lo guardoogni giorno ma non vedo la sua disabilità.
la vedono gli altri forse,grandi e piccoli che cio guardano un pò straniti quando camminiamo mano nella mano,proprio dove non c'è.
il mio cruccio sarà un giorno spiegarlo a Giuseppe,mio figlio,perchè la paura c'è...
la paura che vedo negli altri però..
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Messaggio da sol » mar mag 31, 2011 2:52 pm

Lo zio preferito di Lu non ha un braccio. L' ha sempre visto così, perchè ha avuto un incidente 25 anni fa. Ogni tanto mette la protesi, spesso no. Ci fa giocare Lu. Qualcuno- che non lo conosce- chiede come mai. Una volta Lu ha risposto: perchè è forte. Chissà cosa intendeva, forse che gliene basta uno, di braccio. E' importante che fin da piccoli conoscano e interagiscano con la diversità. Quoto Paola. Ma Tommaso è ancora un bambino e ha le sue esigenze. La sua insofferenza sarà dovuta a questo. Crescendo potrebbe diventare estremamente protettivo nei confronti di Lucrezia.
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Messaggio da sol » mar mag 31, 2011 2:55 pm

Allibita ha scritto:Credo che l'ambivazlenza nei confronti della sorella lo accompagnerà inevitabilmente durante la crescita.
Perchè lui dovrà sempre confrontarsi con una doppia lettura della situazione: quella razionale che gli dice che la sorella ha bisogno di attenzioni costanti nel tempo per la sua situazione e quella irrazionale che, inevitabilmente, lo farà essere geloso.
Essere geloso di un fratello "uguale" a te (per possibilità, percorso di crescita, potenzialità)è una cosa.. essere gelosi di una sorella "diversa" ha un peso maggiore, perchè il senso di colpa è sempre dietro l'angolo.

Non ti ho aiutata, ma la riflessione sul suo punto di vista mi è venuta spontanea.

Scusa, Allibita, non avevo letto, l' hai detto meglio tu.
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