Ho letto più su non ricordo chi ha detto del monitoraggio che ti impedisce di muoverti.
Per me è stato così durante il travaglio di Matilde.
Anche con Sofia ero lì ferma immobile e mal sopportavo il fatto di dover rimanere ferma. L'ostetrica mi guarda e mi chiede perchè non mi alzi e vada a fare una passeggiata. Mi guardo: il monitoraggio era wireless, niente fili che mi tenevano inchiodata al lettino.
A volte basta così poco per far star meglio una donna che sta per partorire!
gelosia per il parto naturale
Moderator: Paola
Alessia M. wrote:Infatti è una cosa che volevo precisare anch'io... ho notato che spesso si parla (non mi riferisco al forum, ma alla mia esperienza) di parto cesareo come di un'alternativa al dolore. Io non ho provato il dolore di un parto naturale, ma vi assicuro che il parto cesareo non è assolutamente indolore
Quoto Alessia, chi decide per un cesareo in alternativa al dolore non e' che faccia una scelta azzeccata!
Io, l'ultima volta che ho mangiato, prima di vedere nascere greta, era venerdì a mezzogiorno, ho rivisto qualcosa che non fosse the mercoledì a colazione!!!!
E andare in bagno a fare pupu'? Con la pancia tagliuzzata e dover spingere?ahi ahi ahi!
Di un cesareo sono tutte cose che non puoi farne a meno, clistere, catetere, la posizione stesa sulla schiena per tre giorni di fila prima di riuscire a muoversi un tantino ti procura dei dolori fortissimi ai reni e molte altre cose che come il parto naturale poi si scordano.
Pro e contro di un modo o di un'altro di partorire, ma il fine e' sempre lo stesso: poter finalmente abbracciare la creatura che si ha in grembo...
Spesso anche con il parto naturale ci si mette un pò a recuperare, c'è in giro quest'idea che dopo aver partorito spontaneamente, un paio d'ore e salti giù dal letto piena di energie: ho sentito molte che si sono riprese subito, qualche volta però ci si ritrova con i punti, con il coccige lussato e molto molto stanche. Insomma non esiste un parto ideale e molto dipende dall'esperienza singola e dalla soglia di sopportazione del dolore che varia da persona a persona, poi secondo me c'entra anche la condizione psicologica in cui sei arrivata a partorire.