La proposta sembra si a passata stavolta!Lella ha scritto:bene!Befy ha scritto:Proprio oggi mi è arrivata per mail la proposta che il sindacato ha fatto all'azienda per ciò che riguarda le lavoratrici mamme.
E' prevista l'estensione del part time a tutte le lavoratrici che ne fanno richiesta ad eccezione del settore prettamente tecnico (chi va a casa del cliente per capirci).
Sono molto contenta per tutte le colleghe che ne potranno usufruire e mi sento un pò paladina della giustizia, perchè io, a mio tempo, per ottenerlo ho dovuto fare una denuncia di mobbing....
ma è solo a livello di proposta del sindacato o è già operativa la cosa?
LE DIFFICOLTA' DI UNA MADRE NEL MONDO DEL LAVORO
Un pò in ritardo ma vorrei portare anche la mia esperienza...
Io ho sempre fatto l'operaia, ho lavorato fino a che non ho avuto Michele, dopodichè entravo e uscivo dalla stessa azienda, lavorando solo l'estate (Michele è stato sempre male d'inverno ed io non ho nonni che si possano occupare di lui a tempo pieno....) con contratti a empo determinato. Lo scorso giugno, dopo varie pressioni da parte del datore di lavoro, sono rientrata con contratto part-time a 6 ore a tempo indeterminato (tassativo per poter portare e riprendere il bimbo a scuola), premetto che il lavoro dista da casa mia 23 Km, praticamente un'ora la passo in macchina. Prendo 650 euro al mese di cui 150 vanno in gasolio e 50 per la mensa di Michele, mi rimangono 450 euro per 7 ore fuori casa. Per le ore in più godo della flessibilità, accordo tra le parti stipulato per concedermi ore da usare per le malattie di mio figlio.
Fin qui tutto ok, a parte per il fatto che le colleghe mi odiano in quanto "privilegiata" per il part-time, e il datore di lavoro mi odia in quanto pensava che per bisogno avrei fatto chissà quante ore in più e che intanto assumermi a queste condizioni le serviva per farmi rientrare dentro...
Quindi vivo un costante mobbing da entrambe le parti, per non parlare del fatto che luglio e agosto (il momento che c'è più lavoro) ci sono circa 3 campi estivi in tutto e sono costosissimi, al punto che per quei due mesi praticamente non percepisco stipendio.
I sensi di colpa ce l'ho nei confronti di mio figlio, perchè quando torno alle 4 del pomeriggio, sono uno straccio, sia psicologicamente che fisicamente e non riesco a dedicargli tutto il tempo e la gioia di cui ha bisogno.
Stò cercando un altro lavoro, ma con il mio titolo di studio (licenza media, i miei avevano problemi e mi hanno mandata a lavorare all'età di 13 anni), non si trova nulla. Quindi resto lì per bisogno, mentre aspetto di trovare qualcos'altro...
Scusate per il post lungo, ma mi sembrava giusto raccontare anche questo lato della cosa, un ambiente più sereno e lavorativamente più stimolante , sicuramente mi farebbero stare meglio anche a casa, sono insoddisfatta della mia vita professionale e vi assicuro che questo mi si legge in faccia, anche se c'ho il part-time...
Io ho sempre fatto l'operaia, ho lavorato fino a che non ho avuto Michele, dopodichè entravo e uscivo dalla stessa azienda, lavorando solo l'estate (Michele è stato sempre male d'inverno ed io non ho nonni che si possano occupare di lui a tempo pieno....) con contratti a empo determinato. Lo scorso giugno, dopo varie pressioni da parte del datore di lavoro, sono rientrata con contratto part-time a 6 ore a tempo indeterminato (tassativo per poter portare e riprendere il bimbo a scuola), premetto che il lavoro dista da casa mia 23 Km, praticamente un'ora la passo in macchina. Prendo 650 euro al mese di cui 150 vanno in gasolio e 50 per la mensa di Michele, mi rimangono 450 euro per 7 ore fuori casa. Per le ore in più godo della flessibilità, accordo tra le parti stipulato per concedermi ore da usare per le malattie di mio figlio.
Fin qui tutto ok, a parte per il fatto che le colleghe mi odiano in quanto "privilegiata" per il part-time, e il datore di lavoro mi odia in quanto pensava che per bisogno avrei fatto chissà quante ore in più e che intanto assumermi a queste condizioni le serviva per farmi rientrare dentro...
Quindi vivo un costante mobbing da entrambe le parti, per non parlare del fatto che luglio e agosto (il momento che c'è più lavoro) ci sono circa 3 campi estivi in tutto e sono costosissimi, al punto che per quei due mesi praticamente non percepisco stipendio.
I sensi di colpa ce l'ho nei confronti di mio figlio, perchè quando torno alle 4 del pomeriggio, sono uno straccio, sia psicologicamente che fisicamente e non riesco a dedicargli tutto il tempo e la gioia di cui ha bisogno.
Stò cercando un altro lavoro, ma con il mio titolo di studio (licenza media, i miei avevano problemi e mi hanno mandata a lavorare all'età di 13 anni), non si trova nulla. Quindi resto lì per bisogno, mentre aspetto di trovare qualcos'altro...
Scusate per il post lungo, ma mi sembrava giusto raccontare anche questo lato della cosa, un ambiente più sereno e lavorativamente più stimolante , sicuramente mi farebbero stare meglio anche a casa, sono insoddisfatta della mia vita professionale e vi assicuro che questo mi si legge in faccia, anche se c'ho il part-time...
mi dispiace, bruna...
storie come la tua fanno solo rabbia
la mia è altrettanto poco poco felice
sono rimasta incinta di Elena contemporaneamente ad una promozione sul posto di lavoro
ottenuta la promozione (settembre scorso), i miei capi si aspettavano di sfruttarmi ancora di più dell'immaginabile (per avere la promozione ho lavorato tutti i giorni anche fino a dopo mezzanotte ed anche parecchi weekend... era un mio obiettivo e un importante investimento, quindi ho tirato il fiato e sono andata avanti senza lamentarmi)
dunque...
da settembre scorso è stato insopportabile per me lavorare
prima ero responsabile di 30 persone: a settembre mi hanno tolto tutte le persone che lavoravano con me, ma mi hanno lasciato ancora più lavoro da fare
ovviamente non ce la potevo fare, e da li battute, umiliazioni, se la prendevano sempre con me per qualsiasi cosa che non andava bene
se facevo bianco, chiedevano nero e se facevo nero chiedevano bianco
se riferivo ai miei capi, riferivo troppo (dovevo essere più indipendente e non disturbare)
se non riferivo, era colpa mia se loro non erano a conoscenza delle cose
mentre ero in riunione dovevo materialmente portare avanti calcoli economici, formalizzare proposte ed opportunità e, contemporaneamente, verbalizzare le riunioni, parlare con i clienti e ...
insomma, mi sono ritrovata a piangere nel cesso parecchie volte soffocando una enorme rabbia e...
il massacro da parte loro è continuato fino alle prime contrazioni, poi ad una vera minaccia di aborto... in opedale, al prontosoccorso, mi hanno dettato assoluto riposo... e non sono tornata in ufficio
ovviamente cosa mi potevo apsettare? un giudizio negativo da settembre scorso che resterà scritto e che non mi sono assolutamente meritata... e immaginate con che spirito adesso dovrei rientrare allo scadere della maternità
il lavoro lo affrontavo con passione, dedizione, entusiasmo... adesso, ho rabbia e anche "paura" di rientrare... chissà cosa mi aspetta
devo farmi forza
pensare che il mio obiettivo di carriera l'ho raggiunto e che adesso ho una bimba meravigliosa
sinceramente credo di meritare un futuro professionale degno di rispetto, così come dovrei meritare una vita bilanciata tra famiglia e carriera
come tutte le donne dovrebbero[/b]
storie come la tua fanno solo rabbia
la mia è altrettanto poco poco felice
sono rimasta incinta di Elena contemporaneamente ad una promozione sul posto di lavoro
ottenuta la promozione (settembre scorso), i miei capi si aspettavano di sfruttarmi ancora di più dell'immaginabile (per avere la promozione ho lavorato tutti i giorni anche fino a dopo mezzanotte ed anche parecchi weekend... era un mio obiettivo e un importante investimento, quindi ho tirato il fiato e sono andata avanti senza lamentarmi)
dunque...
da settembre scorso è stato insopportabile per me lavorare
prima ero responsabile di 30 persone: a settembre mi hanno tolto tutte le persone che lavoravano con me, ma mi hanno lasciato ancora più lavoro da fare
ovviamente non ce la potevo fare, e da li battute, umiliazioni, se la prendevano sempre con me per qualsiasi cosa che non andava bene
se facevo bianco, chiedevano nero e se facevo nero chiedevano bianco
se riferivo ai miei capi, riferivo troppo (dovevo essere più indipendente e non disturbare)
se non riferivo, era colpa mia se loro non erano a conoscenza delle cose
mentre ero in riunione dovevo materialmente portare avanti calcoli economici, formalizzare proposte ed opportunità e, contemporaneamente, verbalizzare le riunioni, parlare con i clienti e ...
insomma, mi sono ritrovata a piangere nel cesso parecchie volte soffocando una enorme rabbia e...
il massacro da parte loro è continuato fino alle prime contrazioni, poi ad una vera minaccia di aborto... in opedale, al prontosoccorso, mi hanno dettato assoluto riposo... e non sono tornata in ufficio
ovviamente cosa mi potevo apsettare? un giudizio negativo da settembre scorso che resterà scritto e che non mi sono assolutamente meritata... e immaginate con che spirito adesso dovrei rientrare allo scadere della maternità
il lavoro lo affrontavo con passione, dedizione, entusiasmo... adesso, ho rabbia e anche "paura" di rientrare... chissà cosa mi aspetta
devo farmi forza
pensare che il mio obiettivo di carriera l'ho raggiunto e che adesso ho una bimba meravigliosa
sinceramente credo di meritare un futuro professionale degno di rispetto, così come dovrei meritare una vita bilanciata tra famiglia e carriera
come tutte le donne dovrebbero[/b]