Le poesie della memoria
Re: Le poesie della memoria
Mi sono laureata (in letteratura italiana!) con un professore senese che era un archivio vivente. Da buon toscano, conosceva 'Dante a mente', vale a dire tutta la Commedia. Ma non solo. Fosse Petrarca, Ariosto, Foscolo, Manzoni, Leopardi, attaccava qua e là con citazioni infinite.
Ci spiegò che conoscere a memoria un autore significa possederlo, farlo proprio, preservarlo da qualsiasi forma di oblio, spontaneo o forzato. Lo stesso concetto che si ritrova in Fahrenheit 451 di Bradbury.
Spinta da questa sua passione ho imparato a memoria passi e passi dell' opera dantesca, che sono andati ad aggiungersi all'infinito numero di sonetti, carmi, odi appresi fra medie e liceo.
Esercizio per la memoria e per il senso del ritmo, oltretutto.
Sono particolarmente orgogliosa di due 'chicche', difficilissime perché non in rima.
Uno è l'incipit dei 'Sepolcri' di Ugo Foscolo:
All'ombra dei cipressi e dentro l'urne
Confortate di pianto, è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il sole
Per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
Né da te, dolce amico, udro' più il verso
E la mesta armonia che lo governa
Né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro ai dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte: anche la Speme,
Ultima dea, rifugge i sepolcri
E involve tutte cose un oblio nella sua notte
Eccetera, fino al verso 46 o 47 non sono sicura
L'altro è in latino, l'incipit del De rerum natura di Lucrezio
Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas
Alma venus caeli subter labentia Signa
Quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
Concelebras, per te quoniam genus omne animantum
Concipitur, viditque exortum lumina solis,
Te dea te fugiunt venti,te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti,
placatumque nitet diffuso lumine caelum
Eccetera
I ragazzi alle medie fanno moltissima fatica a imparare a memoria. Ancor più a capire i classici. Si trovano meglio con l'ermetismo, paradossalmente...
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Ci spiegò che conoscere a memoria un autore significa possederlo, farlo proprio, preservarlo da qualsiasi forma di oblio, spontaneo o forzato. Lo stesso concetto che si ritrova in Fahrenheit 451 di Bradbury.
Spinta da questa sua passione ho imparato a memoria passi e passi dell' opera dantesca, che sono andati ad aggiungersi all'infinito numero di sonetti, carmi, odi appresi fra medie e liceo.
Esercizio per la memoria e per il senso del ritmo, oltretutto.
Sono particolarmente orgogliosa di due 'chicche', difficilissime perché non in rima.
Uno è l'incipit dei 'Sepolcri' di Ugo Foscolo:
All'ombra dei cipressi e dentro l'urne
Confortate di pianto, è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il sole
Per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
Né da te, dolce amico, udro' più il verso
E la mesta armonia che lo governa
Né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro ai dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte: anche la Speme,
Ultima dea, rifugge i sepolcri
E involve tutte cose un oblio nella sua notte
Eccetera, fino al verso 46 o 47 non sono sicura
L'altro è in latino, l'incipit del De rerum natura di Lucrezio
Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas
Alma venus caeli subter labentia Signa
Quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
Concelebras, per te quoniam genus omne animantum
Concipitur, viditque exortum lumina solis,
Te dea te fugiunt venti,te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti,
placatumque nitet diffuso lumine caelum
Eccetera
I ragazzi alle medie fanno moltissima fatica a imparare a memoria. Ancor più a capire i classici. Si trovano meglio con l'ermetismo, paradossalmente...
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Re: Le poesie della memoria
Trilli sei ufficialmente il mio mito. Ia mia memoria è pessima, ho sempre faticato con l'esercizio mnemonico.
Re: Le poesie della memoria
Vi leggevo già ammirata, ma dopo i "Sepolcri" e il "De rerum natura" mi levo il cappello davanti a tutte voi. Li ho entrambi studiati al liceo con un'insegnante di italiano e latino che mi ha fatto odiare anche ciò che di mio avrei amato. Se c'è una cosa che rimpiango, è proprio non aver studiato bene la letteratura.
Io ricordo un sacco di incipit ma dopo tre-quattro versi già mi incarto. Forse so ancora tutto L'Infinito, ma solo perché l'avevo imparato per l'esame di terza media.
Mio padre, che ha la terza professionale, ne sa moltissime ma non ne ricorda i titoli. Tipo se gli chiedi L'infinito buio totale, ma se gli dici "Sempre caro" lui ti spara tutta la pappardella. Ci fa troppo ridere! Fa lo stesso coi verbi.
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Io ricordo un sacco di incipit ma dopo tre-quattro versi già mi incarto. Forse so ancora tutto L'Infinito, ma solo perché l'avevo imparato per l'esame di terza media.
Mio padre, che ha la terza professionale, ne sa moltissime ma non ne ricorda i titoli. Tipo se gli chiedi L'infinito buio totale, ma se gli dici "Sempre caro" lui ti spara tutta la pappardella. Ci fa troppo ridere! Fa lo stesso coi verbi.
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Re: Le poesie della memoria
Io come Valeria. Ricordo l'incipit, neanche per intero e poi basta.
Ho una buona memoria, ma non per queste cose, forse perché non mi è mai interessata la letteratura. Preferisco le scienze.
Però vi ammiro e tanto. Siete bravissime.
Ho una buona memoria, ma non per queste cose, forse perché non mi è mai interessata la letteratura. Preferisco le scienze.
Però vi ammiro e tanto. Siete bravissime.
Re: Le poesie della memoria
Dùm loquimùr, fùgerit ìnvida
àetas : càrpe dièm, quàm minimùm crèdula pòstero
questa traduzione (questo è solo un piccolissimo pezzo) mi fece prendere un bel 3 al liceo... La imparai a memoria, ma ora mi resta solo la parte finale. E la pronuncia non so più se è corretta. È Orazio
Trilli fantastica
àetas : càrpe dièm, quàm minimùm crèdula pòstero
questa traduzione (questo è solo un piccolissimo pezzo) mi fece prendere un bel 3 al liceo... La imparai a memoria, ma ora mi resta solo la parte finale. E la pronuncia non so più se è corretta. È Orazio
Trilli fantastica
Re: Le poesie della memoria
Trilli, hai citato due capolavori.
Non ho pensato in effetti a Foscolo, ma l'ho giusto spiegato a Matthieu qualche giorno fa, perché dobbiamo andare a fare un corso professionale a Firenze e gli ho parlato della chiesa di Santa Croce e anche io ho iniziato con la pappardella...
Va beh. Sono deformazioni mentali di maniache di letteratura
Sai che invece io adoravo Plutarco? Ho letto tutte le vite parallele non perché me lo avessero lasciato a scuola, ma proprio perché adoravo questi parallelismi.
Non ho pensato in effetti a Foscolo, ma l'ho giusto spiegato a Matthieu qualche giorno fa, perché dobbiamo andare a fare un corso professionale a Firenze e gli ho parlato della chiesa di Santa Croce e anche io ho iniziato con la pappardella...
Va beh. Sono deformazioni mentali di maniache di letteratura
Sai che invece io adoravo Plutarco? Ho letto tutte le vite parallele non perché me lo avessero lasciato a scuola, ma proprio perché adoravo questi parallelismi.
Re: R: Le poesie della memoria
Trilli sei mitica.
Io ricordo qualche incipit ma intere solo "ed è subito sera" di Quasimodo (facile!) e "odi et amo" di Catullo in latino.
Io ricordo qualche incipit ma intere solo "ed è subito sera" di Quasimodo (facile!) e "odi et amo" di Catullo in latino.
Re: Le poesie della memoria
Trilli, sono davvero ammirata, sei straordinaria!