Che paese l'America!

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caterina
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Che paese l'America!

Messaggio da caterina » sab mar 08, 2014 5:46 pm

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Di Frank McCourt[/center]

SINOSSI
Il romanzo narra le vicende del giovane McCourt giunto in America con l'intenzione di riscattare l'infelice infanzia irlandese, raccontata nelle "Ceneri di Angela". La scena è quella di New York nel secondo dopoguerra. Una New York proletaria, dove fra case di mattoni rossi, pub di emigrati irlandesi e banchine ingombre di merci, con la quinta di Manhattan lontana ed irraggiungibile, Frankie si trova a percorrere, passo dopo passo, un faticossisimo apprendistato. Inserviente in un grande e lussuoso albergo, militare durante la guerra di Corea, scaricatore di porto, e infine insegnante, in aule e fra scolaresche che ricordano piuttosto da vicino le rumorose classi di Limerick.

COMMENTO
Dopo aver letto (e amato alla follia) Le ceneri di Angela, non mi restava che leggere (e recensire per voi e per Mara) anche il suo naturale seguito. Qualcuno (onestamente non ricordo chi di voi) mi ha detto che i tre libri (Le ceneri di Angela, Che paese l'america e Ehi prof) possono essere letti disgiuntamente uno dall'altro. Beh no, non sono d'accordo. Posto che il primo rimane - a mio avviso - molto al di sopra di questo secondo romanzo, leggere prima Le ceneri di Angela accompagna il lettore a quella che poi è la crescita di Frank, la sua maturità e la sua vita adulta.
Frank sbarca in America, il grande Paese delle grandi possibilità. Ma sulle spalle ha 18 anni di povertà, sofferenza, soprusi psicologici e fisici, malattie, debolezze. E questo peso che ha sulle spalle, capiamo, lo porterà sempre. Non c'è pace dunque per lui e nemmeno per sua madre che, alla fine, tornerà in America per raggiungere non solo i figli ma anche la pace tanto agognata.
Ho letto in giro che qualcuno lo ha trovato migliore del primo, qualcuno che invece - come me - lo ha trovato vagamente ripetuto e insistito, e la mia aggiunta personale (e opinabilissima) è che non si entri davvero in sintonia con Frank. Non scatta la scintilla emotiva che era scattata con il primo libro, quell'empatia che a mio avviso deve sempre esserci tra chi scrive e il lettore.
Lo consiglio comunque, ma per quello che mi riguarda non leggerò Ehi prof.


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