Cuore Cavo

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Allibita
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Cuore Cavo

Messaggio da Allibita » ven set 27, 2013 2:10 pm

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SINOSSI

In un romanzo coraggioso e sorretto da una scrittura originale, Viola Di Grado racconta la storia di un suicidio e di ciò che segue. Una folgorante invenzione della vita dopo la morte: la nostalgia, l'amore, la frequentazione "fantasmatica" delle persone care, la solitudine e l'incomunicabilità, in un aldilà cupo e ribollente, senza pelle e senza sensi, dominato da una natura crudele, che sfalda i corpi, ma anche da una vita ostinata che a questa morte si sottrae. Un romanzo che fa paura: la disgregazione dei corpi, la sopravvivenza dell'"anima", la tristezza e il rimpianto per la vita che non riesce a ricomporsi ma continua a incedere e spiare, vagando in un mondo deserto ma affollato, dove i vivi non possono più vederti e sentirti ma i morti restano all'erta, impauriti, in ascolto.

COMMENTO

Non ho mai finito il suo primo libro Settanta acrilico e trenta lana perchè l'ho letto a casa di un'amica che poi non ho visto per un pò.
Però mi aveva colpito molto.
Questo lo trovo bellissimo, copertina compresa.
Ambientazione simile al primo.
Lei dopo il suicidio segue parallelamente la sua vita "pre morte", gli incontri con i morti come lei e il disfacimento del suo corpo.
Un pò alla "Amabili resti" per chi lo ha letto o ha visto il film, ma sicuramente più decadente.


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