COSA VOGLIAMO PER LORO

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Moderator: Paola

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Lella
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Post by Lella »

rufy wrote:me l'ero perso e me ne dispiace, ma spero di non essere ancora fuori tempo massimo.

Io non ho ben chiaro cosa sia la felicita'.
Pero' so che ciascuno ha un modo per sentirla, per cercarla.
Io so, per esempio, che la mia felicita' e' strettamente legata alla felicita' di chi mi circonda e di chi ama.

Ora sembra questa cosa il trionfo della banalita', invece e' un concetto molto piu' complesso e che non mi e' facile spiegare senza cadere nell'equivoco di apparire come una personalita' flaccida e sagomabile, che non credo onestamente d'avere.

Pero', diciamo, che io amo l'uomo che avrebbe potuto in potenza amare mio padre.
Non mi sarei mai potuta innamorare di un rasta con il piercing, perche' sapevo che per amare questa persona avrei in qualche modo dovuto "deludere" mio padre.

Ecco, lo sapevo, non ho scelto un esempio calzante, ma e' per dire che io per essere veramente felice, devo sentire che sto realizzando anche la felicita' dei miei genitori.

E il fatto che questa "dipendenza" di felicita' sia ben riposta e' legata al fatto che sono stata cresciuta con lo stesso legame. Cioe' io so che mia madre e mio padre hanno messo sempre la nostra felicita' prima della loro.
quasi come io mettessi la loro prima della mia.
In realta', crescendo, mi rendo conto che non e' un PRIMA o un DOPO, e' un intreccio di felicita', una voglia di esser felici solo se lo si e' tutti.

Saro' sincera, spero questo valga anche per i miei figli.
Cioe' io spero che loro vivano la loro "felicita'" anche in relazione alla nostra, come io so che vivro' la mia solo in relazione alla loro e per quanto soffocante e limitante possa apparire questo legame, per me e' stata ed e' la base della mia "felicita'" e non riesco ad immaginarne altre possibili.

Terra terra: io non posso immaginarmi Carla con i capelli fuxia e le punte verdi, con otto anelli al naso, o con lo scazzo da studio o con lo zainetto sulle spalle alla ricerca della sua strada, senza obiettivi precisi, senza mete, senza sfide.
Insomma se un giorno dovesse arrivare a casa mia conciata cosi', da qualche parte pensero' d'aver sbagliato.

Al contrario avvocato, medico, maestra d'asilo, estetista, archietetto- giruo- mi importa molto relativamente, mi piacerebbe solo che qualasi professione scelgano, lo facciano con serieta' e senso del dovere (e del piacere, che non guasta).

Nessun tempo massimo, ti aspettavo :D
Il concetto della a felicità degli altri famigliari per essere felici è comprensibilissimo e comune a tutti io credo.
Quando parli di non ritrovarti Carla con i capelli fucsia e gli anelli sul naso è secondo me quello che semplicemente non vorresti per loro in fondo.
Non li vorresti sapere che ancora non hanno trovato se stessi, cioè il modo di essere contenti o appagati perchè parti dal presupposto che essere rasta o un pò sconvolto non lo sia giusto?
In effetti è difficile se non impossibile per noi genitori discostarci dal nostro modello di felicità.
Teresa
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Post by Teresa »

si infatti Lella.

So che e' piu' saggio, piu' moralmente apprezzabile e apparentemente meno egoistico, dire "voglio che siano felici"
pero' mi scopro meno saggia, piu' immorale, meno altruista e resto dell'idea che mi auguro fortemente che le nostre felicita' reciproche restino avvinghiate le une alle altre...mal comune mezzo gaudio, ma BEN COMUNE TUTTO GAUDIO

e poi, alla fine, c'e' sempre da augurarsi una buona botta di culo.
Insomma "io speriamo che me la cavo"
Carla 4/12/03
Mena 2/05/06

"Abbiamo messo i bambini in compezione tra loro senza dargli alcuna forza interiore. Abbiamo arricciato i loro capelli e distorto le loro menti. Li abbiamo educati, ma non abbiamo dato loro saggezza."
Tonkahaska
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Cosetta
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Post by Cosetta »

:D io lo capisco questo discorso Teresa però secondo me ha senso ed è sano se la aspettative dei genitori hanno senso e sono ragionevoli, cioè capisco il rasta capelli fucsia+ mancanza di stimoli e obiettivi, e del resto io sono una persona che non ha mai creduto nel conciarsi in un certo modo per "esprimere se stessi", però poi penso che anche andare in giro con un mascherone di trucco... ti darà un aspetto più ordinato, più "bene" (se è fatto senza eccessi) ma comunque è segno di insicurezza,.. mi preoccuperebbe insomma! Ma solo oltre una certa età, perchè prima si sa che c'è un'età in cui l'insicurezza e la voglia di uniformarsi sono quasi fisiologiche, quindi razionalizzando il capello viola e il mascherone di trucco in adolescenza li metto alla stessa stregua e non è che il primo mi "deluderebbe" più del secondo credo.

Però il discorso del non scontentare i genitori è pericoloso, perchè ci sono aspetti in cui non c'è nulla di male, non è segno negativo di nulla essere come sei... penso ad es a tuo fratello che suona i bonghi: io ne riderei, mi divertirebbe, ne sarei addirittura contenta di un passatempo originale, i tuoi a quel che ho capito son quasi delusi (correggimi se sbaglio), questo non lo capisco proprio.

Invece che farsi troppe aspettative e poi essere felici se gli altri aderiscono a un modello.. non sarebbe più semplice essere più tolleranti e vivere con più leggerezza, badando alle cose importanti per essere o meno felici?
(cose importanti: si sta bene,si ha una vita tranquilla, non troppe preoccupazioni economiche, ci si vede spesso, si va d'accordo...)
Troppo spesso le incomprensioni, le discussioni, in famiglia, vengono proprio a causa di una mancanza di tolleranza verso il modo di essere (diverso, non sbagliato in assoluto, di solito innocuo) dei familiari.
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