Hai perfettamente ragione, non a caso io avevo messo il condizionale, non volendo aggravare la discussione con lamentele sugli annosi e recenti problemi della scuola.Trilli2011 ha scritto:Io pure insegno, ma non è che la situazione sia migliore.
Da un lato i genitori che non capiscono che ovviamente se hai una bimba di due anni (che già va al nido mezza giornata) di certo non puoi accompagnare gite scolastiche, fare corsi di recupero gratis al pomeriggio, essere disponibile ai colloqui in qualunque orario.
Dall'altra i colleghi che dicono in giro: Trilli non è più quella di una volta, che faceva mille cose per la scuola. E lo credo caspita!!! Prima ero una single che viveva da sola, ora ho marito e figlia!
Poi la cosiddetta carriera: dovrei fare la vicepreside ma la finanziaria ha tagliato il semiesonero dall'insegnamento... vale a dire che dovrei stare a scuola due o tre ore anche il pomeriggio. D'istinto ho detto: rinuncio, non ce la faccio. Risposta: come puoi rinunciare, la Tale insegna alle elementari e ha 6 ore di servizio in più alla settimana... come potrebbe prendere lei il tuo posto? Ma io dico: devo sempre sacrificare mia figlia, mio marito, me stessa ai problemi altrui???
Il discorso, credo, si potrebbe spostare sulla mancanza di "rete" di sostegno di cui dovrebbero poter usufruire i genitori in genere (e parlo anche dei padri), in termini anche di semplice comprensione da parte degli "altri" non-genitori (ma tu mi dici - e io ti posso comfermare - che sono proprio i genitori degli alunni a non mostrare comprensione! E' tutto dire!).
Non a caso, qualche tempo fa, sentivo parlare qualche sociologo di "società di figli", in cui attualmente ci troviamo - i figli dei sessatottini, della contestazione, del boom economico, del benessere facile -, senza responsabilità di sorta, con l'unico orizzonte dei propri bisogni da soddisfare.
Ognuno si guarda il proprio orticello e chi s'è visto s'è visto, come si dice dalle mie parti.
E non è una prospettiva rassicurante e neppure logica, visto che nel mondo "globalizzato e liquido" siamo tutti collegati da doppio filo.
Si dovrebbe trovare tempo e modo per far maturare nelle proprie teste questa nuova prospettiva di esistenza, di uno "sviluppo sostenibile" delle relazioni che viviamo, per un benessere che vada oltre l'abito firmato, il telefonino o la macchina ultimo modello.