La dura vita dei senza dio...

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Ipomea
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La dura vita dei senza dio...

Messaggio da Ipomea » lun apr 18, 2011 3:17 pm

Ok. Direi che sono in fase definitiva di scelta, tuttavia ho sete di testimonianze.

Ci sono due cose che mi piacerebbe tanto sapere.
Una è capire il proprio percorso di scelta: cosa vi ha portati a riflettere sulla vostra vita religiosa e cosa vi ha portati a scegliere nell'uno o nell'altro senso (ci credo-non ci credo).

L'altra e come vi regolate nei confronti dei vostri figli.
Sia che li si "mandi a catechismo" sia che non lo si faccia si fa comunque una scelta per loro.
Come vivono in questa società cattolica quelli che scelgono di vivere senza religione? E come si può puntare sui valori quando tutta una società mira alle forme?

Per me ho deciso.
Per me.
Ma pare che non mandare a catechismo nostro figlio sarà uno sfregio al 99% dei nostri parenti.
Ma scegliere di fargli fare i sacramenti ( e non dico nemmeno solo il catechismo, perchè comunque i valori e gli insegnamenti li ritengo utili), solo perchè "lo fanno tutti, poi deciderà" oppure "per fargli frequentare un ambiente sano (che è tutto da vedere)" mi sembrano motivazioni del tutto inesistenti.

Tuttavia ho avuto veramente un ambiente sano in cui sono cresciuta. Parrocchiale e pieno di gente in gamba che ha "testimoniato" con la propria presenza e comportamento. 70% di quello che sono lo devo a quelle persone.
Compresa la mia necessità di coerenza come scelta etica.
Togliere a mio figlio la possibilità di avere un centro di socializzazione come quello, mi fa sentore quasi ingiusta.

Parliamone, vi prego, che magari mi chiarisco le idee.


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Vavi
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Messaggio da Vavi » lun apr 18, 2011 3:25 pm

Io dopo tanto pensare ho concluso che non credo in Dio, ma credo nella Chiesa.
Chiesa inteso l'insieme dei suoi fedeli, coloro che davvero credono nell'amore di Dio, nel Vangelo di Gesu' ecc.
Quindi se mia figlia frequenta persone che credono "nei buoni sentimenti" non puo' farle male.

Ergo, io non credo in Dio e non vado in chiesa, ma se mia figlia vuole fare catechismo e andare ai ritiri cattolici ecc la lascio fare.

Per me e' un po' come credere in Babbo Natale, finche' dura e' bello e male non fa. Peccato che io sia diventata grande e non ci credo piu'.

Aggiungo: quando mia figlia mi chiede io rispondo "dicono che Gesu' abbia fatto questo e quello" :vavi:
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Ipomea
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Messaggio da Ipomea » lun apr 18, 2011 3:29 pm

Mio figlio mi ha chiesto perchè il Papa è "tutto dorato" e perchè "Gesù era uno straccione".
Ha i geni manomessi.

Anch'io ho detto a mio figlio che se vuole può fare catichismo, ma ovviamente lui sceglierà in base alla noiosità e al fascino che saprà dare il catechista a quell'oretta. E pure questo non so se vada bene.

Grazie Vavi intanto.
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Sheireh
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Messaggio da Sheireh » lun apr 18, 2011 3:34 pm

Nata e cresciuta in una famiglia (inteso di madre e padre) atea (che per essere di destra era - soprattutto tempo fa - una cosa strana).

Non ho "subìto" sacramenti, e ho avuto la possibilità di scegliere se frequentare religione a scuola fin dalle elementari, dove ho deliberatamente scelto di NO, come per quanto riguardava il catechismo o la decisione di prendere parte ad attività dell'oratorio (non ho mai nemmeno messo un piede dentro la struttura).

Sicuramente il fatto di vivere in una famiglia dove la razionalità era fondamentale, dove non c'era posto per la religione né da un punto di vista mistico (proprio perché non-razionale) né da un punto di vista sociale (la solitudine era ben vista e la scelta ponderata di amicizie e "seguaci" altrettanto), tantomeno accettata da un punto di vista gerarchico (nel senso di istituzione) ha inciso moltissimo.

Ho vissuto fino all'estremo opposto nella fase adolescenziale questo mio ateismo, utilizzando emblemi come croci rovesciate al collo e cose di questo genere.

Nel corso degli anni, con la maturità, ho convenuto di credere in realtà in un animo "mistico" della natura, un'anima universale, che abbraccia tutto e che racchiude ciò che va oltre alla vita fine a se stessa che noi conosciamo. Ma senza che questo abbia molta valenza nella vita che vivo, perché in ogni caso una volta finita, sarà finita e che se anche la mia anima tornerà a far parte della Grande Madre Natura, io comunque non lo saprò.

Non sento la necessità di un dio, non sento la necessità di rifarmi a qualcuno nei momenti brutti o nei momenti belli, non sento la necessità di avere alle spalle qualcosa o qualcuno in cui credere o a cui tendere una mano. Ritengo di essere io stessa la MIA divinità più grande.


Questo per quanto riguarda ciò che sono io... ciò che sarà con i figli, ancora non lo so di per certo, anche se ritengo che farò il possibile per tenere lontana Arianna e chi verrà dopo dal mondo delle religioni, perché per come li vivo io reputo che tolgano parte di sé a se stessi per darlo ad altri che non lo meritano.
Arianna non è battezzata e se lo vorrà essere dovrà essere grande abbastanza per potermi dare motivazioni valide (che non saranno certamente "voglio andare anch'io alle riunioni pomeridiane in chiesa con i miei compagni di scuola").

Certo, anche questa è una scelta, come chi sceglie di far diventare religiosi i figli, io scelgo di non volerli fare diventare tali.
Poi il percorso individuale seguirà logicamente la propria strada.
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franceschina
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Messaggio da franceschina » lun apr 18, 2011 3:36 pm

Intanto non credo si possa parlare di fede in termini di scelta.
Se mai può esserci la scelta di aprirsi a certi discorsi, ma la fede è qualcosa che arriva come un dono (o una maledizione, a seconda dei punti di vista).
E' come l'amore.
Puoi scegliere di non amare qualcuno di cui ti innamori?
Volendo partire dall'assunzione che la fede non ci sia, allora si può scegliere se aderire o meno a certe proposte, a certi modelli comportamentali (che per altro secondo me esulano dalla morale cattolica, ma appartengono - o dovrebbero appartenere - ad un'etica universale), se conformarsi a certi percorsi che sembrano tappe socialmente dovute.
Da cattolica praticante, posso dirti che se non avessi la fede, mi lascerei guidare dalle inclinazioni dei miei figli, dando loro la possibilità di esplorare certi territori, anche laddove la spinta nascesse da mera curiosità o omologazione.
Se poi hai un'esperienza pregressa in ambito parrocchiale che giudichi positiva e formativa, vorresti negarla ai tuoi figli solo per coerenza con la scelta che hai fatto per te?
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Elisa
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Messaggio da Elisa » lun apr 18, 2011 4:04 pm

curiosa la posizione di vavi, di solito è il contrario!

per quanto ci riguarda, nonostante un mio passato di oratorio in cui sono cresciuta negli anni di formazione, ad oggi sono atea(?) disinteressata, non credo, è più forte di me, pur sapendo che la vita in questa provincia bigotta sarebbe molto più facile.

Mio marito, cresciuto nell'ignoranza religiosa più totale, sarebbe probabilmente più propenso a fare tutto come si deve per il quieto vivere, ma a me non va bene, proprio x rispetto verso chi crede davvero.

Alessia non è stata battezzata - con grande dolore di mio padre e sconcerto dei suoceri, è argomento ancora tabù - e ovviamente i "problemi" arriveranno con la scolarizzazione e l'uniformarsi agli altri.

Intanto Simone ha voluto iscriverla all'insegnamento religioso alla scuola materna, io non mi sono opposta ma sono in forte dubbio.

Non so, devo sbatterci il naso, per poterne parlare davvero.

Certo che qui altre "agenzie educative" non ce ne sono, luoghi in cui crescere in gruppo sotto adulti che guidano non ce ne sono.

La scelta è tra oratorio e piazza\giardini, scout- agesci cattolici- o squadra di qualche sport.

La vedo già grama, a livello di coerenza...
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Messaggio da Ipomea » lun apr 18, 2011 4:07 pm

Grazie Ila per la tua atipica testimonianza. Ti chiedo se mai hai sentito come pesante o pressante il fatto di " non fare quello che tutti facevano" ( non so come spiegarla)?

Franceschina hai ragione, peró ho paura che il mandarlo in un qualsiasi ambiente parrocchiale sia una sorta di debito di riconoscenza dal quale non riesco a liberarmi, e nello stesso tempo una pigrizia da parte mia nel dover affrontare tutti gli stessi valori da un punto di vista prettamente etico, cosa alquanto più semplice ce ci si mette Dio (si diceva in qualche topic qui intorno).
Non so bene se riesco ad essere chiara nello spiegare i miei dubbi...
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MANU_
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Messaggio da MANU_ » lun apr 18, 2011 4:07 pm

Io credo nella COMUNITA', e questo è quello che mi offre la MIA chiesa.
La condivisione di un percorso e la crescita, come individuo.

Partecipo, ora attivamente pure io, solo grazie a Padre Giuseppe (per tutti p.g.)
Lui lo sa come la penso, molte volte ci troviamo in disaccordo,
ma è grazie a lui se ho riscoperto il pensiero al prossimo e l'idea di
darsi agli altri.

Questo fanno i miei figli.
E lo trovo "sano" come qualsiasi altro luogo d'incontro.
Non troppo rigoroso e insistente come lo ricordo da bambina.
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