ospedali psichiatrici giudiziari
inserisco un paio di foto.... non per fare pietà o altro, solo per far capire a chi legge e passa di qua. Per far riflettere.
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Queste che vedete non sono due fascette a caso, è il mio letto con le fascette appese... stavano lì attaccate sempre perchè venivo legata spesso ed era troppo disturbo toglierle e riporle nell'armadio, in oltre klasciarle lì serviva ad intimorirmi ed effettivamente facevano un po' quell'effetto.
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Queste che vedete non sono due fascette a caso, è il mio letto con le fascette appese... stavano lì attaccate sempre perchè venivo legata spesso ed era troppo disturbo toglierle e riporle nell'armadio, in oltre klasciarle lì serviva ad intimorirmi ed effettivamente facevano un po' quell'effetto.
e questa sono io, con il letto messo nella sala comune, le bolle di sapone in fondo al materasso, utilissime per liberarmi dalle fascette e soprattutto magiche, bellissime.
Ecco... io non credo che questo sia modo di curare e non credo di dover mettere altri commenti alla foto.
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Ecco... io non credo che questo sia modo di curare e non credo di dover mettere altri commenti alla foto.
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Quoto, parlarne è fare politica, parlarne è di un'importanza assoluta... io mi sono ritrovata proprio perchè ho iniziato a raccontare, è stata la mia salvezza.Paola M. ha scritto:No, non servono altre parole.
Io però credo che parlarne, come stiamo facendo noi, abbia una valenza anche EDUCATIVA, un po' come per la campagna dell'antisculaccione, forse, a forza di parlarne di "matti" diventano un po' più "normali".
- acqualimpida
- Ambasciatore
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- Iscritto il: mar set 21, 2010 5:59 pm
Questa purtroppo è una cosa che viene "naturale" però in certi momenti i familiari sono davvero l'unica forma di tutela..la yle ha scritto:non dico "se capitasse a un mio figlio, a mio marito o ai miei genitori" perchè in quel caso credo che la disperazione del non saper cosa fare mi porterebbe a credere ciecamente in ciò che la struttura mi proporrebbe di fare. quindi se mi dicessero "per il suo bene, conteniamo" credo che passivamente accetterei.
Articolo del 1 aprile.
Sono 388 le persone internate negli ospedali psichiatrici giudiziari italiani che, non essendo "socialmente pericolose", potrebbero essere dimesse ma rimangono negli Opg per assenza di strutture alternative. Per loro qualcosa si sta muovendo. A riferirlo è Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che intervenendo a Roma al convegno del Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone private della libertà personale, annuncia che dal ministero della Salute sono stati effettivamente erogati finanziamenti in direzione di quelle regioni che hanno presentato al dicastero dei Piani per accogliere nuovamente i propri detenuti. "La risposta ‘non ci sono i fondi per far uscire gli internati dimissibili', che dovrebbero già essere fuori dagli Opg da mesi o anni perché non sono più socialmente pericolosi -dice Marino- non può più essere ammessa.
La disponibilità totale per agevolare l'assistenza sul territorio dei dimissibili è stata, da parte del ministero della Salute, di 5 milioni di euro, da assegnare alle regioni sulla base di apposita richiesta con la redazione di un Piano per la presa in carico e l'assistenza dei "propri" internati negli Opg. Alcune regioni, come la Lombardia (che ha 85 internati) o la Toscana (che ne ha 15 in queste condizioni), hanno presentato effettivamente la documentazione e per questo hanno avuto l'assegnazione delle risorse richieste. Dei 5 milioni complessivi - fa notare Marino citando informazioni riferite dal ministro della Salute Fazio - sono stati effettivamente erogati alle regioni 3 milioni e 400mila euro. Altre regioni invece, fa notare Marino, non hanno ancora provveduto a presentare i Piani per accogliere gli internati dimissibili, e 1 milione e 600mila euro sono rimasti, finora, nelle disponibilità del ministero. Fra queste regioni, ce ne sono alcune con un numero considerevole di persone: "La regione Lazio - spiega Marino - non ha presentato alcuna richiesta di fondi pur avendo 41 cittadini che hanno il diritto di lasciare gli Opg in cui sono; così ha fatto la Liguria che ne ha 11; l'Abruzzo che dovrebbe riaccoglierne 6; la Campania dove dovrebbero poter tornare 75 internati che hanno scontato la pena e non sono più socialmente pericolosi; la Calabria e la Sicilia che devono riaccogliere rispettivamente 11 e 31 persone; il Friuli Venezia Giulia che ne aspetta 7. Questa evidente mancanza di cooperazione va fermata al più presto per bloccare uno scandalo che non può più continuare". "E' preoccupante - conclude - che anche di fronte alla disponibilità finanziaria non venga fatto nulla per rispondere al problema: è tempo che ognuno prenda le proprie responsabilità".
Anche dal vice capo del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, è arrivata la richiesta di utilizzare tutte le opportunità previste per usufruire dei fondi a disposizione della Cassa delle Ammende per finanziare progetti per il miglioramento della situazione nelle carceri: del capitale di 160 milioni di euro, circa 100 sono "distratti dal Piano Carceri" ma i rimanenti sono utilizzabili: "Avendo la competenza su detenuti e trattamento e avendo registrato carenze negli investimenti - dice - ho sollecitato provveditori e direttori a presentare progetti". Consolo ricorda anche che l'Opg di Castiglione delle Stiviere (il migliore fra tutti gli opg) "non è comunque un modello, perché come con gli altri dobbiamo giungere anche alla sua chiusura e al suo superamento".
Il Forum propone un vero e proprio piano che fissi la data ultima del 31 dicembre 2012 per realizzare la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: "A questo però - ha precisato Bruno Benigni del Direttivo del Forum nazionale - devono accompagnarsi adeguate sanzioni finanziarie verso le regioni che non hanno ottemperato agli impegni e ai tempi previsti per la chiusura degli Opg". Poiché, peraltro, devono essere individuate delle strutture alternative, la proposta è quella di rendere almeno il 60% del Fondo disponibile della Cassa Ammende per la ricerca di alternative al carcere e agli Opg, oltre che una quota derivante dalla confisca dei beni dei condannati per crimini legati alla criminalità organizzata. In ogni caso - sottolinea Benigni - "non si può lasciare alla spontaneità un processo così impegnativo".
Sono 388 le persone internate negli ospedali psichiatrici giudiziari italiani che, non essendo "socialmente pericolose", potrebbero essere dimesse ma rimangono negli Opg per assenza di strutture alternative. Per loro qualcosa si sta muovendo. A riferirlo è Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che intervenendo a Roma al convegno del Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone private della libertà personale, annuncia che dal ministero della Salute sono stati effettivamente erogati finanziamenti in direzione di quelle regioni che hanno presentato al dicastero dei Piani per accogliere nuovamente i propri detenuti. "La risposta ‘non ci sono i fondi per far uscire gli internati dimissibili', che dovrebbero già essere fuori dagli Opg da mesi o anni perché non sono più socialmente pericolosi -dice Marino- non può più essere ammessa.
La disponibilità totale per agevolare l'assistenza sul territorio dei dimissibili è stata, da parte del ministero della Salute, di 5 milioni di euro, da assegnare alle regioni sulla base di apposita richiesta con la redazione di un Piano per la presa in carico e l'assistenza dei "propri" internati negli Opg. Alcune regioni, come la Lombardia (che ha 85 internati) o la Toscana (che ne ha 15 in queste condizioni), hanno presentato effettivamente la documentazione e per questo hanno avuto l'assegnazione delle risorse richieste. Dei 5 milioni complessivi - fa notare Marino citando informazioni riferite dal ministro della Salute Fazio - sono stati effettivamente erogati alle regioni 3 milioni e 400mila euro. Altre regioni invece, fa notare Marino, non hanno ancora provveduto a presentare i Piani per accogliere gli internati dimissibili, e 1 milione e 600mila euro sono rimasti, finora, nelle disponibilità del ministero. Fra queste regioni, ce ne sono alcune con un numero considerevole di persone: "La regione Lazio - spiega Marino - non ha presentato alcuna richiesta di fondi pur avendo 41 cittadini che hanno il diritto di lasciare gli Opg in cui sono; così ha fatto la Liguria che ne ha 11; l'Abruzzo che dovrebbe riaccoglierne 6; la Campania dove dovrebbero poter tornare 75 internati che hanno scontato la pena e non sono più socialmente pericolosi; la Calabria e la Sicilia che devono riaccogliere rispettivamente 11 e 31 persone; il Friuli Venezia Giulia che ne aspetta 7. Questa evidente mancanza di cooperazione va fermata al più presto per bloccare uno scandalo che non può più continuare". "E' preoccupante - conclude - che anche di fronte alla disponibilità finanziaria non venga fatto nulla per rispondere al problema: è tempo che ognuno prenda le proprie responsabilità".
Anche dal vice capo del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, è arrivata la richiesta di utilizzare tutte le opportunità previste per usufruire dei fondi a disposizione della Cassa delle Ammende per finanziare progetti per il miglioramento della situazione nelle carceri: del capitale di 160 milioni di euro, circa 100 sono "distratti dal Piano Carceri" ma i rimanenti sono utilizzabili: "Avendo la competenza su detenuti e trattamento e avendo registrato carenze negli investimenti - dice - ho sollecitato provveditori e direttori a presentare progetti". Consolo ricorda anche che l'Opg di Castiglione delle Stiviere (il migliore fra tutti gli opg) "non è comunque un modello, perché come con gli altri dobbiamo giungere anche alla sua chiusura e al suo superamento".
Il Forum propone un vero e proprio piano che fissi la data ultima del 31 dicembre 2012 per realizzare la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: "A questo però - ha precisato Bruno Benigni del Direttivo del Forum nazionale - devono accompagnarsi adeguate sanzioni finanziarie verso le regioni che non hanno ottemperato agli impegni e ai tempi previsti per la chiusura degli Opg". Poiché, peraltro, devono essere individuate delle strutture alternative, la proposta è quella di rendere almeno il 60% del Fondo disponibile della Cassa Ammende per la ricerca di alternative al carcere e agli Opg, oltre che una quota derivante dalla confisca dei beni dei condannati per crimini legati alla criminalità organizzata. In ogni caso - sottolinea Benigni - "non si può lasciare alla spontaneità un processo così impegnativo".