Allibita ha scritto:So che ci sono "correnti di pensiero" di questo tipo.
Ma non è ovviamente quello che io penso, nè quello che portiamo ai convegni con l'associazione in cui lavoro.
Allo stesso tempo non amo altre "correnti di pensiero" che non tengono conto della realtà particolare della malattia mentale in cui spesso devi essere anche un pò meno "poetico" e più pragmatico per aiutare delle persone che il più delle volte di farsi aiutare non hanno nessuna voglia.In quasi tutti i campi della medicina è il malato stesso che va a farsi curare, nelle malattie mentali gravi l'esordio corrisponde quasi sempre al rifiuto delle cure.
Tutte le questioni più delicate nascono sempre da lì.
Meno poetico vuole dire legare?
il rifiuto delle cure è un classico, per questo esiste il tso. I luoghi in cui non si legano sono reparti come gli altri, sono spdc come gli altri che ricevono pazienti con patologie di ogni genere (mica li selezionano!), psicosi, schizofrenie ecc.. Eppure riescono ad affrontare le crisi diversamente (come lo spieghi?).
Sono stata ricoverata in molti reparti e cliniche nella mia vita, molte in piemonte altre in lombardia. su 14 luoghi in cui sono stata solo uno non conteneva, l'spdc di novara. Io però ero abituata ad essere legata, lo sono stata per anni e mi aspettavo quello. Con mia grande sorpresa quando ho avuto una crisi non sono stata legata. Quel giorno mi è stata restituità la
responsabilità , la dignità e i miei diritti di libera cittadina. Togli a chiunque
gli ultimi due e lo priverai anche del primo.