quell'immensa bufala che "imparano dall'esempio"

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laste
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Messaggio da laste » mer mar 30, 2011 12:53 pm

lenina ha scritto:aggiungo che le cose per cui venivo sgridata ma di cui non ho compreso il motivo le faccio ancora adesso.

Ma infatti Lenina io credo che tu ci metta molto della tua infanzia quando parli, perche' citi spesso te stessa da piccola , anche ad esempio quando si parla di alimentazione
Ti faccio un esempio, poche sere fa raccontavo divertita a Ruggero quanto mi faceva schifo la polenta con latte e zucchero che mia nonna mi propinava da bambina
Io la odiavo, ma "dovevo" mangiarla ugualmente
Ruggero ha sgrabnato gli occhi chiedendomi se mia nonna posse pazza e perche' io mangiassi ugualmente
Io ho riso e gli ho spiegato che io non mi sognavo neppure di dire "che schifo" davanti a cio' che mi veniva proposto.
Ora, nonostante questo "trauma" infantile io persisto a voler insegnare a mio figlio a mangiare le verdure.
So cosa voglia dire mangiare qualcosa che non piace, ma proprio perche' pur sapendolo non lo ricordo come un incubo ma come una cosa "normale" e perche' credo che se vorra' evitare le verdure, lo fara' quando sara' piu' grande, vado avanti
Alla fine dipende da come abbiamo vissuto la nostra infanzia credo.
Anche io ricordo sgridate da bambina in cui mi sentivo trattata ingiustamente, ma ora SO che avevano pure ragione e quindi faccio paro paro.
Non dico che debbano farlo tutti ma non ritengo che faccia tutti i danni che tu ritieni.
Insomma alla fine quoto Rie ahahah


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LauraDani
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Messaggio da LauraDani » mer mar 30, 2011 12:55 pm

Sheireh ha scritto:Finché non ne avranno compreso il motivo e finché non saranno d'accordo (a meno che appunto non lo facciano per far piacere all'adulto o per sua paura). E' tutto lì e va molto oltre al fatto di capire che non si fa. C'è il perché e l'accettazione del perché (motivo per cui non tutte le cose che si cerca di insegnare vengono accettate nemmeno nel futuro).
Non sono d'accordo
Io non mi aspetto che un bambino di 7 anni non salti sul tavolo quando siamo a cena perchè è d'accordo che sia una cosa giusta da fare
Io non credo che un bambino di 6 anni non si metta a urlare in chiesa perchè è d'accordo cche sia inopportuno farlo.
Non mi importa che stia seduto composto o non schiamazzi perchè sono IO a chiederglielo
A pretenderlo
Io non credo alla completa democrazia tra genitore e bambino
Io sono l'adulto, io mi assumo una responsabilità circa alcune cose, responsabilità che non lascio a te, perchè tu sei piccolo
Hai meno strumenti di me
Hai meno consapevolezza di me
Hai meno conoscenza di me
Guidare non significa necessariamente schiacciare il bambino, nè umiliarlo od offenderlo
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Messaggio da Sheireh » mer mar 30, 2011 12:59 pm

laste ha scritto:Ti faccio un esempio, poche sere fa raccontavo divertita a Ruggero quanto mi faceva schifo la polenta con latte e zucchero che mia nonna mi propinava da bambina
Io la odiavo, ma "dovevo" mangiarla ugualmente
Ruggero ha sgrabnato gli occhi chiedendomi se mia nonna posse pazza e perche' io mangiassi ugualmente
Io ho riso e gli ho spiegato che io non mi sognavo neppure di dire "che schifo" davanti a cio' che mi veniva proposto.
Ora, nonostante questo "trauma" infantile io persisto a voler insegnare a mio figlio a mangiare le verdure.
So cosa voglia dire mangiare qualcosa che non piace, ma proprio perche' pur sapendolo non lo ricordo come un incubo ma come una cosa "normale" e perche' credo che se vorra' evitare le verdure, lo fara' quando sara' piu' grande, vado avanti.
Alla fine dipende da come abbiamo vissuto la nostra infanzia credo.
Ecco, io invece ho i brividi a questo pensiero, PUR non essendoci passata.
I miei genitori mi hanno SEMPRE lasciata libera di fare, sbagliare, scegliere, senza praticamente mai imporsi, nonostante fossi su alcune cose molto pesante da sopportare.

L'obbligo del mangiare qualcosa come ti è stato fatto per me è più di un incubo, è violenza, e assolutamente un calpestamento del diritto del bambino di avere una propria opinione.

Il fatto che tu non ti "sognavi di dire che schifo" (quindi fossi un soggetto passivo, non avendo possibilità di esprimere la tua opinione, pena - immagino - un qualche tipo di castigo) non ti fa rabbrividire al pensiero di come eri sottomessa e di come fossi succube? Vorresti davvero che anche i tuoi figli fossero così nei tuoi confronti?
beatrix

Messaggio da beatrix » mer mar 30, 2011 12:59 pm

laste ha scritto: Alla fine dipende da come abbiamo vissuto la nostra infanzia credo.
Anche io ricordo sgridate da bambina in cui mi sentivo trattata ingiustamente, ma ora SO che avevano pure ragione e quindi faccio paro paro.
Ecco, questo me lo ricordo anch'io, e cerco di stare attenta, perché so che i bambini hano un grandissimo senso della giustizia.

E credo che alla fine si possa fare leva su quello, e sul fatto che - come ha detto Lenina molto sopra - la loro prima pulsione sia quella di accontentare noi genitori.
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Messaggio da LauraDani » mer mar 30, 2011 1:03 pm

aggiungo che far piacere agli adulti che ti amano non mi sembra in sè un assoluto negativo
anche io faccio cose che non amo alla follia per far piacere a mio marito
penso che il voler compiacere i propri genitori sia un motore potente nella crescita di un bambino
riconoscere nel bambino la sua soggettività non significa per me attribuire a quella sua soggettività sempre un connotato positivo
dentro di noi albergano sentimenti buoni e cattivi in egual misura
non credo nell'uomo che nasce cattivo ma neppure che nasca puro, sempre e totalmente buono
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Messaggio da laste » mer mar 30, 2011 1:03 pm

Sheireh ha scritto:Ecco, io invece ho i brividi a questo pensiero, PUR non essendoci passata.
I miei genitori mi hanno SEMPRE lasciata libera di fare, sbagliare, scegliere, senza praticamente mai imporsi, nonostante fossi su alcune cose molto pesante da sopportare.

L'obbligo del mangiare qualcosa come ti è stato fatto per me è più di un incubo, è violenza, e assolutamente un calpestamento del diritto del bambino di avere una propria opinione.

Il fatto che tu non ti "sognavi di dire che schifo" (quindi fossi un soggetto passivo, non avendo possibilità di esprimere la tua opinione, pena - immagino - un qualche tipo di castigo) non ti fa rabbrividire al pensiero di come eri sottomessa e di come fossi succube? Vorresti davvero che anche i tuoi figli fossero così nei tuoi confronti?

mah
io non riesco a viverlo come un trauma neanche se ci provo
sapevo che quella era la cena, e il giorno dopo sarebbe stata minestra coi tortellini
non e' che non mi sognavo di dire che schifo per paura della nonna (c he era una nonna buona, un pezzo di pane anzi di polenta ahah), ma perche' la cena era uguale per tutti
non riesco a spiegarmi
ci sono i piatti preferiti e ci sono i piatti che ci piacciono meno, ma le 5 cene a seconda dei gusti non sarebbero contemplate
(che poi in realta' a parte il discorso verdure i miei figli quando non amano cio' che c'e' in tavola hanno sempre l'alternativa di pane e formaggio, quindi siamo gia' un passo avanti alla nonna ahah)
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Messaggio da Sheireh » mer mar 30, 2011 1:09 pm

LauraDani ha scritto:aggiungo che far piacere agli adulti che ti amano non mi sembra in sè un assoluto negativo
anche io faccio cose che non amo alla follia per far piacere a mio marito
penso che il voler compiacere i propri genitori sia un motore potente nella crescita di un bambino
Sì e no.
Perché da un lato si rischia di entrare nel circolo vizioso di spingere il bambino a fare le cose che non comprende per il bene che vuole ai genitori, ed è un atteggiamento sbagliato da "insegnare".

Tu come adulta hai la possibilità di SCEGLIERE se fare una cosa che ti scoccia per il bene che vuoi a tuo marito, i bambini possono rischiare di sentirla come necessità per dimostrare a noi genitori che ci vogliono bene e a sentirsi in difetto affettivo se non ci riescono.
laste ha scritto:non e' che non mi sognavo di dire che schifo per paura della nonna (c he era una nonna buona, un pezzo di pane anzi di polenta ahah), ma perche' la cena era uguale per tutti
non riesco a spiegarmi
Ma se tu ti fossi rifiutata di mangiare? Non dico chiedendo altro, ma se tu avessi detto "Oddio, ancora 'sta roba, a me non piace, faccio a meno di mangiare" e avessi appunto fatto a meno e aspettato il pasto del giorno successivo senza farti problemi? Loro te li avrebbero fatti o ti avrebbero detto "Vabbè, fai a meno, non morirai per una cena in meno"?
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Messaggio da LauraDani » mer mar 30, 2011 1:14 pm

Sheireh ha scritto:Il fatto che tu non ti "sognavi di dire che schifo" (quindi fossi un soggetto passivo, non avendo possibilità di esprimere la tua opinione, pena - immagino - un qualche tipo di castigo) non ti fa rabbrividire al pensiero di come eri sottomessa e di come fossi succube? Vorresti davvero che anche i tuoi figli fossero così nei tuoi confronti?
mah
io neppure non mi sognavo di dire: "che schifo", benchè nessuno mi abbia mai obbligata a forza a mangiare qualcosa
ma mia madre cucinava la cena, ugale per tutti, e quello si mangiava
se a me facevano schifo i fagiolini (cosa nota) nessuno mi obbligava a mangiarli, e si prevedeva un'alternativa, ma se quella sera mi girava che non avevo voglia di mangiare che so, la pasta al sugo (che normalmente mi piaceva), pace e amen, erano affari miei
che saltavo la pasta ma non avevo alternative, passavo al secondo, e mangiavo meno degli altri dunque
non ci vedi nessun insegnamento positivo in questo?

io penso di avere imparato che ogni scelta ha una conseguenza
che non ci sono solo io, ma eravamo un gruppo di 5
che le mie esigenze ci sono, ma anche quelle degli altri 4 non erano meno importanti (tra cui le esigenze di mia madre, di non impazzire a servire 5 cene diverse)
che a volte bisogna venirsi incontro (a volte gli altri vengono incontro a te, quando non ti piacciono i fagiolini e ti preparano un'alternativa, a volte no, e tocca a te fare la "piega")
che non sempre si può mangiare quello che vorresti in quel momento

davvero, non vedo solo traumi...
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