Alla luce dei fatti in Giappone

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laserman

Messaggio da laserman » lun mar 14, 2011 9:45 am

alla luce dei fatti in giappone possiamo fare i complimenti ad alitalia
che ha giocato al rialzo coi biglietti di rientro dei nostri connazionali.

ora una nota ufficiale della compagnia di bandiera italiana, rende noto
che non c'è stata nessuna anomalia nella procedura.
non erano loro clienti e han dovuto acquistare il biglietto di rientro
secondo l’andamento tariffario del momento. ( tra i 1000 e i 2000 euro )


Eleonora

Messaggio da Eleonora » lun mar 14, 2011 10:46 am

Poche sono le certezze nella vita,tra queste che l'atomo non sia senza rischi come ci vogliono far credere facendoci passare per scettici e trogloditi.Ogni volta che si verifica un dramma in una centrale i dati si smentiscono con i fatti.E' un fatto che le radiazioni siano salite di mille volte e che abbiano evacuato la popolazione nel raggio di 20 km.Credo che basti questo a farci ragionare,senza i blin blin di chi ci vuole convincere del contrario.Vivere vicino ad un sito atomico non è certo come vivere nei giardini dell'eden.Non esiste il nucleare sicuro,questo vale sia che ce lo mettano in casa che fuori.
Mi sento dire che è comunque un rischio calcolato e calcolabile.Circoscivibile e controllabile.Non ci credo.
Certo mi mancano anche tante altre risposte.Ieri leggevo sul giornale che tra cinquant'anni finirà il petrolio,tra un centinaio di anni il carbone eppoi il gas.Le fonti restanti non saranno sufficienti a fornirci l'energia di cui abbiamo bisogno .....quindi che faremo?
Io questa risposta non ce l'ho.
Quello che conosco invece è il rischio reale,concreto del nucleare.
ilfo

Messaggio da ilfo » lun mar 14, 2011 10:50 am

ci sono pure io a dire NO al nucleare
MariannaMJ

un pò lungo, ma siamo in AGorà ;)

Messaggio da MariannaMJ » lun mar 14, 2011 1:51 pm

Vi butto giù un pò di pensieri che avevo messo in un altro forum (non di mamme ;) )

Ogni progetto del settore energetico dovrebbe essere parte di una lungimirante e fattibile politica energetica - politica nel senso di "cosa facciamo in pratica per produrre l'energia che ci serve.
L'Italia non l'ha mai avuta.
Qualcosa ha provato a buttarla giù Beppe Grillo con le primarie dell'energia (ricordate?), cui sono arrivati suggerimenti puntuali anche da esperti di settore.
Quindi direi che prima di una centrale nucleare o a biomasse, di una distesa di pannelli fotovoltaici, di una foresta di turbine eoliche, di una diga o di una Larderello bis,l'Italia avrebbe bisogno di una politica energetica seria.

Siamo gli unici al mondo ad aver affidato una decisione strategica (nucleare sì o no) ad un referendum su un'ondata emozionale. Referendum comunque ormai senza validità.

Nel 2008 il capo del governo ha annunciato la sua intenzione di costruire 10 nuovi reattori in Italia, con lo scopo di produrre il 25% del fabbisogno energetico entro il 2030 (questo l'ha detto lui, lo riporto tale e quale).
Non esiste nessuna società italiana che negli ultimi 20 anni abbia costruito o gestito in fase operativa una centrale nucleare, questo vuol dire che per proseguire su questa strada l'Italia ha bisogno di affidarsi a qualche partner straniero. Enel si è già avvantaggiata costituendo una partnership con la francese EdF per redarre gli studi di fattibilità per la costruzione di reattori EPR, reattori per cui l'esperienza francese ha mostrato problemi
nel loro progetto finlandese: spirale dei costi generata fuori da qualunque modello finanziario approvato prima di imbarcarsi nel progetto, non allineamento dei tempi di costruzione rispetto a quelli preventivati, difetti di costruzione e discutibili sistemi di sicurezza.
Per questo motivo avere una centrale nucleare in Francia o Germania NON è la stessa che averla a casa: non siamo capaci punto e basta. Ci riesce bene cucinare ma progettare e gestire le centrali nucleari è tutto da dimostrare.

Sulle scorie. Intanto un pò di quelle che avevamo le abbiamo mandate all'estero, un pò le tratta la francese AREVA (235t, costo 250 mln eur), un pò sono riprocessate nel Regno Unito (quelle della centrale di Latina, 1400t). Se non ho capito male quelle gestite da AREVA nel 2025 torneranno in Italia e bisognerà trovare dove metterle. Con quello che riusciamo a fare con la munnezza napoletana non oso immaginare che accadrà. Avremo pure l'olio d'oliva doc all'uranio oltre alla mozzarella di bufala alla diossina.

Parliamo poi di finanziamenti.
Allo stato attuale nessuna banca si è mostrata interessata a sostenere un finanziamento nei confronti di soggetti come Enel, EdF ma pure Ansaldo Energia.
Chissà, magari sarà la Cassa Depositi e Prestiti che grazie ai libretti e ai buoni fruttiferi postali si farà avanti nel finanziamento lasciando a bocca aperta i colossi bancari mondiali in crisi di liquidità post Lehman Brothers.
La banca francese BNP Paribas che è la banca con la maggiore esposizione in investimenti verso il settore nucleare finanzia centrali in tutto il mondo ma non sembra interessata all'Italia.

Per quanto riguarda poi gli "standard" o i "criteri" con cui costruire le centrali...
Se guardate quelli dell'IAEA, non è che ci trovate dei numeri "certi".
Tipo quelli delle costruzioni civili: zona sismica A, coefficiente di accelerazione 9g-> dimensiono la trave o il pilastro a fronte di questo carico orizzontale.
E noi non siamo capaci neanche di gestire questo semplice processo progettazione->realizzazione->collaudo->controllo nell'edilizia.Nelle centrale nucleari per "standard" di sicurezza non si intende nulla di tutto ciò. I "criteri" riguardano cosa deve avere ogni paese che si dota di reattori nucleari: parlano di sistema solido di organismi regolatori, di trasparenza nei processi decisionali. Noi NON ce li abbiamo.
Dovessimo crearli, in quale bacino di laureati andremmo a rifornirci? Magari possiamo chiedere agli allievi di Veronesi e a quelli che hanno seguito i seminari di Testa se ci fanno avere il loro CV.

Alla luce di tutto quanto sopra, io NON voglio il nucleare a casa mia.
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Ambra
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Messaggio da Ambra » lun mar 14, 2011 2:17 pm

MariannaMJ ha scritto:Vi butto giù un pò di pensieri che avevo messo in un altro forum (non di mamme ;) )

Ogni progetto del settore energetico dovrebbe essere parte di una lungimirante e fattibile politica energetica - politica nel senso di "cosa facciamo in pratica per produrre l'energia che ci serve.
L'Italia non l'ha mai avuta.
Qualcosa ha provato a buttarla giù Beppe Grillo con le primarie dell'energia (ricordate?), cui sono arrivati suggerimenti puntuali anche da esperti di settore.
Quindi direi che prima di una centrale nucleare o a biomasse, di una distesa di pannelli fotovoltaici, di una foresta di turbine eoliche, di una diga o di una Larderello bis,l'Italia avrebbe bisogno di una politica energetica seria.

Siamo gli unici al mondo ad aver affidato una decisione strategica (nucleare sì o no) ad un referendum su un'ondata emozionale. Referendum comunque ormai senza validità.

Nel 2008 il capo del governo ha annunciato la sua intenzione di costruire 10 nuovi reattori in Italia, con lo scopo di produrre il 25% del fabbisogno energetico entro il 2030 (questo l'ha detto lui, lo riporto tale e quale).
Non esiste nessuna società italiana che negli ultimi 20 anni abbia costruito o gestito in fase operativa una centrale nucleare, questo vuol dire che per proseguire su questa strada l'Italia ha bisogno di affidarsi a qualche partner straniero. Enel si è già avvantaggiata costituendo una partnership con la francese EdF per redarre gli studi di fattibilità per la costruzione di reattori EPR, reattori per cui l'esperienza francese ha mostrato problemi
nel loro progetto finlandese: spirale dei costi generata fuori da qualunque modello finanziario approvato prima di imbarcarsi nel progetto, non allineamento dei tempi di costruzione rispetto a quelli preventivati, difetti di costruzione e discutibili sistemi di sicurezza.
Per questo motivo avere una centrale nucleare in Francia o Germania NON è la stessa che averla a casa: non siamo capaci punto e basta. Ci riesce bene cucinare ma progettare e gestire le centrali nucleari è tutto da dimostrare.

Sulle scorie. Intanto un pò di quelle che avevamo le abbiamo mandate all'estero, un pò le tratta la francese AREVA (235t, costo 250 mln eur), un pò sono riprocessate nel Regno Unito (quelle della centrale di Latina, 1400t). Se non ho capito male quelle gestite da AREVA nel 2025 torneranno in Italia e bisognerà trovare dove metterle. Con quello che riusciamo a fare con la munnezza napoletana non oso immaginare che accadrà. Avremo pure l'olio d'oliva doc all'uranio oltre alla mozzarella di bufala alla diossina.

Parliamo poi di finanziamenti.
Allo stato attuale nessuna banca si è mostrata interessata a sostenere un finanziamento nei confronti di soggetti come Enel, EdF ma pure Ansaldo Energia.
Chissà, magari sarà la Cassa Depositi e Prestiti che grazie ai libretti e ai buoni fruttiferi postali si farà avanti nel finanziamento lasciando a bocca aperta i colossi bancari mondiali in crisi di liquidità post Lehman Brothers.
La banca francese BNP Paribas che è la banca con la maggiore esposizione in investimenti verso il settore nucleare finanzia centrali in tutto il mondo ma non sembra interessata all'Italia.

Per quanto riguarda poi gli "standard" o i "criteri" con cui costruire le centrali...
Se guardate quelli dell'IAEA, non è che ci trovate dei numeri "certi".
Tipo quelli delle costruzioni civili: zona sismica A, coefficiente di accelerazione 9g-> dimensiono la trave o il pilastro a fronte di questo carico orizzontale.
E noi non siamo capaci neanche di gestire questo semplice processo progettazione->realizzazione->collaudo->controllo nell'edilizia.Nelle centrale nucleari per "standard" di sicurezza non si intende nulla di tutto ciò. I "criteri" riguardano cosa deve avere ogni paese che si dota di reattori nucleari: parlano di sistema solido di organismi regolatori, di trasparenza nei processi decisionali. Noi NON ce li abbiamo.
Dovessimo crearli, in quale bacino di laureati andremmo a rifornirci? Magari possiamo chiedere agli allievi di Veronesi e a quelli che hanno seguito i seminari di Testa se ci fanno avere il loro CV.

Alla luce di tutto quanto sopra, io NON voglio il nucleare a casa mia.
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Messaggio da MatifraSo » lun mar 14, 2011 2:23 pm

Marianna, sono senza parole.
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Messaggio da franceschina » lun mar 14, 2011 2:29 pm

Marianna,
sono totalmente ignorante, ma l'analisi che hai fatto è molto interessante e mi trova concorde.
Grazie
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Messaggio da Fragolablu » lun mar 14, 2011 3:01 pm

Io non voglio il nucleare in Italia, dirò sempre no.
La Germania, ad esempio, ha impostato il suo fabbisogno energetico nei prossimi 20 anni all'80% su sole e vento, le alternative ci sono.
Noi dobbiamo per forza scegliere una tecnologia superata e pericolosa in un territorio inadatto e con un livello di capacità di manutenzione pari a zero? Siamo lo stesso paese del Vajont, della Salerno-Reggio Calabria, dell'inquinamento del Po, della frana di Sarno, dell'uso indiscriminato dell'eternit sui tetti delle scuole, del mancato rinnovo degli incentivi alle energie pulite, delle discariche piene di rifiuti tossici, della mano della mafia sulle varie gestioni. Non riusciamo a salvaguardare il nostro territorio dal dissesto idrogeologico, posso immaginare che tipo di custodi dell'atomo saremmo!
Riusciamo ad essere sciacalli sulla costruzione di scuole e convitti universitari (con le conseguenze di San Giuliano e de L'Aquila) immagino come potremmo essere con la costruzione delle centrali... risparmiando qualcosa nell'acciaio, nel ferro e mettendo un pò di sabbia nel cemento.
Aggiungo un'ultima cosa:siamo troppo lontani dal "quando fai politica pensa alla prossima generazione, non alla prossima elezione".
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