Scelta difficilissima!

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madda77
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Scelta difficilissima!

Messaggio da madda77 » mer mar 09, 2011 11:50 am

Sono due giorni che non dormo.
Già ero diventata insonne per via della gravidanza, ma adesso sono altri i motivi ed i pensieri che mi tolgono il sonno.
Due giorni fà mi è arrivata una raccomandata dal ministero della giustizia in cui mi comunicano che la graduatoria di un concorso pubblico a cui partecipai diversi anni fà (non ero neppure sposata) ed in cui ero risultata idonea ma non vincitrice verrà utilizzata per sopperire alla copertura di diverse vacanze organiche di cancellieri nel Nord Italia.
Il contratto va firmata giorno 22 marzo a Roma ed occorre prendere servizio improrogabilmente il 31 marzo.
Trattasi di assunzione a tempo indeterminato per un posto pubblico di tutto rispetto, per ricoprire il quale mi rendo conto che tanta gente farebbe carte false (tanto più in un periodo quale quello attuale).
Per di più, con una laurea in giurisprudenza ed un titolo di avvocato avrei senz'altro la possibilità di fare concorsi interni ed ambire a funzioni dirigenziali.
Ma non è certo questo che mi alletta, quanto la possibilità concreta ed ultimissima (visto che questo è l'ultimo concorso cui ho partecipato e non ho nessuna intenzione di farne altri) di fare una vita più tranquilla ed ordinata e, soprattutto, godermi i miei figli, vederli crescere.
Io sono avvocato, ma non lavoro in totale autonomia, collaboro con uno studio legale in cui sono molto apprezzata e stimata, e nel quale ho instaurato rapporti sinceri e solidali (siamo peraltro tutti coetanei).
Il ramo scelto - il penale - non è per nulla facile (tanto più per una donna), nè io ho alcuna voglia di procacciarmi i clienti: adoro scrivere e studiare e, nell'attività di studio, è questa la mia occupazione principale, oltre che quella di fare le udienze.
Il riconoscimento economico non è affatto irrisorio, sebbene poi, pagate le tasse ed i contributi (che devo versarmi autonomamente) non porto di certo a casa cifre considerevoli: posso dire che, a conti fatti, il netto equivale ad uno stipendio medio di 1.000/1.200 euro mensili.
Aggiungo che amo il mio lavoro, o meglio "lo amavo tanto" ed ora un poco meno, perchè da quando è nato Cristian sono diventata in parte insofferente ai ritmi di lavoro: sono fuori mattina e pomeriggio e solo quest'anno sono riuscita a ritagliarmi almeno il venerdì pomeriggio per stare a casa con lui.
Certo, non faccio orari massacranti nè sono costretta a timbrare il cartellino, così, se non devo andare in udienza (cosa che in media capita solo un paio di giorni a settimana), posso scendere di casa comodamente alle 9.15, accompagnare il bambino al nido, andare in ufficio a lavorare, riprendere il piccolo, e riscendere di nuovo di casa con lui intorno alle 17.00, per portarlo dai nonni ed andare a riprenderlo intorno alle 20.30/20.45!
Anzitutto però, da quando va al nido, il bimbo si addormenta in macchina quando vado a prenderlo e si sveglia poco prima di dover riscendere il pomeriggio: quindi posso dedicarmi veramente a lui solo un'oretta la sera, prima della nanna (che, povero, non vuole fare visto che può godermi solo in quel momento).
C'è da aggiungere che a fatica riesco a dedicargli i fine settimana o i festivi, perché può capitare che anche in quei giorni debba avere qualcosa di importante da scrivere o studiare, ovvero debba dedicarmi un pò alla pulizia di casa (che abbandono letteralmente per cinque giorni a settimana).
So già che questa sarà la trafila che toccherà anche alla piccola Giulia e sono altrettanto consapevole che non avrò mai il piacere di accompagnarli a nuoto o a danza, nè potrò aiutarli a fare i compiti (saranno tutte cose che faranno altri al posto mio, così come ora sono le insegnanti dell'asilo o i nonni che gli stanno dedicando ore di giochi, intrattenimenti ed insegnamenti).
Da quando è nato Cristian ho pensato spesso che con un lavoro diverso, ed un posto fisso, me lo potrei godere molto di più, ed in più occasioni ho provato un pizzico di amarezza per un altro concorso pubblico, fatto prima ancora di sposarmi, ed al quale, pur avendolo vinto, rinunciai per altri motivi.
Quando feci quella scelta ero convintissima che mai me ne sarei pentita e che sapevo bene cosa volevo fare nella vita, ma poi sono diventata mamma e tutto ha cambiato prospettiva.
Ora so che con un posto pubblico, potrei godermi molto di più la gravidanza, il puerperio, non avrei l'angoscia di dover ritornare al lavoro, potrei usufruire di tanti diritti e facoltà che ora mi sogno e, soprattutto, potrei dedicare almeno parte della giornata ai miei gioielli.
Timbrerei il cartellino e non mi porterei il peso o il pensiero del lavoro anche a casa: lì ci sarebbero solo e soltanto i miei bambini ed io sarei tutta per loro, per portarli al parco, in piscina, in ludoteca, per aiutarli a fare i compiti, per preparare una dolce, e tanto tanto altro ancora.
Insomma, il mio istinto di mamma mi dice che questa chance, arrivata proprio ora che aspetto Giulia, non è arrivata affatto casualmente ma abbia un qualche significato che devo saper e poter cogliere.
Se il posto fosse nella mia città non esiterei un nano secondo ad accettare di corsa, ma le sedi sono tutte al Nord Italia, a centinaia di chilometri di distanza da casa mia e da dove mio marito lavora (peraltro in un'azienda privata senza possibilità di trasferimento nelle sedi tra le quali io potrei scegliere) :sticazzi:
Mi sono già informata e non sarei costretta a partire subito, visto che potrei sfruttare anzitutto la gravidanza, poi il puerperio e l'eventuale astensione facoltativa, nonché chiedere per alcuni anni il trasferimento temporaneo vicino casa in virtù della tenera età dei bambini.
poi farei subito domanda di trasferimento, o di poter usufruire di altre alternative (comando, distacco o altro), in virtù della obiettiva carenza di organico anche qui da noi, e solo qualora le cose dovessero mettersi per il peggio, chiedere un periodo di aspettativa senza retribuzione, un part time verticale o altro.
Insomma, io sarei ottimista, ma mi atterrisce l'idea che tutto questo non mi venga concesso e che sia costretta a prestare lavoro a Milano (che è la sede che privilegerei nella scelta).
Insomma, come smembro la famiglia a 800 km d distanza?
e questi poveri figli miei che dovrebbero fare? Seguirmi (nonostante io voglia che mantengano la residenza a Foggia e qui seguano la scuola in maniera continuativa), oppure con il papà ed i nonni in attesa che io ottenga questo benedetto trasferimento?
Milano è ad un'ora di volo da Foggia ed io approfitterei tutti i fine settimana per scendere, ma come mai potrei vivere cinque giorni senza vederli addormentarsi?
Certo, tutto potrebbe succedere ed il destino potrebbe riservarmi davvero delle belle sorprese (non vedo perchè una volta tanto non possa averla anche io una botta di c..o), ma è tutto un "se", non ho alcuna garanzia e sono nel panico più totale.
Se non rischio non mi concedo la possibilità di rosicare un auspicabile miglioramento della mia situazione personale, familiare e mammesca, ma sono terrorizzata all'idea di fare un passo falso, e di buttarmi in un vortice che mi stritolerà, insieme a tutta la mia famiglia.
vorrei farla per loro la scelta, ma poi ho paura che proprio per loro non sia quella più giusta ed opportuna, insomma adesso anche se mi godono poco (ed io godo poco loro) hanno la loro stabilità :tristess:
oddio, ho scritto un papiro, ma avevo tanto bisogno di sfogarmi.
Voi cosa fareste? :testata: :testata: :testata:


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Sheireh
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Messaggio da Sheireh » mer mar 09, 2011 11:58 am

Che probabilità ci sono che tu non possa "sfruttare anzitutto la gravidanza, poi il puerperio e l'eventuale astensione facoltativa, nonché chiedere per alcuni anni il trasferimento temporaneo vicino casa in virtù della tenera età dei bambini"?
Credo che dipenda praticamente tutto da questo, no?
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Messaggio da perelisa » mer mar 09, 2011 12:06 pm

urka..
sono una collega e ti capisco..il lavoro è bello, interessante e stimolante..certo però che anche io cerco qualcosa di stabile, anche io faccio concorsi e inoltro curricula ad ogni pè sospinto..ho bisogno di più stabilità, più diritti anche (ok, detto da noi fa un po' ridere..) ma se mi viene la febbre io vado comunque a lavorare, in gravidanza ho lavorato fino all'ultimo ed anche da casa per i primi mesi sopo la nascita di Pietro..
ti capisco..ma non so se riuscirei a sopportare la distanza..è anche vero che è una bellissima oppotunità che può aprirti molte strade..
per cui quoto questo..
Che probabilità ci sono che tu non possa "sfruttare anzitutto la gravidanza, poi il puerperio e l'eventuale astensione facoltativa, nonché chiedere per alcuni anni il trasferimento temporaneo vicino casa in virtù della tenera età dei bambini"?
Credo che dipenda praticamente tutto da questo, no?
ed in bocca al lupo!
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Messaggio da madda77 » mer mar 09, 2011 12:21 pm

Sheireh ha scritto:Che probabilità ci sono che tu non possa "sfruttare anzitutto la gravidanza, poi il puerperio e l'eventuale astensione facoltativa, nonché chiedere per alcuni anni il trasferimento temporaneo vicino casa in virtù della tenera età dei bambini"?
Credo che dipenda praticamente tutto da questo, no?
la persona con cui ho parlato, fidata ed esperta nel ramo sindacale, mi ha detto che queste possibilità posso sfruttarle "senza ombra di dubbio" fin da subito: è sufficiente che io sia a Milano solo il 31 marzo, giorno in cui si perfezionerà la mia assunzione, e dopo aver sfruttato sino all'ultimo giorno che la legge mi concede di poter prendere (e ne vedo di amiche e conoscenti che, sfruttando una miriade di diritti e facoltà che io neppure conosco e che mi sogno letteralmente, rimangono a casa oltre l'anno dopo la nascita del loro pargolo), potrei subito sfruttare il 42bis della legge sui congedi parentali, che prevede appunto per i dipendenti pubblici il trasferimento temporaneo (per un periodo non superiore a 3 anni) nella provincia in cui l'atro coniuge esercita l'attività lavorativa in presenza di figli minori di età inferiore ai 3 anni.
mi ha anche detto che proprio nel Tribunale di Foggia ci sono diverse dipendenti che l'hanno ottenuta ed in linea di massima non vedo perchè dovrebbero negarla proprio a me (tanto più che il diniego va motivato ed è impugnabile).
Insomma, io sarei tentata di accettare, sfruttarmi da subito tutta questa situazione (che, proprio perchè sono in attesa di Giulia, sono intimamente convinta non sia arrivata a caso) e poi valutare passo passo in virtù dell'evolversi della situazione.
ma se, abbandonata la libera professione, tra qualche anno dovessi trovarmi catapultata in una situazione disagevole e non saprei più come uscirne?
Insomma, il mio dilemma non riguarda l'immediato futuro ma l'incognita di quello a venire :cry:
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la yle
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Messaggio da la yle » mer mar 09, 2011 12:28 pm

Onestamente sono d’accordo su tutto quello che hai scritto: dubbi, speranze, perplessità.
Mi spiace solo che tu non abbia fatto alcun cenno al fatto che della tua situazione, in qualche modo “privilegiata” (non mi sembra di aver mai sentito lamentarsi un dipendente statale…concedimelo...), chi ne andrebbe di mezzo sarebbe anche l’utenza.
Lo dico, e con il dente avvelenatissimo, anche se le colpe sono da ricercare ovviamente altrove perché ho dovuto subire una situazione simile con una serie di maestre di mio figlio. Accettavano la cattedra a poi prendevano aspettative, malattie, congedi parentali fino ad ottenere il trasferimento in sedi più adatte a loro e nel frattempo arrivavano supplenti di supplenti….quando cambiare maestra non è come cambiare la cassiera del supermercato (con tutto il rispetto ovviamente).

Quindi, a malincuore, ti dico: accetta. Tanto sai che sarà per poco il disagio e poi ne godrai per il resto della tua vita lavorativa
Accetta, tanto quando sarai in aspettativa potrai sempre fare consulenze no?
..aah se leggesse questo post Brunetta che vuole l’efficienza a tutti i costi. Ma fare graduatorie per il territorio sarebbe chiedere troppo??????

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Messaggio da Sheireh » mer mar 09, 2011 12:28 pm

Io fossi in te, visto le premesse, prenderei l'occasione.

Anche perché...
madda77 ha scritto:ma se, abbandonata la libera professione, tra qualche anno dovessi trovarmi catapultata in una situazione disagevole e non saprei più come uscirne?
Insomma, il mio dilemma non riguarda l'immediato futuro ma l'incognita di quello a venire :cry:
... chi ti dice che la situazione lavorativa in cui sei adesso fra qualche anno sarà comunque rosea?
Sono dell'idea che fare programmi per molti anni avanti sia molto incerto, sia in un caso che nell'altro, e che quindi intanto valga la pena considerare cosa c'è di buono nelle proposte a breve termine.
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Messaggio da Vale80 » mer mar 09, 2011 12:30 pm

Accidenti, davvero una scelta difficilissima.
So che rischio di essere mandata a quel paese ma la mia risposta è proprio: "non saprei davvero cosa fare".
Tuo marito cosa ne pensa? Secondo me questa è una di quelle scelte che è impossibile non condividere completamente quindi credo che l'ago della bilancia potrebbe essere proprio lui...
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Messaggio da madda77 » mer mar 09, 2011 12:58 pm

Elly ha scritto:Onestamente sono d’accordo su tutto quello che hai scritto: dubbi, speranze, perplessità.
Mi spiace solo che tu non abbia fatto alcun cenno al fatto che della tua situazione, in qualche modo “privilegiata” (non mi sembra di aver mai sentito lamentarsi un dipendente statale…concedimelo...), chi ne andrebbe di mezzo sarebbe anche l’utenza.
Lo dico, e con il dente avvelenatissimo, anche se le colpe sono da ricercare ovviamente altrove perché ho dovuto subire una situazione simile con una serie di maestre di mio figlio. Accettavano la cattedra a poi prendevano aspettative, malattie, congedi parentali fino ad ottenere il trasferimento in sedi più adatte a loro e nel frattempo arrivavano supplenti di supplenti….quando cambiare maestra non è come cambiare la cassiera del supermercato (con tutto il rispetto ovviamente).

Quindi, a malincuore, ti dico: accetta. Tanto sai che sarà per poco il disagio e poi ne godrai per il resto della tua vita lavorativa
Accetta, tanto quando sarai in aspettativa potrai sempre fare consulenze no?
..aah se leggesse questo post Brunetta che vuole l’efficienza a tutti i costi. Ma fare graduatorie per il territorio sarebbe chiedere troppo??????


Elly, non posso darti torto in alcuna singola parola che hai scritto, anche perchè erano le stesse identiche cose che pensavo io (e penso tuttora, eh!).
D'altronde, se sono così combattuta è proprio perchè sono consapevole che quella del dipendente pubblico, sotto molti aspetti, è ancora una situazione privilegiata rispetto a tante altre situazioni.
Però aggiungo, concedimelo, che è facile fare certe osservazioni quando ci si trova al di fuori di certi privilegi (che poi, quelli previsti in relazione al congedo di maternità, più che privilegi io li considero diritti sacrosanti in un paese civile, quello che è tutt'oggi aberrante è che io, libera professionista, per mantenere la mia posizione, abbia dovuto lavorare sino a due giorni prima di partorire e sia dovuta tornare dopo due mesi dal parto).
Quando si ha la possibilità concreta di goderli, non vedo perchè io dovrei pensare in primis all'interesse della comunità prima ancora che al benessere della mia famiglia e dei MIEI FIGLI.
la legge mi concede non di stare a casa a grattarmi per 3 anni, ma di lavorare ugualmente ma vicino ai miei pargoli ed io non dovrei approfittarne, creandomi il problema per gli eventuali disagi in cui potrebbe incorrere l'utenza di Milano?
Mi spiace, ma almeno in questo non mi trovi d'accordo, e peccherò di presunzione, ma credo che qualunque altra madre, non avrebbe la benchè minima esitazione posta di fronte alla scelta, quel che è tragico è non poter scegliere, e doversi violentare ogni giorno nella straziante scelta tra il lavoro ed i figli (e ne conosco di gente ogni giorno non potendo conciliare le due cose, è costretta a scegliere o l'una o l'altra).
Quella si che dovrebbe indignare!
E poi, perdonami, posso capire anche la tua amarezza verso situazioni di estremo privilegio (e che molte donne ancora si sognano), ma non credo di meritarmi il tuo sarcasmo.
Durante l'aspettativa non farò alcuna consulenza, perché il mio dilemma non è certo come poter migliorare la mia situazione economica o come poter portare quanti più soldi a casa, ma come potermi godere maggiormente i miei figli, avendo maggior tempo libero per me e per loro.
Era questo l'oggetto del mio sfogo e mi spiace che tu ne abbia tratto spunto per polemizzare su temi che, per quanto veri, sono troppo generici e complessi per poter essere associati a singole situazioni personali e familiari di cui magari non si sa nulla!
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