Sempre in Italia...
Sempre in Italia...
Sul Corriere di ieri mi ha fatto riflettere molto questo articolo...
http://http://www.corriere.it/economia/ ... e1de.shtml
Perchè in Italia siamo sempre arretrati?
http://http://www.corriere.it/economia/ ... e1de.shtml
Perchè in Italia siamo sempre arretrati?
Ok, adesso funziona...
Come commentare? Siamo il tacco dell'europa e la forma della nostra penisola ne è la dimostrazione...siamo indietro molto e ce ne vorrà di tempo per migliorare e quest'altro articolo casca a pennello!
Congedi parentali, ancora pochi i papà italiani che ne beneficiano
Nel 2009 solo l’8,6% degli uomini (23.768, erano 19.585 nel 2008 e 18.251 nel 2007), oltre 253 mila le mamme. Più attenti i papà tra 35 e 39 anni (8.690 congedi). Complessivamente ne hanno usufruito 276.964 genitori. E' prima la Lombardia.
ROMA - In Italia l’andamento dei congedi parentali è in lento ma costante aumento, tuttavia sono ancora relativamente pochi i papà che ne fanno richiesta e ne beneficiano. Lo dimostrano i dati Inps, elaborati dall’Istat nel rapporto sulla Coesione sociale del 2010. Nel 2009 ne hanno usufruito 276.964 genitori (erano 263.108 nel 2008 e 251.979 nel 2007). Ne fanno richiesta più le mamme (253.196 nel 2009 contro i 243.523 nel 2008 e 233.728 nel 2007) che i papà, sebbene le richieste siano in crescita. Nel 2009 solo l’8,6% degli uomini ne ha beneficiato: 23.768 contro i 19.585 nel 2008 e i 18.251 nel 2007. 258.290 sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato, di cui 21.907 uomini e 236.383 donne; 18.674 invece i dipendenti con contratto a tempo determinato e 2.883 lavoratori autonomi (tutte donne). Più attenti alle esigenze della famiglia i papà tra i 35 e i 39 anni, fascia di età che raccoglie il numero più alto di congedi usufruito nel 2009 dagli uomini (8.690); complessivamente la fascia d’età dove è più alto il beneficio del congedo rimane quella dei 30-34 anni per entrambi i sessi (97.064 congedi concessi). A livello territoriale la regione in cui hanno beneficiato di più nel 2009 è la Lombardia (68.677 congedi), segue il Veneto con 31.660, poi il Lazio con 29.474 e l’Emilia Romagna con 28.856. Fanalino di cosa Valle d’Aosta e Molise, rispettivamente con 667 e 630 congedi.
Come funziona. Il congedo parentale, introdotto nel 2000 in Italia in ottemperanza ad una direttiva europea, può essere richiesto da entrambi i genitori (se lavoratori dipendenti) entro i primi otto anni del bambino e per una durata non superiore ai dieci mesi complessivi (elevabili a 11, qualora il padre fruisca di almeno tre mesi di congedo). La durata del congedo fruibile da ognuno dei genitori non può superare i sei mesi (elevabili a sette nel caso dei padri se ne prendono almeno tre), continuativi o frazionati. Una novità importante è la possibilità di fruire del congedo in contemporanea da parte dei genitori. L’indennità è contenuta, pari al 30% della retribuzione.
Su http://www.dirittiglobali.it/home/categ ... ciano.html
Come commentare? Siamo il tacco dell'europa e la forma della nostra penisola ne è la dimostrazione...siamo indietro molto e ce ne vorrà di tempo per migliorare e quest'altro articolo casca a pennello!
Congedi parentali, ancora pochi i papà italiani che ne beneficiano
Nel 2009 solo l’8,6% degli uomini (23.768, erano 19.585 nel 2008 e 18.251 nel 2007), oltre 253 mila le mamme. Più attenti i papà tra 35 e 39 anni (8.690 congedi). Complessivamente ne hanno usufruito 276.964 genitori. E' prima la Lombardia.
ROMA - In Italia l’andamento dei congedi parentali è in lento ma costante aumento, tuttavia sono ancora relativamente pochi i papà che ne fanno richiesta e ne beneficiano. Lo dimostrano i dati Inps, elaborati dall’Istat nel rapporto sulla Coesione sociale del 2010. Nel 2009 ne hanno usufruito 276.964 genitori (erano 263.108 nel 2008 e 251.979 nel 2007). Ne fanno richiesta più le mamme (253.196 nel 2009 contro i 243.523 nel 2008 e 233.728 nel 2007) che i papà, sebbene le richieste siano in crescita. Nel 2009 solo l’8,6% degli uomini ne ha beneficiato: 23.768 contro i 19.585 nel 2008 e i 18.251 nel 2007. 258.290 sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato, di cui 21.907 uomini e 236.383 donne; 18.674 invece i dipendenti con contratto a tempo determinato e 2.883 lavoratori autonomi (tutte donne). Più attenti alle esigenze della famiglia i papà tra i 35 e i 39 anni, fascia di età che raccoglie il numero più alto di congedi usufruito nel 2009 dagli uomini (8.690); complessivamente la fascia d’età dove è più alto il beneficio del congedo rimane quella dei 30-34 anni per entrambi i sessi (97.064 congedi concessi). A livello territoriale la regione in cui hanno beneficiato di più nel 2009 è la Lombardia (68.677 congedi), segue il Veneto con 31.660, poi il Lazio con 29.474 e l’Emilia Romagna con 28.856. Fanalino di cosa Valle d’Aosta e Molise, rispettivamente con 667 e 630 congedi.
Come funziona. Il congedo parentale, introdotto nel 2000 in Italia in ottemperanza ad una direttiva europea, può essere richiesto da entrambi i genitori (se lavoratori dipendenti) entro i primi otto anni del bambino e per una durata non superiore ai dieci mesi complessivi (elevabili a 11, qualora il padre fruisca di almeno tre mesi di congedo). La durata del congedo fruibile da ognuno dei genitori non può superare i sei mesi (elevabili a sette nel caso dei padri se ne prendono almeno tre), continuativi o frazionati. Una novità importante è la possibilità di fruire del congedo in contemporanea da parte dei genitori. L’indennità è contenuta, pari al 30% della retribuzione.
Su http://www.dirittiglobali.it/home/categ ... ciano.html
Arretrati?
Io direi ignoranti.
Sai cosa mi è venuto in mente leggendo l'articolo?
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Sì, proprio quella del 1948.
Ti riporto gli articoli a cui ho pensato in particolare:
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e
soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una
esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da
altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
Poi penso al lavoro che sta facendo il rappresentante speciale delle Nazioni Unite al riguardo, prof. Ruggie, e a tutte le ONG come Amnesty che si occupano di business e diritti umani violati in tutte le parti del mondo.
E penso che geograficamente dovrei sentirmi fortunata, vivendo in un paese di quelli non a rischio violazione diritti umani.
Invece mi monta la rabbia nel vedere che quello che nel '48 veniva dichiarato DIRITTO UMANO adesso il sentire comune (o il dato di fatto) è che sia un privilegio.
Perchè è innegabile che il rapporto tra scelte legate alle maternità e scelte lavorative sia qualcosa indissolubimente legato al bilancio economico delle famiglie.
Io direi ignoranti.
Sai cosa mi è venuto in mente leggendo l'articolo?
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Sì, proprio quella del 1948.
Ti riporto gli articoli a cui ho pensato in particolare:
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e
soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una
esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da
altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1. Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
Poi penso al lavoro che sta facendo il rappresentante speciale delle Nazioni Unite al riguardo, prof. Ruggie, e a tutte le ONG come Amnesty che si occupano di business e diritti umani violati in tutte le parti del mondo.
E penso che geograficamente dovrei sentirmi fortunata, vivendo in un paese di quelli non a rischio violazione diritti umani.
Invece mi monta la rabbia nel vedere che quello che nel '48 veniva dichiarato DIRITTO UMANO adesso il sentire comune (o il dato di fatto) è che sia un privilegio.
Perchè è innegabile che il rapporto tra scelte legate alle maternità e scelte lavorative sia qualcosa indissolubimente legato al bilancio economico delle famiglie.