Per completezza di informazione, la penso come il blogger Christian Frascella:
Protagonisti del romanzo sono una sciancata e un autolesionista.
Sciancata è sciancata perché papà suo, quando lei era piccolina, l’ha obbligata a farsi una bella discesa sugli sci, epperò a lei gli sci mica le piacevano e manco lei piaceva agli sci, cosicché in un mattino nebbioso, ha avuto un incidente e s’è spezzata il perone. Dopo di allora, odia il papà suo, zoppica, è sfigata, non ha amici, si fa i tatuaggi sulla panza e vive ‘in un mondo di conflitti’, per dirla col bravo recensore.
L’autolesionista è autolesionista perché, sempre da bambino pure lui, per togliersi dalle palle la sua sorella gemella ritardata e andarsi tipo a divertire a una festa, abbandona la deficiente in un bosco e poi quando ritorna lei non c’è più e non verrà mai più ritrovata. Allora lui pensa bene che i sensi di colpa debbano manifestarsi sopra la sua carne, tagliandosi ogni volta che può con tutti i mezzi che gli riesce di beccare (coltelli, scatolette, chiavi, cocci, fiche arrugginite).
E’ una legge fisica che cotanti cervelli allo sbando o prima o dopo debbano incocciare l’uno nell’altro. Ma attenzione: non nascerà un amore ma una specie di cosa spirituale (pure se lei lui se lo farebbe, eh!) Poi succede che crescono (ma il quoziente intellettivo non cresce con loro), che la madre di lei s’ammala gravemente, che la sciancata è pure anoressica, che l’autolesionista è pure un genio della matematica, e che poi sono arrivato a pagina 158 e mi sono rotto il cazzo di leggere questa cosa insulsa di pazzi in contesti surriscaldati e ho pensato bene, assai bene v’assicuro, di fare sparire il libro da casa mia (Mondadori, 304 pagine) prima che la nevrosi s’impossessasse pure di me e cominciassi a zoppicare e a far di conto per tutto il palazzo.
Paolo Giordano, l’autore di questo mirabolante ‘La solitudine dei numeri primi’, giovane matematico prestato alla letteratura (ma dentro di noi speriamo che sia un prestito a termine), vive a Torino e se l’incontro madonna santa i calci! Comunque, per chi non lo sapesse, i numeri primi sono quelli divisibili solo per se stessi, e la metafora sta ad indicare che, proprio come questi numeri non sono mai consecutivi, anche gli esseri umani fanno difficoltà ad incontrarsi, e quando che un essere umano numero primo inciampa in un altro essere umano numero primo, insieme fanno i protagonisti di un libro profondamente di merda, epperciò è meglio essere uomini e donne numeri divisibili, secondo me, anche divisibili solo per due, ma almeno normali, dico io, o abbastanza normali, cazzo!