se non mangiano...

Per parlare dei più piccoli, da 0 a 5 anni
beatrix

Messaggio da beatrix » mer ott 20, 2010 6:03 pm

lenina ha scritto:Però su questo non sono d'accordo.
Nel senso che alla fine quello che c'è in tavola è scelta tua.

Concordo con il non cucinare altro ma alternative sane e semplici perchè no?

A me capita di non aver voglia di qualcosa e aprire il frigo e pescare.
Hai ragione. E in effetti non è che sono sempre così rigida. Però stranamente ho visto che quando propongo delle alternative non le mangiano comunque: è veramente una questione di fame, con i miei. Le poche volte che ho provato mi dicono "sì sì" e poi lasciano lì.

Ultimamente però ho cambiato di poco la mia strategia: se prima facevo solo il primo o solo il secondo, ora faccio un poco di entrambi, e vedo che a volte uno dei due mangia solo l'uno, l'altro solo l'altro (ok mi sono capita da sola).
E poi c'è la verdura e la frutta, per cui la scelta alla fine è tra quattro cose.


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Yiddishmama
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Messaggio da Yiddishmama » gio ott 21, 2010 12:12 am

tartavet ha scritto:so che sta bene perciò le faccio assaggiare tutto e non la forzo (stiamo autosvezzando)....se non mangia c'è la tetta....mi ricordo quando mi forzavano da piccola e non era bello per me....credo che i bambini siano in grado di gestire la loro fame ...siamo noi mamme che dobbiamo liberarci delle nostre paure :abbraccio: :bacio:
Anch'io ho questo ricordo, piuttosto vivido.
Ricordo ore passate davanti al piatto, la pastina fredda che sembrava non finire mai, le espressioni di mia madre: "La minestra cresce", quelle di mia nonna che le si alternava: "Uno per la mamma... uno per papà... uno per zio Franco..." riferendosi ai cucchiai o ai bocconi, e io che non capivo.
Una sofferenza, e quando ci penso mi chiedo chi me lo faceva fare. Stare lì ore, non cedere, quando avrei potuto mangiare e in dieci minuti e poi andarmene a fare quello che volevo.
La risposta è Non lo so. Ma credo abbia a che fare con le insistenze, l'apprensione e i ricatti affettivi delle mie nutrici. Perciò anche se mi è toccata una bambina non facile in tema di cibo [e magari non è un caso] non voglio cadere nello stesso errore, che peraltro ora, da madre, capisco.
Voglio tenere a bada quell'ansia, che già per il fatto di esserci benché "censurata" penso abbia delle ripercussioni sul rapporto col cibo.
Nei primi difficili giorni delle minestrine di Clara mi è ritornata alla mente la sensazione del cucchiaio appoggiato sulle labbra chiuse, e l'ho rivissuto come violenza subita.
Cerco di pensare alla saggezza Gonzales, alle storielle di Moni Ovadia sulla yiddish mama, sulle mostruose implicazioni affettive del "nutrire" nella nostra cultura [ma ci sono culture in cui nutrire un figlio non ha mostruose implicazioni emotive? chissà, ne dubito].
Sdrammatizzo, e paziento sul serio.
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