Ancora su Estevill e l'estinzione graduale

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Cosetta
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Ancora su Estevill e l'estinzione graduale

Messaggio da Cosetta » ven gen 15, 2010 2:13 pm

Lo metto perché è interessante, per capire a che punto siamo, è un pezzo dell'ACP (ass. culturale pediatri)
Certi punti possono risultare un po' difficili, quando si parla di come sono stati cercati i vari studi ma il senso si capisce: sono pochi gli studi disponibili, nessuno a nome di estevill, ancora meno quelli veramente validi dal punto di vista scientifico.
Questa è la risposta medico-scientifica sul metodo in questione.
Per capire i termini, il "follow up" è uno studio ripetuto sullo stesso campione di sogetti a distanza di tempo: questi studi mancano proprio, l'unico effettuato ha mostrato no effetti del metodo a distanza di 3-4 anni, e anche il beneficio sullo stato d'animo materno sarebbe limitato solo al periodo immediatamente successivo.
Un altro studio ha mostrato che l'effecacia dell'estinzione graduale e quella delle routine positive sono equivalenti per ridurre i capricci per la nanna, ma solo le routine positive sono associate anche a un aumento della soddisfazione coniugale.
Qu il pezzo intero con le referenze
http://db.acp.it/Quaderni.nsf/b5bdb283b ... #_Section2

La domanda,
Nei bambini di età < 2 anni con pro-blemi di sonno [POPOLAZIONE] il trattamento cognitivo-comportamentale chiamato “estinzione graduale” [INTERVENTO] riduce i problemi del sonno [OUTCOME]?

Strategia di ricerca
In letteratura secondaria (nella Cochrane Library utilizzando i termini “sleep and children” e “sleep disorders” e in Clinical Evidence aprendo la sezione “child health”) non abbiamo trovato nulla che riguardi il nostro argomento. Su PubMed in Clinical Queries inserendo i termini MeSH “behaviour therapy” OR “cognitive therapy” AND “sleep disorders” nella ricerca della Systematic Reviews si reperiscono nove articoli, di cui solo uno pertinente al quesito (2). Sul MeSH Browser di PubMed, per la ricerca di letteratura primaria, utilizzando gli stessi termini, inserendo nel campo LIMITS: All Infant: birth-23 months, published in the last 10 years, Randomized Controlled Trial (tabella 2) si trovano cinque articoli, di cui due pertinenti
(3-4).

Risultati
L’articolo di letteratura secondaria selezionato (2) è una revisione sistematica di RCT condotti su bambini di 5 anni o meno con problemi di sonno; dei 44 studi selezionati solo 9 ottemperano ai criteri di inclusione e di questi 4 prevedono come intervento terapie farmacologiche e 5 terapie cognitivo-comportamentali. Gli Autori definiscono gli studi troppo eterogenei per consentire una metanalisi (2). Tra gli interventi cognitivo-comportamentali solo lo studio di Adams utilizza come intervento l’EG paragonandolo alle routine positive (RP); gli outcome sono la riduzione dei capricci e la soddisfazione coniugale (5). Si tratta di un RCT che arruola 36 bambini randomizzati in 3 gruppi (EG, RP e controllo): entrambi gli interventi hanno effetti migliori rispetto al controllo (p<0.001) senza differenze significative tra loro, tranne un effetto più rapido per le RP, mentre solo le RP hanno effetti significativi sulla soddisfazione coniugale (p<0.05). Per quanto riguarda gli studi primari, i dettagli degli articoli selezionati sono riportati in tabella 2. Lo studio di Reid si riferisce a 49 pazienti reclutati tramite avvisi su giornali locali, studi pediatrici e gruppi di genitori, randomizzati in due bracci di trattamento (EG, ES), e un gruppo controllo (3). Sono bambini i cui genitori riferivano nel corso di una settimana almeno 4 serate “difficili” (>30 minuti per addormentarsi o non addormentarsi da solo) e/o 4 nottate “difficili” (risvegli notturni senza riaddormentarsi da solo o trasferimento nel letto dei genitori). Rispetto agli outcome i risultati sono espressi in medie e non consentono la valutazione di efficacia clinica dell’intervento (NNT). Vi è un elevato rifiuto delle famiglie eleggibili dopo la lettura del protocollo (31%); nel gruppo EG il 23% interrompe l’intervento; un’ulteriore perdita del 15% al follow-up riduce il numero di pazienti in questo gruppo a soli 11 bambini. Lo studio di Hiscock è un RCT effettuato su una popolazione di bambini in visita di routine per screening audiologico (4). L’intervento di controllo del pianto con il metodo di EG inse-gnato alle madri con un breve training ha una efficacia clinica (NNT = 4; IC 95% 3-14) a due mesi ma non a quattro.

Discussione
Abbiamo già sottolineato nel paragrafo riguardante i risultati come lo studio di Reid mostri un’alta percentuale di abbandoni prima, durante e nel follow-up dello studio: questo è un indice di scarsa applicabilità del protocollo (3). Gli studi esaminati riguardano fasce di età diffe-renti e abbastanza ampie, tali da non permettere una generalizzazione dei risultati a causa dell’evoluzione neuropsicologica del bambino. L’unico studio che si avvicina alla fascia di età di interesse del nostro scenario (Marco ha quasi 6 mesi) è quello di Hiscock (4). Un follow-up è stato eseguito sullo stesso gruppo di pazienti a distanza di 3-4 anni e pubblicato da Lam et al. ricontattando le famiglie e ponendo loro le stesse domande (6). Da tale lavoro, pur limitato dall’impiego di tecniche miste e quindi poco riproducibili, risulta evidente che a 3-4 anni di follow-up il trattamento comportamentale di EG non ha effetto (anche l’efficacia sulla depressione materna è strettamente limitata al periodo immedia-tamente successivo all’intervento). Tutti i lavori comunque hanno considerato l’applicazione del protocollo di EG insieme al sostegno di uno o più terapisti, e uno sottolinea la necessità di un supporto specifico.
Non c’è, in letteratura, nessun lavoro scientifico a firma di E. Estivill; pertanto ai dati riportati sul suo libretto ad uso dei genitori non può essere applicata una valutazione critica circa l’efficacia stati-stica e clinica a fronte dei risultati riportati (823 bambini di età 6 mesi-5 anni con il 96% di risultati “pienamente soddisfacenti”).

Conclusioni
Il testo di Estivill citato dalla madre di Marco propone l’autosomministrazione di un protocollo di EG. La tecnica di EG è efficace a breve, ma non a lungo termine. Non possiamo inoltre ignorare che le ultime linee-guida dell’AAP per la prevenzione della SIDS includono il room-sharing ovvero la condivisione della stanza dei genitori almeno per i bambini di età inferiore a 6 mesi, e inoltre la recente Position Paper della Australian Association for Infant Mental Health (affiliata alla World Association for Infant Mental Health) sul “Controlled Crying” (simile all’EG) richiama alla prudenza i medici e i ricercatori, prospettando le possibili conseguenze psicologiche negative di questo tipo di intervento (7-8). Pertanto abbiamo inviato alla rivista questa risposta: “[…] Quello proposto da Estivill è un metodo che non trova un consenso universale tra i medici che si occupano del sonno dei bambini. Non esistono infatti studi su tali trattamenti che ci confortino sulla loro reale efficacia a lungo termine […]”.


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