a che età un figlio può decidere della propria vita?

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
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laste
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Messaggio da laste » gio mar 18, 2010 10:35 pm

tati ha scritto: Io mia figlia la potrei benissimo vedere una parrucchiera, oppure una sarta, oppure una cuoca, felice, appagata da un lavoro che sicuramente ci sara' e potra' avere anche delle buone soddisfazioni economiche.
ma sono tutte cose precluse con una terza media no?
a meno di apprendistato diretto, ma davvero una parrucchiera si prende una persona che non ha fatto la scuola specifica per parrucchieri potendo scegliere?
I miei 2 cugini che fanno quel lavoro hanno fatto le scuole apposite, idem per chi ha scelto l'alberghiera...
vavi ha scritto:parliamo di eta' mentale o anagrafica? No perche' conosco quindicenni con la testa sulle spalle e trentenni che ancora non sanno cosa vogliono fare da grandi.
anagrafica

inutile dire che quoto Lelia su tutta la linea :lol:


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Lelia
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Messaggio da Lelia » gio mar 18, 2010 10:38 pm

Quoto Laste.
Mi pare che tutti i lavori elencati da Lory prevedano cmq un percorso di formazione specifica dopo la terza media, anche se non necessariamente un diploma.
Poi intendiamoci, se mia figlia mi dicesse che dopo la terza media non vuole fare le superiori perché ha deciso che vuole fare la sarta in modo serio, e ha dimostrato di avere una forte passione in quel senso, ovvio che la sostengo. Se invece a 16 anni mi viene a dire che vuole mollare la scuola per mettersi a fare un qualsiasi lavoro, mi troverei in seria difficoltà. La differenza sta tra l'avere una progettualità ben definita e l'andare allo sbaraglio. Perché nel secondo caso, che è molto più frequente, mi viene sempre il dubbio che ci sia dietro una forte "non voglia di studiare" piuttosto che una "reale voglia di lavorare".
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Messaggio da laste » gio mar 18, 2010 10:40 pm

Lelia...ora capisco perché luv ti ama
quanto mi piace leggerti ahah
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Messaggio da Enza 52 » gio mar 18, 2010 10:52 pm

Lelia ha scritto:Quoto Laste.
Mi pare che tutti i lavori elencati da Lory prevedano cmq un percorso di formazione specifica dopo la terza media, anche se non necessariamente un diploma.
Poi intendiamoci, se mia figlia mi dicesse che dopo la terza media non vuole fare le superiori perché ha deciso che vuole fare la sarta in modo serio, e ha dimostrato di avere una forte passione in quel senso, ovvio che la sostengo. Se invece a 16 anni mi viene a dire che vuole mollare la scuola per mettersi a fare un qualsiasi lavoro, mi troverei in seria difficoltà. La differenza sta tra l'avere una progettualità ben definita e l'andare allo sbaraglio. Perché nel secondo caso, che è molto più frequente, mi viene sempre il dubbio che ci sia dietro una forte "non voglia di studiare" piuttosto che una "reale voglia di lavorare".
non credo di essere mai stata più d'accordo con te.
complimenti per essere una Nonmamma, te la cavi alla grande.
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Messaggio da Enza 52 » gio mar 18, 2010 10:54 pm

penso che Vavi abbia ragione, dipende molto dal ragazzo.
le inclinazioni di un figlio, bene o male si intuiscono già da 14 anni, la sua voglia di darsi forse dipende anche dal tipo di percorso che farà e da quanti ostacoli incontrerà lungo la strada.
l'importante è essere SEMPRE LI' VICINO a sostenerli.
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Messaggio da laste » gio mar 18, 2010 10:59 pm

Se invece a 16 anni mi viene a dire che vuole mollare la scuola per mettersi a fare un qualsiasi lavoro, mi troverei in seria difficoltà. La differenza sta tra l'avere una progettualità ben definita e l'andare allo sbaraglio. Perché nel secondo caso, che è molto più frequente, mi viene sempre il dubbio che ci sia dietro una forte "non voglia di studiare" piuttosto che una "reale voglia di lavorare".
Per estendere il pensiero di Lelia, conosco una persona che ha sempre avuto il pallino della musica, tanto che ha cominciato col classico "gruppo", poi è passato in radio, ora lavora come tecnico del suono e fa gli effetti sonori dei film e delle pubblicità, tra le altre cose, aveva una curiosità e una passione che difficilmente lasciavano pensare che semplicemente "non avesse voglia di studiare" (tra l'altro nel mezzo ha preso pure la laurea, ma in tutt'altro,e non la usa...)
Oppure il fratello di un mio collega, appassionato di tatuaggi, tanto da andare all'estero per imparare a farli (dopo essersene fatto fare moltissimi) e ora ha una clientela di prestigio, un sito, un centro, insomma un'attività in cui è un artista riconosciuto (il gesto più bello della madre, all'inizio scettica, è stato farsi tatuare a sua volta dopo qualche anno :lol: ).
O un altro amico che si è dato al giardinaggio ma poi si è costruito un'attività niente male.
In questi casi dico: qui non era "non voglia di studiare" ma passione.
Ma lasciare per fare un lavoretto "quel che trovo trovo" impensierisce anche me.
Non credo lo permetterei.
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Messaggio da Enza 52 » gio mar 18, 2010 11:01 pm

tati ha scritto:Io capisco bene il tuo punto di vista, e sono d’accordo fino ad un certo punto.
Sono la prima a sperare che i miei figli abbiano la voglia di studiare.
La differenza sta solo nel cosa si pensa se questa voglia non c’è, ma soprattutto se invece della voglia di studiare o del classico scazzo da scuola cè qualcosa di altro, ci sono altri progetti nella vita.
Su 100 ragazzi tu credi che 100 ragazzi abbiano voglia di studiare? O che magari 5 di loro non lo faranno, o comunque non è quello il loro futuro, e se lo fanno è proprio solo perché spinti e obbligati?
Ecco, questo io voglio dire; non obbligo mia figlia, qualora lei ha un desiderio diverso.
Ma in tutti i campi della vita, non solo in questo. Se lei sbaglia e rischia di rovinarsi la vita sono la prima a fermarla per tempo, ma per scelte così personali non posso far altro che ragionare con lei, spiegarle i pro e contro, e tenerle la mano nel suo viaggio.
non so Tati, noi abbiamo dato sempre per scontato che il loro percorso sarebbe stato sempre scolastico più che lavorativo, per cui abbiamo dato libera scelta di scegliersi LA SCUOLA SUPERIORE da fare, ma in loro era scontato e fisiologico che l'avrebbero fatta.
anche per l'Università, ha sempre fatto parte del futuro, nelle loro inclinazioni, ma c'era.
forse un figlio va a scuola se la famiglia non gli pone proprio il dubbio che potrebbe non andarci.
per noi è stato così.
tutti e 4 hanno fatto le superiori, tutti e 3 sono andati all'università il terzo la sta ancora facendo.
qualcuno in modo meno brillante, ma faceva parte della loro vita.
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Messaggio da Lelia » gio mar 18, 2010 11:08 pm

laste ha scritto:Per estendere il pensiero di Lelia, conosco una persona che ha sempre avuto il pallino della musica, tanto che ha cominciato col classico "gruppo", poi è passato in radio, ora lavora come tecnico del suono e fa gli effetti sonori dei film e delle pubblicità, tra le altre cose, aveva una curiosità e una passione che difficilmente lasciavano pensare che semplicemente "non avesse voglia di studiare" (tra l'altro nel mezzo ha preso pure la laurea, ma in tutt'altro,e non la usa...)
Oppure il fratello di un mio collega, appassionato di tatuaggi, tanto da andare all'estero per imparare a farli (dopo essersene fatto fare moltissimi) e ora ha una clientela di prestigio, un sito, un centro, insomma un'attività in cui è un artista riconosciuto (il gesto più bello della madre, all'inizio scettica, è stato farsi tatuare a sua volta dopo qualche anno :lol: ).
O un altro amico che si è dato al giardinaggio ma poi si è costruito un'attività niente male.
In questi casi dico: qui non era "non voglia di studiare" ma passione.
Ma lasciare per fare un lavoretto "quel che trovo trovo" impensierisce anche me.
Non credo lo permetterei.
Di esempi così ne conosco anch'io. Un carissimo amico dei miei voleva solo suonare il pianoforte, venne iscritto a forza dai suoi al liceo classico, bocciò non so più quante volte, girò tutti i licei classici fiorentini, finché i genitori esausti gli concessero di fare il conservatorio. Ha preso il diploma di conservatorio, è diventato insegnante al conservatorio e ha inciso tanti cd di musica classica.

Poi ci sono le storie al bivio. Credo di averlo già raccontato, ma lo ripeto. Il mio compagno ha una monomania per le auto, fin da piccolissimo. A tutto tondo, fin da bambino ha cominciato a leggere libri e riviste sulle auto, a fare modellismo, poi a correre sui go kart. Alle medie era uno studente mediocre, non leggeva un libro neanche a piangere, se la cavava ma non brillava. A 14 anni dichiarò ai suoi che avrebbe fatto il meccanico. Mia suocera (detta anche "l'educatrice-bestia" per i suoi metodi educativi) gli fece una scenata e lo iscrisse al classico. Lui dice sempre che si sentiva morire all'idea di fare altri 5 anni di scuola, ma si piegò all'imposizione materna.
Morale: uno dei licei più duri della città, mai avuto meno della media dell'8. Non contento, si è poi iscritto a lettere classiche e si è laureato con una tesi mastodontica in filologia bizantina. Oggi legge tantissimo, di argomenti molto vari, in 3 lingue diverse.
Cosa fa di lavoro? Il giornalista. E di cosa si occupa? Di automobilismo sportivo, naturalmente ;-)
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