Lampada osram: una riflessione intimistica ad alta voce
Inviato: dom dic 20, 2009 2:39 pm
Per chi ha una certa (come direbbe mia figlia) diciamo oltre i 40 anni ed è di Roma, non può non ricordara la mitica lampada Osram di fronte alla stazione in piazza dei Cinquecento.
Era il “faro” dove ritrovarsi per un appuntamento.
“Dove ci vediamo?”
“Sotto alla lampada Osram alle 17.00.”
Non c’era altro da aggiungere.
Ogni volta che mi capita di passare davanti alla Stazione Termini, non riesco a non posare lo sguardo in quello spiazzale dove un tempo troneggiava questo faro, eretto nel 1960 in occasione delle olimpiadi di Roma e rimasto attivo per oltre un ventennio.
Ha segnato un’epoca, ha visto passare generazioni di ragazzi adolescenti e non solo fumare una sigaretta nell’attesa, fare quattro chiacchiere prima dell’arrivo di tutti, aspettare fiduciosi il primo amore o perché no attendere per un appuntamento al buio, e non preso su facebook, o su messanger, ma ascoltando una radio e rispondendo ad un annuncio (è capitato si…..è capitato).
Insomma ogni volta faccio un tuffo nel passato ritorno ai miei ricordi di adolescente, alle mie ansie, e ai miei timori. E non posso non pensare ai miei figli oggi, alle mille e mille possibilità in più che hanno, di conoscere, di chattare, di incontrarsi virtualmente e mi domando ma sapranno davvero trasformare tutte queste occasioni in opportunità di crescita? Sapranno davvero gestire tutto senza perdersi?
Da una parte temo che questo velocizzare sia in realtà un freno alla loro maturazione, e rimpiango un palo a scandire il tempo, senza cellulari a monitorare i ritardi. Dall’altra però confido nelle loro capacità, nel loro essere senz’altro più “svegli” per cogliere comunque quell’attimo che fugge via, nel saperlo riconoscere come speciale tra gli infiniti attimi normali, banali di un correre frenetico.
E in questo tuffo nel passato non poteva che riaffiorarmi alla mente:
http://www.youtube.com/watch?v=2_ne5rU1axg
Era il “faro” dove ritrovarsi per un appuntamento.
“Dove ci vediamo?”
“Sotto alla lampada Osram alle 17.00.”
Non c’era altro da aggiungere.
Ogni volta che mi capita di passare davanti alla Stazione Termini, non riesco a non posare lo sguardo in quello spiazzale dove un tempo troneggiava questo faro, eretto nel 1960 in occasione delle olimpiadi di Roma e rimasto attivo per oltre un ventennio.
Ha segnato un’epoca, ha visto passare generazioni di ragazzi adolescenti e non solo fumare una sigaretta nell’attesa, fare quattro chiacchiere prima dell’arrivo di tutti, aspettare fiduciosi il primo amore o perché no attendere per un appuntamento al buio, e non preso su facebook, o su messanger, ma ascoltando una radio e rispondendo ad un annuncio (è capitato si…..è capitato).
Insomma ogni volta faccio un tuffo nel passato ritorno ai miei ricordi di adolescente, alle mie ansie, e ai miei timori. E non posso non pensare ai miei figli oggi, alle mille e mille possibilità in più che hanno, di conoscere, di chattare, di incontrarsi virtualmente e mi domando ma sapranno davvero trasformare tutte queste occasioni in opportunità di crescita? Sapranno davvero gestire tutto senza perdersi?
Da una parte temo che questo velocizzare sia in realtà un freno alla loro maturazione, e rimpiango un palo a scandire il tempo, senza cellulari a monitorare i ritardi. Dall’altra però confido nelle loro capacità, nel loro essere senz’altro più “svegli” per cogliere comunque quell’attimo che fugge via, nel saperlo riconoscere come speciale tra gli infiniti attimi normali, banali di un correre frenetico.
E in questo tuffo nel passato non poteva che riaffiorarmi alla mente:
http://www.youtube.com/watch?v=2_ne5rU1axg