madda77 ha scritto:Elly, non posso darti torto in alcuna singola parola che hai scritto, anche perchè erano le stesse identiche cose che pensavo io (e penso tuttora, eh!).
Era questo l'oggetto del mio sfogo e mi spiace che tu ne abbia tratto spunto per polemizzare su temi che, per quanto veri, sono troppo generici e complessi per poter essere associati a singole situazioni personali e familiari di cui magari non si sa nulla!
ehi madda ho messo ben chiaro che la "colpa" tra mille virgolette ovviamente della situazione statale italiana non è tua quindi il sarcasmo che leggi non è certo rivolto a te personalmente. ci mancherebbe. la mia rabbia è rivolta a chi avrebbe soluzioni sotto il naso e non le vuole attuare.
che senso ha lasciarti per tre anni vicino a casa tua e poi rispedirti a milano quando in tre anni hai allacciato rapporti/situazioni/risolto problemi ecc. per ricominciare tutto in un'altro paese e ovviamente nell'altro posto ci sarà una donna che vivrà la situazione al contrario.
il tuo post, se non vuole essere fine a se stesso, è uno spunto di riflessione molto valido.
Ti porto il caso di due delle mille maestre passate per la classe di mio figlio ma che in qualche modo sono state costrette ad accettare la cattedra pur sapedo il male che facevano a loro stesse, ai loro figli e ai nostri:
la maestra concetta era calabrese con un marito, un figlio adolescente e un neonato. La chiamano con destinazione milano. prendere o lasciare. Prende il piccolo e si trasferisce da una zia che comunque non abitava sotto la scuola. Era ottobre e l’ottobre milanese non è come quello calabrese, quindi al ponte dei morti torna a casa per rifarsi il guardaroba. E giustamente non rientra. Come poteva gestire una situazione del genere?
La maestra raffaella era pugliese e in convalescenza per la ricostruzione della testa del femore. La chiamao e risponde. Prende la sua roba e le stampelle e arriva a milano in un convitto. Ebbene, un giorno non riesce ad alzarsi dalla sedia della cattedra perché non rispettando la convalescenza la protesi si lesiona. Arriva l’ambulanza e porta via la maestra che in quel momento era in una seconda elementare. Ovviamente non torna.
Quindi le tue perplessità, come vedi, sono state anche le loro. Nel frattempo sono passati quattro anni e il sistema nomine non è cambiato ma le mamme che soffrono per la gestione di certe situazioni ci sono ancora. E il punto è l’indolenza nel voler sistemare queste pecche.