La scuola non è per lui (post di riflessione)

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Trilli
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La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Trilli » ven dic 16, 2016 8:18 am

Un paio di giorni fa abbiamo elaborato i consigli orientativi per i nostri ragazzi delle classi terze.
Ebbene, c'è un ragazzo un po' particolare, al punto che si era sospettata una forma di autismo ad alto funzionamento (poi non confermata).
È brillante, curioso, informato su tutto, perspicace. Ha i risultati migliori in classe in quasi tutte le materie (tranne disegno). Capita di vederlo distratto, ma in realtà non gli sfugge nulla. Passa i pomeriggi a leggere e guardare documentari. L'impressione è che scuola si annoi moltissimo, di sicuro ha bisogno di stimoli diversi, all'altezza delle sue potenzialità.
Però fatica a rapportarsi con gli altri, ha modalità di interazione molto infantili con i coetanei. Dispetti, soprattutto. Non fatti con l'intenzione di fare male, ma certo fastidiosi.
Gli consigliamo un liceo scientifico, però esce quest'osservazione: "LA SCUOLA NON E' FATTA PER LUI". Io ho detto alle mie colleghe che è indecente che la scuola non sia fatta per lui ma per quelli ubbidienti ed esecutivi. Sono quelli come lui che hanno cambiato il mondo, a mio modo di vedere. Perché non riusciamo a valorizzarli? Perché ci sentiamo di dover appiccicare etichette negative (è disgrafico, è immaturo nei rapporti...) e non riusciamo a guardare oltre? Pensate a John Nash: ha una malattia psichiatrica ma ha vinto il Nobel per l'economia. Sarà un difetto della scuola italiana questo soffermarsi alla superficie?
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Thor76
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Thor76 » ven dic 16, 2016 8:32 am

Purtroppo in Italia si tende a fare vome Ponzio Pilato. Ora sono fuori ma quando rientro scrivero'meglio
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Azur » ven dic 16, 2016 8:54 am

Trilli ha scritto:è indecente che la scuola non sia fatta per lui ma per quelli ubbidienti ed esecutivi. Sono quelli come lui che hanno cambiato il mondo, a mio modo di vedere. Perché non riusciamo a valorizzarli? Perché ci sentiamo di dover appiccicare etichette negative (è disgrafico, è immaturo nei rapporti...) e non riusciamo a guardare oltre? Pensate a John Nash: ha una malattia psichiatrica ma ha vinto il Nobel per l'economia. Sarà un difetto della scuola italiana questo soffermarsi alla superficie?
Bella domanda.
Io penso che -tolti i casi di insegnanti che avrebbero dovuto scegliere un altro mestiere, che però sono la minoranza- sia un problema di (carenza di) risorse.
Se hai 25 alunni, ciascuno con esigenze e peculiarità diverse, è davvero difficiissimo seguirli tutti in modo ottimale.
Ci vorrebbero molte ore di compresenza/sostegno, oppure classi più piccole,
ma certo la politica non va in questa direzione.

(Mutatis mutandis, è la stessa situazione che c'è nella sanità, vedo ogni giorno gente che fa molto oltre il proprio dovere per tappari i buchi e garantire un servizio, ma se la gente in pensione o in maternità non viene sostituita, chi resta riesce ammazzandosi a garantire un servizio sufficiente, non certo eccellente.
E anche qui la politica non va nella direzione del potenziamento.)
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Pol&son » ven dic 16, 2016 9:11 am

Trilli ha scritto:Un paio di giorni fa abbiamo elaborato i consigli orientativi per i nostri ragazzi delle classi terze.
Ebbene, c'è un ragazzo un po' particolare, al punto che si era sospettata una forma di autismo ad alto funzionamento (poi non confermata).
È brillante, curioso, informato su tutto, perspicace. Ha i risultati migliori in classe in quasi tutte le materie (tranne disegno). Capita di vederlo distratto, ma in realtà non gli sfugge nulla. Passa i pomeriggi a leggere e guardare documentari. L'impressione è che scuola si annoi moltissimo, di sicuro ha bisogno di stimoli diversi, all'altezza delle sue potenzialità.
Però fatica a rapportarsi con gli altri, ha modalità di interazione molto infantili con i coetanei. Dispetti, soprattutto. Non fatti con l'intenzione di fare male, ma certo fastidiosi.
Gli consigliamo un liceo scientifico, però esce quest'osservazione: "LA SCUOLA NON E' FATTA PER LUI". Io ho detto alle mie colleghe che è indecente che la scuola non sia fatta per lui ma per quelli ubbidienti ed esecutivi. Sono quelli come lui che hanno cambiato il mondo, a mio modo di vedere. Perché non riusciamo a valorizzarli? Perché ci sentiamo di dover appiccicare etichette negative (è disgrafico, è immaturo nei rapporti...) e non riusciamo a guardare oltre? Pensate a John Nash: ha una malattia psichiatrica ma ha vinto il Nobel per l'economia. Sarà un difetto della scuola italiana questo soffermarsi alla superficie?
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Alcune scuole sono prestrutturate e noiose per certe menti
PurTroppo le alternative sono rare e spesso costose

Lo sai che io appoggio in pieno il tuo ragionamento
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kri
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da kri » ven dic 16, 2016 5:42 pm

Priva di tempo per rispondere, per ora ti scrivo che è un argomento interessantissimo e importante.
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Babina » ven dic 16, 2016 9:12 pm

Credo che l'istituzione scuola non abbia, nella maggior parte dei casi, le risorse per motivare questi alunni.
Bisognerebbe saperli valorizzare con attività dedicate per fare in modo che il loro interesse e le loro energie siano convogliati in positivo.
Certo, per gli insegnanti forse è più comodo avere degli studenti"regolari" e meno impegnativi, che si attengono ai loro doveri senza essere stravaganti.
Ma come dici tu Trilli, grandi personaggi spesso si sono dimostrati fuori dagli schemi già da giovanissimi e non riconoscere queste attitudini può essere una grande perdita
Ma poi, che brutto è sentirsi dire che la scuola non è fatta per te?
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sweet
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Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da sweet » ven dic 16, 2016 9:55 pm

Mi sembra sia una frase che nasconde pigrizia e menefreghismo. Difficile saper aiutare, valorizzare. I genitori?
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Re: RE: Re: La scuola non è per lui (post di riflessione)

Messaggio da Trilli » sab dic 17, 2016 7:47 am

sweet ha scritto:Mi sembra sia una frase che nasconde pigrizia e menefreghismo. Difficile saper aiutare, valorizzare. I genitori?
I genitori di questo particolare ragazzo sono alla disperata ricerca di una soluzione. Lo hanno portato da psicologi psicopedagogisti neuropsichiatri. Perché forse dare un nome al disagio di questo ragazzo sarebbe rassicurante anche per loro.
I genitori degli altri, per contro, sono assai poco tolleranti. In particolare, una mamma è anche mia collega, e si lamenta molto del fatto che il figlio è oggetto di scherzi da parte di questo ragazzo (gli prende l'astuccio, gli butta in terra la gomma, cose così). A me parrebbero cose fastidiose ma non intollerabili, anche perché è lampante che le fa con chiunque abbia vicino, non in particolare verso questo solo compagno.
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