Quando un libro si abbandona (L)
Quando un libro si abbandona (L)
Sì, abbandona.
Il termine che mi viene da usare è questo: malinconico, sottilmente intriso di senso di colpa.
Ho appena abbandonato Cervantes e il suo Don Chisciotte a pagina 100 e mi sento una traditrice, in difetto per non aver apprezzato un testo che tanti hanno amato, che ha suggestionato contemporanei e posteri, in cui si ricercano significati che non ho avuto la voglia, o più probabilmente l'intelligenza, di cogliere.
Il fatto è che io sono una lettrice passionale, umorale. Voglio essere rapita da un romanzo. Perdono i difetti di un rapitore fascinoso. Sdegno anche i pregi di un algido consorte da comodino.
Eppure una lacrima gliela dedico, mentre fuggo con un più sensuale amante (nella fattispecie un becero Stephen King, povero Cervantes ahahah!).
A volte ho tentato di proseguire per non so quale masochismo un matrimonio di convenienza.
Ma per lo più è così che finisce: tomi mezzo intatti che tornano mesti nell'armadio.
Volevo chiedervi... voi che fate? Vi siete mai sentiti così? Oppure perseverate nelle letture che non vi conquistano? O le interrompete senza rimpianto?
Il termine che mi viene da usare è questo: malinconico, sottilmente intriso di senso di colpa.
Ho appena abbandonato Cervantes e il suo Don Chisciotte a pagina 100 e mi sento una traditrice, in difetto per non aver apprezzato un testo che tanti hanno amato, che ha suggestionato contemporanei e posteri, in cui si ricercano significati che non ho avuto la voglia, o più probabilmente l'intelligenza, di cogliere.
Il fatto è che io sono una lettrice passionale, umorale. Voglio essere rapita da un romanzo. Perdono i difetti di un rapitore fascinoso. Sdegno anche i pregi di un algido consorte da comodino.
Eppure una lacrima gliela dedico, mentre fuggo con un più sensuale amante (nella fattispecie un becero Stephen King, povero Cervantes ahahah!).
A volte ho tentato di proseguire per non so quale masochismo un matrimonio di convenienza.
Ma per lo più è così che finisce: tomi mezzo intatti che tornano mesti nell'armadio.
Volevo chiedervi... voi che fate? Vi siete mai sentiti così? Oppure perseverate nelle letture che non vi conquistano? O le interrompete senza rimpianto?
Da brava seguace di Pennac, io, lettrice, rivendico il diritto di non leggere, così come il diritto di saltare le pagine (sul vecchio Stephen King scorro appena le prime ottanta pagine. Sugli ultimi lavori pare abbia capito che è ora di ballare la rumba da subito), il diritto di rileggere...
Ed anche di non finire un libro.
Confesso: "ecco la storia" non sono proprio riuscita a finirlo.
E di solito, non mi forzo. Ho fatto eccezione giusto per "ventimila leghe sotto i mari", che è da sempre il libro preferito di Alex, ed a me mancava..l'ho letto tutto, e adesso non mi manca.
In tutti i sensi.
(Certo che lui, il piccolo principe, l'ha lasciato a metà.. sgrunt!)
Ed anche di non finire un libro.
Confesso: "ecco la storia" non sono proprio riuscita a finirlo.
E di solito, non mi forzo. Ho fatto eccezione giusto per "ventimila leghe sotto i mari", che è da sempre il libro preferito di Alex, ed a me mancava..l'ho letto tutto, e adesso non mi manca.
In tutti i sensi.
(Certo che lui, il piccolo principe, l'ha lasciato a metà.. sgrunt!)
Mo è successo alcune volte e non ho sensi di colpa no.. i libri sono tanti, il tempo è poco, non posso perderlo in una lettura che mi non mi appassiona.
Esempi:
Tropico del cancro, troppo crudo (a mio parere in modo forzato, apposta per colpire)
Va dove ti porta il cuore, troppo patetico
Il partigiano Johnny... boh, troppo antipatico.
Esempi:
Tropico del cancro, troppo crudo (a mio parere in modo forzato, apposta per colpire)
Va dove ti porta il cuore, troppo patetico
Il partigiano Johnny... boh, troppo antipatico.
Generalmente inizio un libro convinta di poterlo leggere, solo l'idea di leggerlo mi appassiona.
Ma quando alcune volte arrivo al punto di non ritorno... sì, mi sento come te, sento una colpa interna a non essere riuscita a continuarlo, anche se magari è colpa del libro che è davvero noioso o poco incisivo, ma, nonostante il dovere che sento di porre fine a quelle pagine, non ci riesco e mi fermo.
E generalmente non leggo più per un po', ho notato, come se non mi ritenessi adatta a farlo. Atteggiamento sconclusionato, ma ci ho pensato solo adesso che è una costante.
Ma quando alcune volte arrivo al punto di non ritorno... sì, mi sento come te, sento una colpa interna a non essere riuscita a continuarlo, anche se magari è colpa del libro che è davvero noioso o poco incisivo, ma, nonostante il dovere che sento di porre fine a quelle pagine, non ci riesco e mi fermo.
E generalmente non leggo più per un po', ho notato, come se non mi ritenessi adatta a farlo. Atteggiamento sconclusionato, ma ci ho pensato solo adesso che è una costante.
Grande Pennac e grandi le sue teorie sulla lettura!Luvetta ha scritto:Da brava seguace di Pennac, io, lettrice, rivendico il diritto di non leggere, così come il diritto di saltare le pagine
Ciò non toglie che alcuni diritti a volte si esercitino con un certo disagio. Mannaggia, a me prende così.
Leggendo "I miserabili", ad esempio, pur di evitare quel disagio mi sono sciroppata la digressione sul gergo (e già quella sulle fogne e su Luigi Filippo non erano male) agonizzando ahaha!
Per me invece è un'attesa della rumba apprezzabile. Hai ragione, comunque. Il ritmo è diverso nei libri più recenti.sul vecchio Stephen King scorro appena le prime ottanta pagine. Sugli ultimi lavori pare abbia capito che è ora di ballare la rumba da subito)
Non ho parole. Il Piccolo Principe non è guerra e pace... su, su, Alex, par condicio nelle letture matrimoniali!E di solito, non mi forzo. Ho fatto eccezione giusto per "ventimila leghe sotto i mari", che è da sempre il libro preferito di Alex, ed a me mancava..l'ho letto tutto, e adesso non mi manca.
In tutti i sensi.
(Certo che lui, il piccolo principe, l'ha lasciato a metà.. sgrunt!)
(Personalmente mi sono beccata un paio di libretti di fantascienza anni 70, mi è andata bene. Pensa se Gianluca fosse stato un fan di Wilbur Smith!)
Quello non l'ho neanche iniziato, mi sono salvata, perché credo proprio che a trovarmelo in casa avrei seguito il tuo esempio, addirittura con qualche rimorso in meno che per Cervantes...Cos73 ha scritto: Va dove ti porta il cuore, troppo patetico
Per NON iniziare quel libro della Tamaro mi sono servita del metodo leggi-qualche-pagina-in libreria.
Superficiale ma spesso, miracolosamente, funziona.
Chi mi ispira con un breve assaggio viene comprato!
A me fa l'effetto opposto... Tipo il detto secondo il quale se si cade da cavallo è meglio rimontare in fretta. E cerco come successore dell' "abbandonato" un libro con cui andare sul sicuro quanto alla certezza di finirlo con avidità.Sheireh ha scritto: E generalmente non leggo più per un po', ho notato, come se non mi ritenessi adatta a farlo. Atteggiamento sconclusionato, ma ci ho pensato solo adesso che è una costante.
Sheireh, spero che non ti penalizzi con una pausa troppo lunga. Perché altrimenti, insomma... oltre al danno la beffa, non te lo meriti!