Non c'è niente che non va, almeno credo

Gli svaghi delle Noimamme
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caterina
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Non c'è niente che non va, almeno credo

Messaggio da caterina » sab nov 15, 2014 12:39 pm

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SINOSSI
È sabato mattina e Rosie e Jonathan sono a letto in un momento di intimità, quando il telefono inizia a squillare senza tregua. Sul display compare un numero sconosciuto.
Ancora non sanno che quella telefonata di per sé insignificante manderà all’aria tutta la loro vita. Più che quarantenni, Rosie e Jonathan sono gli unici fra i loro amici a non aver messo su famiglia e a vivere da eterni fidanzati in un quadrilocale che sembra arredato da due studenti. Impossibile immaginare che a pochi giorni da quel sabato Jonathan si inginocchierà davanti a Rosie chiedendole di sposarlo e seguirlo in California! La prima a storcere il naso di fronte all’improvvisa proposta è l’energica nonna Soapie: sognatrice, anticonformista, irriverente, Soapie ha sempre spronato Rosie a osare nella vita, a coltivare le sue passioni e seguire i suoi desideri. Per questo non capisce cosa spinga la nipote sull’altra sponda dell’ oceano, dietro a un ragazzotto con la passione per le tazzine di porcellana. Ma il destino è sempre pronto a stuzzicarci e quando Rosie sarà messa di fronte a un’altra scelta cruciale, dovrà per forza decidere quale partita giocare. Perché la grande regola della vita è che non è mai troppo tardi per correggere il tiro e la felicità è sempre più vicina di quanto immaginiamo. Basta ricordarselo.

COMMENTO
Dio, ci ho messo un secolo a finire questo romanzo. D'accordo, dormo dieci diamine di ore a notte e se non dormo comunque sono in stato catatonico ma... cavolo, ragazzi.
Come direbbero alcuni, What a delusion!
Della Dawson avevo letto, appena uscito, il suo primo libro "Facciamo finta che non sia successo niente" e devo ammettere che quanto prima lo riprenderò in mano per capire se ero rincoglionita prima, sono rincoglionita adesso o semplicemente questo secondo lavoro le è riuscito male.
Cos'ha che non va?
L'altro romanzo me lo ricordo così allegro, così poco scontato, così ben scritto. Certamente magari non da Nobel per la letteratura ma ricordo che lo consigliai a molte amiche.
Questo non lo consiglierei proprio a nessuno.
Come - povera me - non lo consiglio a voi.
Intendiamoci. Non è mica brutto. Non è mica la Kinsella. Qui un minimo di bravura c'è.
Ma santo cielo, ha infilato una serie di scontatezze mica male. Aveva in mano una protagonista incredibile (nonna Sophie) e l'ha fatta ammalare quasi subito. Una protagonista alla Zia Mame che avrebbe risollevato il romanzo nel tempo di un amen.
Niente. L'ha lasciata andare.
In mano le sono rimaste le carte peggiori: una donna di mezza età incinta (questo è spoiler allo stato puro, occhio) che fa pensieri da donna di mezza età incinta, un compagno assurdo che si meriterebbe una fraccata di calci in culo da tutti - ma proprio tutti - e tutti capiscono che meriterebbe una fraccata di calci in culo tranne la protagonista di mezz'età incinta, un altro protagonista maschile che viene preso poco in considerazione ma che invece meriterebbe molto di più e una serie di personaggi secondari che gravitano in mezzo alle scatole rendendo il romanzo lento e noioso senza apportare nessuna miglioria alla trama.
Scontatezze e assurdità da latte alle ginocchia non ci vengono risparmiate. E la colpa naturalmente potrebbe essere solo e soltanto mio, sia chiaro.
Nel senso che ultimamente mal sopporto le sdolcinatezze.
Ma non è nemmeno vero. Si può scrivere d'amore senza per forza drogare il lettore. Mica facile scrivere d'amore. La capisco, la Dawson. Ma la delusione rimane, pensavo di avere tra le mani il secondo gioiello invece...
Poco male. Si torna a Malvaldi senza rimpianto.


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