Andrea de Carlo[/center]
SINOSSI
Una piccola isola vulcanica ai margini estremi del Mediterraneo meridionale, Tari. Uno squisito resort di lusso arrampicato sulle rocce, Villa Metaphora. Pochi ospiti internazionali, ricchi e famosi, in cerca di qualche giorno di tregua dalle pressioni del mondo. Quattordici personaggi che si passano il testimone di capitolo in capitolo: un architetto e imprenditore milanese, la sua assistente e amante tarese, un marinaio nato sull'isola, un falegname dall'animo artistico, un raffinato chef spagnolo, una ragazza italoirlandese alla ricerca delle sue origini, una giornalista francese in incognito, un potentissimo banchiere tedesco e sua moglie, due anziani coniugi italiani dediti al gioco della deduzione, una giovane star americana e suo marito, inventore di un metodo per risolvere problemi altrui, un politico italiano che cerca il sostegno dei "poteri forti". Quattordici punti di vista, ognuno con la sua voce, il suo mondo, i suoi riferimenti. Ognuno credibile, coerente, e del tutto inconciliabile con gli altri. Una trama serrata, piena di coincidenze, complicazioni, colpi di scena. Un tour de force stilistico, sfaccettato in una varietà di prospettive e di modi di raccontare. Con "Villa Metaphora" Andrea De Carlo scrive il suo romanzo più ambizioso, ironico, cattivo, avventuroso, polemico, raccogliendo la sfida di raccontare il mondo di oggi, con le sue virtù e i suoi difetti peggiori, i suoi vizi, le sue paure, le sue insostenibili contraddizioni.
COMMENTO
Intanto credo che sia giusto dire che, quando l'e-reader mi ha segnalato che ero arrivata alla fine del libro (digitale) ho mandato un sms disperato a mia sorella dicendole che (cazzo!) il mio ebook era fallato, non arrivava alla fine!
E invece no - mi risponde lei - QUELLA è la fine.
Ahi. E' un bel segno? Forse no.
Mille pagine. Mille.
E me lo finisci così? Tagliato di brutto? Accettato?
Nah, ma proprio...nah.
Comunque, tornando a bomba.
De Carlo è il mio primo amore, Due di Due mi ha aperto un mondo, ne ho discusso in classe con la mia professoressa di italiano alle scuole superiori (ero l'unica a sapere chi fosse questo De Carlo e presi anche complimenti) e trovo, anche a distanza di anni, che abbia costruito un nuovo modo di fare scrittura.
Ovviamente non tutti i libri sono azzeccati, alcuni sono vere e proprie copie ciucciasoldi e saliclassifiche di altri suoi libri. Libri fotocopia insomma.
Questo...be', immagino faccia storia a se.
Mille pagine sono pur sempre mille pagine, e quando si tratta di far convivere un pugno di personaggi su di un'isola deserta allora il compito si fa ancora più difficile e il flop è probabile.
Il flop, in effetti, a un certo punto c'è. Mille pagine sono davvero troppe, troppe e troppe. Sarebbero bastate la metà per rendere l'idea, per affascinare, divertire, incuriosire. Va bene l'esercizio mirabile di scrittura (si pensi ai monologhi di Ramiro il cuoco o di Carmine l'isolano-factotum-marinaio) e va bene che scrivere in una lingua inventata (una specie di strano esperanto) che racchiude tutte le lingue del mondo compreso il dialetto siciliano dev'essere stato davvero faticoso. Il risultato è strabiliante. Tanto di cappello.
Ma...basta santo cielo. Andrea, dicce come va a finì! Lassace annà a dormì!
Bellissima ambientazione, bellissimi personaggi, uno svolazzo artistico notevole. Sono stata anche al suo reading e il divertimento che ha provato scrivendo questo libro voluminoso traspariva completamente.
Nonostante tutto, consiglio assolutamente la lettura.
E...sì. Finisce così.
