Non ha interesse per il cibo

Per parlare dei più piccoli, da 0 a 5 anni
Gwen

Messaggio da Gwen » mar mag 04, 2010 8:00 am

D.ssa-Catalano ha scritto: Voi lavorate entrambi? quanto tempo riuscite a trascorrere con vostra figlia?
Lavoriamo entrambi, ma lei dall'ora di pranzo in poi è sempre con uno dei due, o con tutti e due, e abbiamo il weekend lungo libero.
Non la lasciamo quasi mai con altri (però allo stesso tempo quando capita lei rimane contenta e tranquilla anche con altre persone).
L'unica cosa che mi viene in mente è che l'esigenza del lettone, così come quella dello stare in braccio a tavola, le è nata dopo un periodo in cui il padre è stato assente da casa per 15 giorni cause di forza maggiore.

Mentre il rapporto col cibo è sempre stato bene o male così.
Solo un'ultima domanda Dott.ssa, è spesso la bimba a chiedermi alternative per quanto riguarda il cibo, non sono necessariamente io a proporle.
Anche se me le chiedesse dovrei negarle?
Temo di crearle un rapporto negativo col cibo e col momento del pasto così facendo.
Grazie mille!


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Messaggio da Cosetta » mar mag 04, 2010 11:48 am

Sul cibo io ti dico la mia, come spunto di riflessione, poi risponderà la Dottoressa.
Io credo che anche l'intestardirsi troppo su "c'è questo si mangia questo" rischi di trasformare la cucina in un campo di battaglia e questo non prelude certo a un rapporto sano col cibo.
In una situazione più rilassata, vedo appropriato anche fornire alternative veloci senza mostrarsene eccessivamente colpiti, se poi il rifiuto permane e c'è più interesse del bimbo a opporsi che a trovare qualcosa che gli sia gradito, allora "vorrà dire che non ha fame" e ci si allontana da tavola.
Secondo me eh.
Gwen

Messaggio da Gwen » mar mag 04, 2010 11:56 am

Cos73 ha scritto:Sul cibo io ti dico la mia, come spunto di riflessione, poi risponderà la Dottoressa.
Io credo che anche l'intestardirsi troppo su "c'è questo si mangia questo" rischi di trasformare la cucina in un campo di battaglia e questo non prelude certo a un rapporto sano col cibo.
In una situazione più rilassata, vedo appropriato anche fornire alternative veloci senza mostrarsene eccessivamente colpiti, se poi il rifiuto permane e c'è più interesse del bimbo a opporsi che a trovare qualcosa che gli sia gradito, allora "vorrà dire che non ha fame" e ci si allontana da tavola.
Secondo me eh.
ma è quello che ho sempre fatto io.
Dirle c'è questo e basta, in una situazione già difficile durante i pasti non so quanto la aiuti ad accettare il pasto che ha di fronte, anche perchè è terribilmente testarda e quando dice no è no, a costo di digiunare, lei non fa una piega.
Insomma, il mio scopo è farle avere meno pressioni possibili e meno forzature possibili durante i pasti in modo che il rapporto col cibo sia il meno antipatico possibile.
Ma appunto perchè ho seguito sempre questa linea che non capisco il perchè di reazioni pure stizzite o del rifiuto per partito preso, tanto più che all'asilo fa tutto il contrario.
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Messaggio da D.ssa-Catalano » mer mag 19, 2010 9:27 pm

Cos73 ha scritto:Questo è un parere psicologico o personale
E' un parere psicologico, quindi professionale. L'aspetto personale sicuramente interviene, ma in minima parte, lascio parlare la mia esperienza lavorativa poichè piu' "attendibile".

Ho utilizzato il termine potrebbe per indicare che non è detto che il dormire nel lettone possa renderli insicuri in futuro. E non è nemmeno detto che un bambino trovi poi difficoltoso dormire nel proprio letto, perdendo questa abitudine. Solitamente consiglio comunque di evitarla, perchè ho esperienza nel mio lavoro di genitori che hanno trovato difficoltà nell'abituare i figli al "distacco". Recemente ho avuto un caso di una bambina che all'età di 13 anni riesce ancora con difficoltà a dormire da sola in camera (con ripercussioni sulla sua vita sociale). Senza entrare adesso nel dettaglio, anche perchè non è il luogo adatto, ma ben si comprende come non sia un concetto "astratto" ma basato su esperienze di vita, con cui spesso entro in contatto.

Rispondendo invece a Paola M., la frase della mamma era esattamente questa: "la cosa è coincisa anche con il passaggio dal lettino nella sua stanza al lettone, un'abitudine che non aveva mai avuto, e ora vedo che sembra essere una vera e propria esigenza...". La mia risposta si riferiva non all'abitudine del dormire con i genitori in generale e delle diverse opinioni dei diversi pediatri, bensì al caso specifico. La bambina solo in un periodo recente ha iniziato a non tollerare il suo letto, comportamento che prima non era presente.
Abitudini dei primati, dei paesi non industrializzati, del Giappone a parte,
la mia esperienza professionale mi porta tendenzialmente a consigliare di evitare questo comportamento: abitudine che potrebbe , con il tempo, diventare difficoltosa da togliere. Non ne parlo come un obbligo, bisogna poi valutare altri aspetti della vita del bambino, come le sue relazioni sociali, come vive il contesto scolastico.

Chiarito questo, e tornando al nocciolo della richiesta della mamma,
torno a suggerirle di non proporle troppe alternative, sicuramente non deve essere un out-out, con un po' di elasticità puo' comunque proporre una sola alternativa. Riflettevo pero' su una frase che lei ha scritto: mi dice che a scuola si comporta bene, mangiando piu' o meno tutto. Qui' mi riallaccio al discorso del non dare troppe alternative..lei crede che a scuola gliene diano tante? probabilmente esiste un pasto uguale per tutti, e se non si mangia quello, i bambini sanno che rimarranno digiuni!

In questi giorni ci sono stati dei cambiamenti?

Dr.ssa Paola Catalano
Gwen

Messaggio da Gwen » gio mag 20, 2010 8:13 am

Gent.le Dott.ssa, la ringrazio per la sua ulteriore risposta.
Ho capito anche io meglio cosa lei intendesse, e le scrivo che non ci sono stati cambiamenti sostanziali.
La bimba dorme sempre nel lettone e mangia sempre spizzicando, non le offro moltissime alternative alla fine, a volte va a letto quasi digiuna.
Assistendo ad un corso di psicologia ho appreso che quando una situazione è legata solo (o quasi) all'ambiente familiare esiste una problematica nella relazione con i familiari, dovuta a qualcosa che ha disturbato l'instaurazione di un corretto rapporto con i familiari.
Forse il concetto è banale e generalizzato, ma da quella che ritenevo fosse una semplice fase ora passo a temere qualche problematica più complessa, anche se non ho idea di cosa possa riguardare.
D.ssa-Catalano
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Messaggio da D.ssa-Catalano » gio mag 20, 2010 11:34 am

Cara Gwen,
si a quanto pare è una situazione che sembra dipendere dall'ambiente familiare, poichè in altri contesti non si manifesta (nella mensa della scuola il pasto è regolare).
Lei può, riflettendo bene, capire se questi comportamenti possono essere legati ad un episodio accaduto di recente, legato pur sempre all'ambiente familiare.
Non escluda comunque che puo' trattarsi di una fase dello sviluppo.
Forse un colloquio con un'esperto "dal vivo" puo' ulteriormente tranquillizzarla.
Mi faccia sapere.
Dr.ssa Paola Catalano
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Messaggio da Cosetta » gio mag 20, 2010 11:34 am

D.ssa-Catalano ha scritto:E' un parere psicologico, quindi professionale. L'aspetto personale sicuramente interviene, ma in minima parte, lascio parlare la mia esperienza lavorativa poichè piu' "attendibile".

Ho utilizzato il termine potrebbe per indicare che non è detto che il dormire nel lettone possa renderli insicuri in futuro. E non è nemmeno detto che un bambino trovi poi difficoltoso dormire nel proprio letto, perdendo questa abitudine. Solitamente consiglio comunque di evitarla, perchè ho esperienza nel mio lavoro di genitori che hanno trovato difficoltà nell'abituare i figli al "distacco". Recemente ho avuto un caso di una bambina che all'età di 13 anni riesce ancora con difficoltà a dormire da sola in camera (con ripercussioni sulla sua vita sociale). Senza entrare adesso nel dettaglio, anche perchè non è il luogo adatto, ma ben si comprende come non sia un concetto "astratto" ma basato su esperienze di vita, con cui spesso entro in contatto.

R
La ringrazio della risposta.

Gliel'ho chiesto perché è importante precisare, perché poi queste affermazioni, riportate nel discorso dalla gente "comune", diventano
"far dormire i bambini nel lettone li rende dipendenti, e non ci escono pù fino a 13 anni e passa". Convinzioni assolute eh. Che mettono in crisi chi già in crisi lo è, perché è chiaro che preferirebbe che il figlio dormisse sereno tutta la notte nel suo lettino.

Lei conferma invece che sono casi limite.
Non credo che il fatto di dormire nel lettone a 2 anni determini una situazione simile, ma semmai ci sarà un problema più generico di relazione in framiglia (di cui non è causa il lettone, ma presumibilmente un sintomo, un'altra conseguenza insomma, concorda?)

Il punto, tradotto nella realtà, è che alcuni bimbi non dormono bene da soli e che le mamme sono stanche.
Il punto è che non tutti concordano sull'uso di metodi che prevedono il fatto di lasciarli piangere da soli perché inizino a dormire da soli e a lungo o comunque a non chiamare (e non solo fra i "profani"), quindi spesso l'unica alternativa è tenerseli accanto, per riposare in modo sufficiente.

Lei ha esempi patologici, per il lavoro che svolge, noi ne abbiamo parecchi di bimbi che hanno scelto spontaneamente la loro camera e il loro letto in età prescolare (3-4-5 anni), dopo aver avuto libero accesso al lettone, perché la spinta al'autonomia viene loro spontanea (e può essere incoraggiata dai genitori ovviamente).

In sostanza, più che "demonizzare il lettone", nel senso di escluderlo sempre perché in alcuni casi si accompagna a problemi (non "ne è causa", giusto?), è importante verificare che l'ambiente familiare sia nel complesso sano, gli altri aspetti della vita del bambino appunto, come dice lei.

Nel caso specifico, è chiaro che la richiesta del lettone è un sintomo, appunto... non è più importante capire perché la bimba in questo momento si sente insicura, piuttosto che negare il lettone perché "potrebbe essere un'abitudine difficile da togliere" (cosa che non affronta il problema nella sostanza)?
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